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sabato 26 novembre 2011

La grande perversione



di Leonardo Boff
filosofo/teologo

Per risolvere la crisi economico-finanziaria della Grecia e dell'Italia è stato costituito, come preteso dalla Banca Centrale Europea, un governo composto esclusivamente di tecnici, senza la presenza di nessun politico. Insomma si è partiti dall'illusione che si tratti di un problema economico che deve essere risolto economicamente.


Chi si intende solo di economia va a finire che non si intende nemmeno di quella. La crisi non è dell'economia male gestita, ma crisi di etica e di umanità. Queste hanno a che vedere con la politica. Per questo la prima lezione di marxismo elementare è capire che l'economia non è una parte della matematica e della statistica ma un capitolo della politica. Gran parte dell'opera di Marx è dedicata alla decostruzione dell'economia politica del capitale. Quando in Inghilterra avvenne una crisi simile a quella attuale e fu messo in piedi un governo esclusivamente di tecnici, Marx fece con ironia e sfottò dure critiche perché ne prevedeva il fallimento totale come effettivamente avvenne. Non si può usare il veleno che ha creato la crisi come medicina per curare la crisi.
 
Hanno chiamato a dirigere i rispettivi governi della Grecia e dell'Italia persone che appartenevano agli alti gradi delle banche. Erano state le banche e le borse a provocare la crisi presente che quasi affondava l’intero sistema economico. Questi signori sono come i talebani fondamentalisti : in buona fede credono nei dogmi del libero mercato e nei giochi di Borsa. In quale luogo dell'universo si proclama l'ideale del «greed is good», in italiano «L’avidità è cosa buona»?

Come trasformare un vizio (e, diciamolo subito, un peccato) in virtù? Questa gente è installata a Wall Sreet o nella City di Londra. Non sono volpi che fanno la guardia alle galline, ma se le pappano. Con le loro manipolazioni hanno trasferito immense fortune nelle mani di pochi. E quando è scoppiata la crisi sono stati soccorsi con miliardi di dollari rubati ai lavoratori e ai pensionati.

Barack Obama si è dimostrato debole andando incontro a questi più che alla società civile. Con i soldi incassati hanno continuato a far baldoria, visto che la promessa regolamentazione dei mercati è rimasta lettera morta. Milioni di persone vivono nella disoccupazione e nel precariato, specialmente i giovani che stanno riempiendo le piazze, indignati, contro l'avidità, la disuguaglianza sociale e la crudeltà del capitale.

Gente che ha il cervello strutturato secondo il catechismo del pensiero unico neoliberale si mette a tirar fuori Grecia e Italia dal pantano? Quello che sta succedendo è il sacrificio di tutta una società sull'altare delle banche e del sistema finanziario.

Dato che la maggioranza degli economisti dello establishment non pensano (e nemmeno ne hanno bisogno) cerchiamo di capire la crisi alla luce di due pensatori che lo stesso anno, 1944, negli Stati Uniti ci hanno fornito una chiave chiarificatrice. Il primo era un filosofo e economista ungaro-canadese, Karl Polanyi con la sua classica opera La Grande Trasformazione. In che cosa consiste? Consiste nella dittatura dell'economia. Dopo la seconda guerra mondiale che ha dato una mano per superare la grande Depressione del 1929, il capitalismo dette un colpo da maestro: annullò la politica, mandò in esilio l'etica e impose la dittatura dell'economia. A partire da adesso non avremo, come sempre è avvenuto una società con mercato, ma una società di solo mercato. L'economia struttura tutto e trasforma tutto in merce sotto la regola di una crudele concorrenza e di una sfacciata cupidigia. Questa trasformazione ha dilacerato i lacci sociali e approfondito il fossato tra ricchi e poveri all'interno di ciascun paese e a livello internazionale.

L'altro nome è di un filosofo della scuola di Francoforte, esiliato negli Stati Uniti, Max Horkheimer, che ha scritto L’eclissi della ragione (trad. italiana Milano 1962), dove si danno le ragioni della Grande Trasformazione secondo Polanyi che consistono fondamentalmente in questo: la ragione non è più orientata alla ricerca della verità e al senso delle cose, ma è stata sequestrata dal processo produttivo e degradata a una funzione strumentale, "trasformata in un semplice meccanismo noiosissimo per registrare i fatti". Si duole che "giustizia, uguaglianza, felicità, tolleranza, attributi giudicati per secoli come inerenti alla ragione, abbiano perduto le loro radici intellettuali".

Quando la società eclissa la ragione, rimane cieca, perde il senso dello stare insieme e si vede affondata nel pantano degli interessi individuali o corporativi. È quanto abbiamo visto nell'attuale crisi. I premi Nobel dell'economia, ma umanisti, Paul Krugman e Joseph Stiglitz ripetutamente avevano scritto che i giocatori di Wall Street dovrebbero stare in galera come ladri e banditi.

Adesso, in Grecia e in Italia, la grande Trasformazione è stata ribattezzata con un altro nome: si chiama La Grande Perversione.

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