di LORENZO MORTARA
Devono gli interinali iscriversi ai sindacati? Per rispondere a questa domanda bisogna anzitutto chiedersi cosa sia un interinale. Un interinale è un operaio a cui hanno tolto dei diritti prima ancora che cominci a lavorare; un operaio che ancora prima di mettere piede in fabbrica è già stato attaccato dai padroni nei suoi più elementari diritti. Di conseguenza, un interinale che aspetti di diventare “fisso” per iscriversi ai sindacati, è come un cane preso a calci che aspetti cinque anni prima di mordere chi l’ha attaccato. Ed è “giusto” che chi non si ribella al primo calcio nel sedere, venga a preso a calci per il resto dei suoi giorni, cioè non diventi “fisso” mai.
Fin dal primo giorno in cui mette piede in fabbrica, un operaio e tanto più se è interinale, deve iscriversi ai sindacati, perché la tessera sindacale è la prima e più elementare difesa che un lavoratore può mettere in campo contro il padrone che lo sfrutta. Se i sindacati, come pensano in molti, fossero del tutto corrotti o non servissero più a niente, i padroni non sarebbero affatto seccati, oggi come ieri, da ogni lavoratore che decida di iscriversi a una qualunque organizzazione. Non c’è nuova tessera che non irriti, nel profondo, tutti i padroni, perché ogni padrone sa che da quel momento non potrà più contare sulla disorganizzazione totale del lavoratore che decida di farla. Del resto, se un interinale si guardasse bene dentro, scoprirebbe che il motivo per cui non si iscrive al sindacato, non è tanto il menefreghismo o la corruzione di alcuni dei nostri dirigenti, quanto la paura di essere discriminato dal padrone. Ma la paura di rimetterci il posto che un interinale prova di fronte alla possibilità di iscriversi al sindacato, non è che il riflesso del terrore che il padrone ha dell’operaio sindacalizzato. Se cercava una motivazione per iscriversi al sindacato, un interinale, non avrebbe potuto trovarne una più valida e profonda di questa.
Il problema degli interinali è come sempre l’isolamento. Tesserarsi è un rischio quando a tesserarsi è uno soltanto dei precari. Se ci si tessera tutti assieme o in larga maggioranza, il rischio cala ai minimi termini. Non tesserarsi per non correre rischi è invece il modo migliore per aumentarli.
Ci sono ancora due motivi, da non sottovalutare, per iscriversi al sindacato. La separazione tra interinali e “fissi” è del tutto artificiale perché inventata dai cavilli legali escogitati dalle leggi padronali Treu e Biagi. Eppure interinali e fissi fanno parte della comune famiglia dei salariati. Purtroppo, molte delle RSU, invece di prendere come punto di riferimento l’essenza salariale che accomuna fissi e precari, vanno dietro come le oche alla separazione giuridica, artificiale creata dal padrone, disinteressandosi degli interinali con la scusa che non sono più sotto la loro “giurisdizione”. Se gli interinali si iscrivessero ai sindacati, dunque, anche le RSU che se ne fregano sarebbero costrette a occuparsi di loro. Ma – penserà qualcuno – perché devo iscrivermi a dei sindacati che se ne fregano di me? Perché appunto i sindacati vanno radicalmente cambiati. E chi volete che cambi i sindacati? Quelli che già stanno bene o coloro che stanno peggio di tutti? Nessuno più degli interinali può volere la trasformazione dei sindacati. E nessuno più di loro, entrandoci, può riuscire a compiere l’impresa!
tu mi dovresti spiegare come un lavoratore precario dovrebbe pensare di iscriversi a chi negli ultimi anni glielo ha messo nel culo a ripetizione...credere davvero di poter far qualcosa dall'interno è una teoria davvero strampalata e assai poco probabile...e non al passo con i tempi...ripeto se andate a zappare un poco la terra vi si apre la mente e vedrete il mondo per com'è veramente e non per quello che vorremmo che fosse.
RispondiEliminaSarebbe bello vedere il mondo così com'è, se non si nascondesse dietro l'anonimato. Anche le sciocchezze dovrebbero avere almeno il coraggio di presentarsi con nome e cognome...
RispondiElimina