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domenica 26 agosto 2018

COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO DEGLI UOMINI BETA






COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO DEGLI UOMINI BETA

Dopo circa un mese di oscuramento la pagina Facebook del Movimento degli Uomini Beta è stata completamente rimossa dagli amministratori di FB. 
Si tratta di un fatto gravissimo, una palese violazione della libertà di espressione e di opinione sancita dalla Costituzione Italiana a cui si ispira anche la nostra Carta dei Principi che tutti possono leggere sulla homepage del nostro sito. 
Riflettano tutti i vari pifferai e cantori ditirambici, ai vari livelli, del diritto liberale. Non appena avverte degli scricchiolii il sistema si difende e lo fa calpestando proprio quel diritto e quei principi di cui si fa formalmente e ipocritamente paladino. E’ sempre accaduto nella storia e sempre accadrà. Per quanti sforzi possano produrre i cantori di cui sopra, il diritto liberale è concepito per essere sistematicamente calpestato non dai suoi critici ma dai suoi stessi celebratori. 
Riflettano tutti coloro che hanno visto nel M5S un movimento che si batte per la legalità, per il rispetto della Costituzione, per la libertà di tutti/e e per dare ai “cittadini” la possibilità di incidere nella vita pubblica. 
Riflettano i cosiddetti “intellettuali”, soprattutto quelli che si fingono critici ma in realtà sono allineati e coperti al sistema che li premia lautamente per la loro finta criticità. 
Ma riflettano anche tutti quegli uomini e quelle donne di “sinistra”, tutti quei comunisti e quelle comuniste (come noi), quei socialisti e quelle socialiste (sempre come noi), quegli “antagonisti” e “antagoniste” che hanno fino ad ora (come chiunque altro…) fatto orecchie da mercante nei confronti delle nostre tesi, quando non ci hanno (il più delle volte) vilipesi, insultati, attaccati, emarginati, censurati, dipinti con i colori più cupi e inquietanti. Eppure le loro pagine sono sempre lì mentre la nostra è stata cancellata.
Qualcosa vorrà pur dire. 
Vuol dire che le tesi del Movimento degli Uomini Beta non sono tollerate, e non lo sono perché evidentemente danno troppo fastidio al manovratore. 
Viviamo in un contesto dove paradossalmente si può parlare tranquillamente di lotta di classe, di sovranismo, di populismo, dove si può criticare duramente l’imperialismo, gli USA, il capitalismo, il neoliberismo, chiedere a gran voce l’uscita dalla NATO, dalla UE, attaccare, anche con toni violenti, i governi, le istituzioni, il Parlamento, la Presidenza della Repubblica, la Chiesa, oppure inneggiare al razzismo o straparlare di chiunque. Di chiunque. Ad eccezione del femminismo, ormai da tempo mattone fondamentale dell’ideologia cosiddetta politicamente corretta, a sua volta l’ideologia di riferimento dell’attuale sistema capitalista attualmente dominante.
Ma ciò che è considerato ancora più intollerabile è il fatto che questa critica non provenga da uomini di destra, conservatori, tradizionalisti, “benpensanti”, reazionari, ma da uomini dichiaratamente di SINISTRA (con la maiuscola e senza virgolette), che provengono dalla storia e dalla tradizione dei movimenti comunisti e socialisti. 
E’ questo che rende Uomini Beta una eresia insopportabile, inaccettabile, ed è per questo che viene colpita così duramente. FB è zeppo di pagine e gruppi che inneggiano al fascismo, al razzismo, così come, sul versante opposto, è zeppo anche di pagine e gruppi dichiaratamente comunisti (senza metterli sullo stesso piano, ovviamente) ma evidentemente giudicati innocui. 
E’ evidente che Uomini Beta non viene giudicato innocuo. Al contrario, è considerato estremamente pericoloso. E in fondo ne hanno ben donde, perché è vero; Uomini Beta è effettivamente un movimento pericoloso, sovversivo. Non perché inneggia alla violenza o al rovesciamento violento dell’attuale ordine sociale (alla sua radicale trasformazione, ma non al rovesciamento violento), bensì perché osa mettere in discussione quella narrazione ideologica che da tempo, nel mondo capitalista occidentale, è stata elevata al rango di Verità Assoluta, Incontestabile, Incriticabile. 
Quanto accaduto non ci sorprende e ci conferma che abbiamo lavorato e che stiamo lavorando bene.
Invitiamo tutti/e a seguirci direttamente sul nostro sito. La lotta, ovviamente, continua. Più di prima, più dura di prima.

