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martedì 19 aprile 2011

Marx critico del marxismo? NO! di Stefano Zecchinelli



1 - I recenti dibattiti che hanno coinvolto non solo militanti politici, ma anche alcuni studiosi di Marx, hanno posto il problema del marxismo, inteso come sistematizzazione ideologica del pensiero del filosofo (e scienziato sociale) di Treviri. In questo articolo, mi propongo di fissare i termini storici della questione, e poi ricordare, quanto meno, i contributi più intelligenti da un punto di vista teorico. Introduco questo mio testo, citando Gramsci che per i cento anni dalla nascita di Marx scriveva:
‘’Ma è inutile l’avverbio <<marxisticamente>>,e anzi esso può dare luogo ad equivoci e ad inondazioni fatue e parolaie.Marxisti,marxisticamente… aggettivo e avverbio logori come passati da troppe mani’’. 1
Il ‘’grande sardo’’ scriveva queste cose nel 1918,e ora mi chiedo,dato che si è passati ad una vera e propria mistica comunista,cosa potrebbe (e dovrebbe) dire.Ma vediamo come storicamente,si è posto il problema.
2.I termini marxista e marxismo,seguono il radicarsi all’interno del movimento operaio,di una corrente di pensiero,che prende in esame le metamorfosi,della classe operaia stessa.Indubbiamente questi termini nascono,in virtù di una polemica;già negli anni ’60 dell’ ‘800;i ‘’seguaci’’ di Marx la useranno in contrapposizione a ‘’lassalliano’’,e ‘’bakuninista’’.Alla fine,dopo aver visto un po’ i vari avvenimenti storici,capiamo che il primo a parlare di marxismo fu Bakunin,che distinse,a suo dire,il socialismo autoritario (Marx),dal socialismo libertario.All’indomani della scissione verificatasi al Congresso dell’Aia,quando gli anarchici abbandonarono la Prima Internazionale,l’etichetta marxista inizia a diffondersi,fra lo sdegno dei militanti più vicini a Marx.Johann Philipp Becker definì,ad esempio,tutto ciò,come un regalo alla stampa borghese,che poteva mettere sullo stesso piano,il socialismo scientifico (definizione su cui è bene ritornare brevemente),e il bakuninismo astratto;definizione quella di bakuninisti,piena anche essa di ironia,quasi cose se fosse ‘’un meritato castigo’’.Difficile capire di preciso,come sono nati questi termini,già in voga dal 1869;nel 1882 comparve un saggio polemico di Paul Brousse,un anarchico,intitolato ‘’Il marxismo dell’Internazionale’’,dove il marxismo non viene considerato come una teoria,ma come una azione politica.Una volta che l’Ail si sciolse,il termine comunista sarà sostituito da socialdemocratico,e,quindi,il termine marxista,servirà a fare le dovute distinzioni anche all’interno del Partito socialdemocratico.Nel Consiglio generale Karl Kautsky dirà che solo grazie alle sue doti strategiche Marx riuscì,a far prevalere la sua linea;ma i termini della polemica del ‘’Papa rosso’’ sono più profondi.Attraverso la ricerca delle leggi del movimento storico ed economico - dice Kautsky - Marx si è collocato fra i maggiori pensatori e scienziati.La sua teoria,sul campo delle scienze economiche e sociali,ha acquistato la stessa valenza della teoria darwiniana.Capiamo che la polemica si sposta da un quadro politico ad uno teorico;il socialismo scientifico si distingue da quello utopico o anarchico per una questione di metodo,e non di prassi politica.Ma proprio sul metodo di Marx,cediamo la parola ad uno dei principali teorici dell’anarchismo,Michail Bakunin:
‘’Il suo punto di partenza è l’idea astratta del diritto (riferito a Proudhon);dal diritto va al fatto economico mentre il signor Marx,al contrario di Proudhon,ha enunciato e dimostrato l’indubbia verità,confermata dalla storia umana,dei popoli e degli Stati,che il fatto economico ha sempre preceduto e precede sempre il diritto giuridico e politico.Nella esposizione e nella prova di questa verità consiste uno dei principali meriti scientifici del signor Marx’’. 2
Se lo dice lui:Marx quindi ha scoperto un metodo,e fin qui abbiamo chiari i termini teorici della diatriba epocale,a cui,per sua volontà (o previsione),segue una azione politica.
Volendo mettere la bussola in tasca la viaggiatore,Georg Haupt darà queste cordinate:
‘’La paternità delle nozioni di <<marxista>> e di <<marxismo>>,nel senso assunto dal nostro vocabolario,risale a Kautsky.Se sotto la penna di tedeschi suoi contemporanei e dei collaboratori di Engels queste espressioni sono spesso ancora fortuite,Kautsky le usa fin dal 1882,in modo cosciente,sistematico,entro un contesto ben definito e con un significato ideologico e politico che non ha niente a che vedere con il mimetismo,o la contaminazione del linguaggio’’. 3
Per il momento possiamo ritenerci soddisfatti,e procedere con ordine,a vedere altri problemi.
3.Il marxologo francese Maximilien Rubel,invertì i termini dello scontro,facendo di Marx un libertario e di Bakunin un autoritario.Cosa molto interessante.Secondo Rubel era Bakunin,e non Marx,che praticava il principio della liberazione dall’alto verso il basso,riportando a sostegno di questa tesi una serie di importanti esempi,di cui qui ricordo la struttura democratica della Lega dei Comunisti,contrapposta ai piccoli nuclei clandestini di Bakunin.Rubel sarà molto incalzante,sul rapporto anarchici e marxisti:
‘’Come spiegare il fatto che per suffragare il loro dogma <<antiautoritario>>,i sedicenti anarchici non possono fare altro che ricorrere all’invocazione ripetuta incessantemente,di alcuni passi del Manifesto Comunista od alla citazione di estratti di lettere private,così come,naturalmente,al richiamo delle manovre,ambigue e subdole,di Marx ed Engels,per far escludere Bakunin ed i suoi fedeli dall’Internazionale?Se è facile comporre un’antologia di scritti giacobini e blanquisti-babeuvisti a partire dall’opera di Bakunin,una simile impresa si rivela impossibile se tesa,alla dimostrazione del <<comunismo di Stato>> ipoteticamente esaltato da Marx’’. 4
Il problema,e qui mi ripeto,non è (come pensa Rubel) l’attribuzione a Marx di una teoria anarchica,dato che sia il rivoluzionario di Treviri che Bakunin volevano l’estinzione dello stato,ma riguarda il modo di studiare il capitalismo.Ci viene in soccorso,in questo momento Lenin:
‘’ Marx non si fermò al materialismo del secolo XVIII, ma spinse avanti la filosofia. Egli la arricchì delle conquiste della filosofia classica tedesca, soprattutto del sistema di Hegel che, a sua volta, aveva condotto Feuerbach al materialismo. La principale di queste conquiste è la dialettica, cioè la dottrina dello sviluppo nella sua espressione più completa, più profonda e meno unilaterale, la dottrina della relatività delle conoscenze umane, riflesso della materia in perpetuo sviluppo. Le scoperte più recenti delle scienze naturali - il radio, gli elettroni, la trasformazione degli elementi - hanno splendidamente confermato il materialismo dialettico di Marx, a dispetto delle dottrine dei filosofi borghesi e dei loro "nuovi" ritorni al vecchio e putrido idealismo’’. 5
E’ evidente che la prassi politica è preceduta dal metodo e quindi la realizzazione del comunismo,è una conseguenza,con tutto il movimento politico a seguire,della scoperta del materialismo storico.Non mi prolungo su come nasce la dialettica materialistica,perché non è questa la sede,ma di certo,il pur intelligente Rubel,fa una grandissima confusione.
4.Uno che ha fatto di meglio è Daniel Guerin,il quale,nella sua prospettiva politica,adotterà il termine intelligente di marxismo libertario.Quindi di Marx (e del marxismo) bisogna prendere l’analisi del modo di produzione capitalistico,dello Stato (e qui salta gran parte della teoria anarchica),oltre al materialismo storico,come metodo di base (da cui consegue tutto il resto);mentre dall’Anarchismo l’etica,e la teoria dell’autogestione.Lasciando stare il Proudhon padre dell’autogestione,e convenendo nella critica che Marx (in ‘’Miseria della filosofia’’) ha fatto a quest’ultimo,è bene dire qualcosa,sull’acuto ‘’attacco’’,che Guerin fa alla marxologia francese dell’epoca.L’autore di ‘’Fascismo e gran capitale’’ ha ragione a mettere in guarda contro gli studiosi di Marx,che si occupano di questo o quello scritto,senza capire i contesti storici che spingevano il Rivoluzionario di Treviri a dire quelle cose.Il primo elemento su cui si deve riflettere è il concetto di alienazione,di cui ‘’il nostro’’ (Marx) parla nei Manoscritti economico-filosofici del 1844.Secondo filosofi come Lukacs questa si rinviene nei Contrattualisti del ‘600 e ‘700,ed è di origine economica e sociale;altri,come Feurbach,diranno che riguarda il fenomeno religioso.Guerin esprimerà questa ‘’opinione’’:
