ARCHIVIO TEMATICO (in allestimento. Pronto l'indice dei redattori)

domenica 29 gennaio 2017

IL VENTO NON SOFFIA SU VIA DEI FRENTANI di Riccardo Achilli







IL VENTO NON SOFFIA SU VIA DEI FRENTANI
di Riccardo Achilli





Si è tenuto oggi, a via dei Frentani, l’incontro dell’area aggregata da D’Alema in occasione del no referendario. Un incontro di modesto livello culturale e politico, privo di spunti innovativi, sostanzialmente la rimasticazione delle tesi social-liberali che risalgono sin ai vecchi Ds e che sono da sempre il bagaglio politico del dalemismo.

Senza il vento della storia a gonfiare le vele, in una sostanziale bonaccia di analisi, nascondendolo dietro parole d’ordine apparentemente più radicali rispetto al passato, non è emerso altro che un profilo politico e culturale che potrebbe essere accettabile per un qualsiasi esponente del Socialismo Europeo attuale: la globalizzazione è buona ma va regolata ed addolcita, mentre gli Stati nazionali sono l’inferno in cui ribollono gli spiriti totemici della guerra, l’Europa è riformabile perché basta mettere mano alle istituzioni ed ai Trattati, l’immigrazione è buona e va soltanto regolata con accordi europei, facciamo un pochino di redistribuzione et voilà.

venerdì 27 gennaio 2017

I SOCIALISTI AL FIANCO DI GIACOMO MATTEOTTI






Non si distrugge l’idea socialista!
I socialisti al fianco di Giacomo Matteotti




Alcuni giorni fa dei vigliacchi senza nome hanno distrutto la lapide che ricorda l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, posta a Roma nell’ottantesimo anniversario della sua scomparsa ed a Fratta Polesine è stata imbrattata con uno spray la locandina di un convegno a lui dedicato. Noi socialisti diciamo tutti uniti VERGOGNA! e vogliamo ricordare il suo nome e il suo sacrificio come è giusto fare, perché il suo esempio sia un monito per le giovani generazioni ed un avvertimento a tutti coloro che pensano di poter sottovalutare il ritorno del fascismo.

martedì 24 gennaio 2017

IL CONFLITTO IN SIRIA VERSO UNA IMMINENTE CONCLUSIONE. LA RUSSIA NUOVO PROTAGONISTA DI PRIMO PIANO IN MEDIO ORIENTE. di Giuseppe Angiuli




                 

                          


IL CONFLITTO IN SIRIA VERSO UNA IMMINENTE CONCLUSIONE. 
LA RUSSIA NUOVO PROTAGONISTA DI PRIMO PIANO IN MEDIO ORIENTE.

di Giuseppe Angiuli



Alla fine del 2016, il sanguinoso conflitto che da quasi sei anni investe la Siria è parso essere giunto ad una svolta decisiva con la completa liberazione di Aleppo da parte dell’Esercito Arabo Siriano, che ha costretto alla resa gli ultimi componenti del vasto arcipelago jihadista da tempo asserragliati nella zona orientale di quella città che, fino allo scoppio della guerra, era il polmone industriale del Paese.
La probabile imminente fine di questa guerra, che sta vivendo il suo momento culminante anche in conseguenza della recente affermazione di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, ci impone di provare a fare un po’ di chiarezza sui reali contorni di questa importante vicenda geopolitica, tenendo conto che, come ammoniva George Orwell, ogniqualvolta scoppia una guerra, la prima vittima a morire è sempre la verità.

mercoledì 11 gennaio 2017

CALCIO FUORI CONTROLLO: SINDROME CINESE O SINTOMO DI UNA PESTILENZA GLOBALE? di Norberto Fragiacomo

 


CALCIO FUORI CONTROLLO: SINDROME CINESE O SINTOMO DI UNA PESTILENZA GLOBALE?
di
Norberto Fragiacomo

 

La notizia è che il governo cinese pare averne abbastanza delle “follie” delle società calcistiche locali: l’invito perentorio è a darsi una regolata, perché starebbero “bruciando denaro”.
Visti le circostanze e il mittente è probabile che l’invito venga raccolto, anche perché di fuoriclasse o presunti tali da coprire d’oro in giro ne sono rimasti pochini, e le due o tre stelle di prima grandezza appaiono insensibili alle lusinghe orientali: Cristiano Ronaldo, in procinto di rivincere il Pallone d’oro, ha detto no a uno stipendio annuo di 100 milioni, e anche Messi sembra preferire il calcio europeo a questa sua inverosimile imitazione in salsa kitsch.
La questione però è un’altra: siamo di fronte a una patologia localizzata oppure no? Cioè: i cinesi sono vittime di un’ubriacatura da euro facili o queste operazioni hanno un senso, per quanto possano disgustare l’osservatore?
 
A prima vista la tesi dell’impazzimento sembra fondata: creare una superlega in un Paese senza tradizione calcistica, confinato a sua volta in un continente dove al massimo si può vincere una coppetta di latta battendo iraniani e kuwaitiani è sportivamente un nonsenso. A considerare l’evoluzione storica, però, le certezze si incrinano: Eric Hobsbawn ci racconta che, negli anni ‘20, i calciatori professionisti guadagnavano in Inghilterra poco più di un operaio specializzato, ma già nei primi anni ‘50, in un’Italia alla vigilia del boom e ancora poverissima, Achille Lauro paga 150 milioni per assicurarsi le prestazioni dello svedese Jeppson, che sarà perciò soprannominato ‘o Banco ‘e Napule, e trent’anni dopo saranno gli ingaggi faraonici versati dalle società a garantire un decennio di incontrastata supremazia in Europa al calcio italiano. I compensi diverranno stratosferici col nuovo secolo, grazie all’impegno delle pay tv e di magnati ben più danarosi di Berlusconi che restituiranno appeal e prestigio al campionato inglese, oltre che – naturalmente – alle grandi di Spagna. Tutti folli allora, non solamente i cinesi… pazzi Lauro, Berlusconi, gli emiri, i miliardari russi – pazzi senza manco l’attenuante della passione, poiché nel monotono calcio odierno è impossibile l’exploit di una provinciale in Europa (si pensi allo Slovan Bratislava vincitore della Coppe delle Coppe del ‘69, o anche al Porto dei primi anni ‘80), viste le siderali differenze di budget tra le squadre davvero ricche e quelle di seconda fascia, che sono poi tutte le altre. Oggi Barcellona-Celtic 7-0 è un risultato normale, che rispecchia il divario fra i due club: una Tipo non può lasciarsi alle spalle una Ferrari.