Il Movimento degli Uomini Beta.

p.s. Invitiamo tutti/e a diffondere questo comunicato.


mercoledì 22 agosto 2018

SULLE REGOLE DELLE CONCESSIONI AUTOSTRADALI di Norberto Fragiacomo






SULLE REGOLE DELLE CONCESSIONI AUTOSTRADALI
 di Norberto Fragiacomo *




Le regole sulle concessioni sono oscure, 
ma i principi dell'ordinamento sono chiari. 
Altro che indennizzo!




Concessioni autostradali: ridda di voci discordanti e contraddittorie, anche in seno al governo – semplicemente perché contraddittoria e raffazzonata risulta la disciplina applicabile. 

Tocca andare a tentoni. Si tratta, anzitutto, di concessione di beni oppure di servizi? La questione non è di lana caprina, perché nel secondo caso trova applicazione la disciplina del Codice degli appalti (D. Lgs. 50/2016), nel primo invece no. Ora, le autostrade sono beni demaniali: un tanto fa propendere per la prima soluzione – dubitativamente, perché corriamo in una zona non meno grigia dell’asfalto stradale. 

Ci trovassimo di fronte a una concessione di servizi la soluzione parrebbe chiara: il concedente – già in base alla disciplina previgente – dispone di strumenti di autotutela tanto esterni/pubblicistici (annullamento e revoca: giurisdizione al Giudice Amministrativo) quanto interni/privatistici (recesso e risoluzione per inadempimento: decide il Giudice Ordinario). I primi vengono attivati se i vizi – di legittimità o di merito – attengono alla gara a monte, i secondi si ricollegano a particolari situazioni a valle, coincidenti in genere con gravi inadempimenti contrattuali. 

domenica 19 agosto 2018

LA PRIVATIZZAZIONE DI AUTOSTRADE: VE LI RICORDATE I GOVERNI DI CENTROSINISTRA? di Maurizio Zaffarano





LA PRIVATIZZAZIONE DI AUTOSTRADE:
VE LI RICORDATE I GOVERNI DI CENTROSINISTRA?
di Maurizio Zaffarano



In Italia dagli anni novanta in poi sono state attuate politiche che - attraverso le privatizzazioni, la cancellazione del ruolo attivo dello Stato nell'economia, l’attribuzione alla speculazione finanziaria del compito di fornire allo Stato le risorse monetarie necessarie per svolgere le sue funzioni, il “dimagrimento” dello Stato a vantaggio del privato (in base alla menzogna che il privato fosse più efficiente e conveniente per i cittadini a confronto del pubblico), la precarizzazione del lavoro, la progressiva demolizione dei servizi sociali pubblici essenziali (sanità, scuola, pensioni, trasporti, edilizia pubblica), l’ingresso nella gabbia dell’euro e delle regole europee della finanza e della concorrenza senza adeguate contropartite e senza reti di protezione - hanno realizzato il passaggio dall'economia sociale di mercato, prevista dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza antifascista e frutto del compromesso tra comunisti e democristiani, al liberismo selvaggio (senza peraltro intaccare minimamente le incrostazioni della corruzione, delle mafie, del familismo che ammorbano la società e l’economia italiana).
I risultati di queste politiche, nelle condizioni di questo disgraziato Paese, sono ora sotto gli occhi di tutti.
Ma se si dimentica che queste politiche sono state in larga parte guidate e realizzate dai governi di centrosinistra (a cui partecipavano anche Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani), con il silenzio/assenso dei Sindacati complici (ivi compresa la CGIL), non si può capire perché oggi la Sinistra è morta in Italia.