‘’Il suo maestro Hegel,prima di lui,aveva percepito l’alienazione del lavoro umano.Nella sua famosa dialettica del padrone e del servo,aveva analizzato,il dramma negativo della servitù,ma anche suggerito che l’alienazione è,allo stesso tempo,positiva poiché,attraverso il suo lavoro,lo schiavo si libera in parte della sua servitù,si integra nella collettività.Il giovane Marx ha ragione,certamente,di temperare l’ottimismo hegeliano (che trae la sua origine dall’accettazione della società borghese) e di affermare che,finchè sopravviverà lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo,il lavoratore resterà <<alienato>>’’. 6
Non penso che Hegel,avendo (come dirà Lukacs 7) la dialettica una carica rivoluzionaria assoluta,abbia accettato la società borghese,ma al contrario penso che nel suo pensiero ci siano,in fase embrionale,gli elementi per superare il Capitalismo,e criticare l’utilitarismo.Comunque Guerin si esprime ad un livello alto,e coglie la continuità fra il primo Marx,che indaga sulla natura umana,capendo che questa nel capitalismo è spezzettata,e il Marx maturo,capace di passare dalla filosofia alla scienza sociale.Un’altra cosa fuori discussione,e che di certo non si può dire per i teorici anarchici,è che ''il nostro'' (Marx) anche quando ‘’parla’’ di economia utilizza un linguaggio filosofico (hegeliano);la ricerca sociale,quindi,diventa il modo per comprendere le problematiche che coinvolgo l’uomo,e ancora,la totalità sistemica (economica quanto culturale e morale) del mondo in cui,questo vive.La filosofia in Marx,e nei più coerenti applicatori del suo metodo (da Gramsci a Lukacs e Brecht),è sociale e cioè politica;voler scindere,e qui Guerin seguendo Lefebvre è bravo a capire il gioco,il Marx filosofo da quello economista e politico,è un goffo tentativo da parte della Corporazione Universitaria,di esorcizzare il superamento del Capitalismo.Guerin su Rubel,e il suo improbabile (e mi lascio anche dei dubbi),Marx anarchico dirà:
‘’Rubel è,tra tutti i <<marxologi>>,il più incline ad attribuire a Marx tendenze <<libertarie>>;tuttavia,non può impedire a se stesso di deplorare che la concezione materialistica della storia non distingua sufficientemente la <<sfera del comportamento umano>> da quella della <<struttura materiale>> e fa fatica a fondere in un insieme armonioso l’ambivalente pensiero di Marx’’. 8
Insomma è quello che io dicevo prima,anche se Guerin continua a sbandare,sul piano politico con Proudhon,e su quello filosofico con l’ individualista pre-fascista Max Stirner.Marx non è infallibile (e bravo Daniel,come tutti quelli che lo dicono!),ma le condizioni da cui lui ha tirato fuori il suo metodo dialettico,non sono per nulla cambiate;cambia la prassi,il rapporto fra strategia e tattica,ma non le condizioni di partenza.Possiamo concludere affermando,ora con grande decisione,che il fondatore della Prima Internazionale ha bisogno di Lenin,e dei rivoluzionari a capo del movimento comunista a seguire,altrimenti la continuità dialettica fra teoria e prassi,rischia di diventare un non senso.

Note:
1)Antonio Gramsci ‘’Il nostro Marx’’ da ‘’Il Grido del Popolo’’,n. 719,4 maggio 1918
2)Michail A. Bakunin ‘’Stato e anarchia’’ Ed. Universale Economica Feltrinelli 2007 pag. 170
3)Georg Haupt ‘’Da Marx al marxismo’’,’’L’Internazione socialista dalla Comune a Lenin’’ Ed.Einaudi pag.129

4)Maximilien Rubel ‘’Marx Libertario’’
5)Vladimir Lenin ‘’Tre fonti e tre parti integranti del marxismo’’Fonte: http://www.marxists.org/italiano/lenin/1913/3/font-mar.htm

6)Daniel Guerin ‘’Per un marxismo libertario’’ Ed.Massari 2008 pag. 87

7)Gyorgy Lukacs ‘’Il giovane Hegel’’

8)Daniel Guerin ‘’Per un marxismo libertario’’ Ed. Massari 2008 pag. 95

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