di Carlo Felici
Quando in una casa arrivano di soppiatto dei ladri mentre il proprietario è assente o addormentato, si parla di “topi di appartamento”, la specie più odiosa dei rubagalline perché agisce invadendo il nostro spazio vitale, e spesso sottraendoci le cose più care sul piano affettivo, anche indipendentemente dal loro valore economico.
La tassa sulla prima casa, che il novello governo Monti sta per varare, in spregio a quanto deliberato dai governi precedenti retti da Prodi, che la ridusse fortemente fino quasi ad abolirla, e da Berlusconi che volle seppellirla definitivamente, equivale, in maniera più sistematica e largamente praticata, al furto legalizzato in appartamento.
In pratica, si dà il via libera al fisco affinché entri a casa nostra ogni anno e ci sottragga una parte del nostro patrimonio “vitale”. Perché è del tutto evidente che non si può fare a meno di abitare da qualche parte, sia che si stia in affitto, sia che si possegga la stessa casa. Che c'entra l'affitto? C'entra, perché il proprietario che si vede tassare ulteriormente la casa non potrà poi che aumentare il canone di affitto, se vorrà continuare a sostenere le spese di gestione. Quindi i proprietari di più case saranno comunque capaci di mettersi al riparo.
Ci è stato detto che questa esenzione costituisce una sorta di anomalia. E noi sinceramente abbiamo pensato che Monti, in quel momento, si riferisse solo al Vaticano.
Ma no, lui si riferiva a tutti noi, a tutti gli italiani che ormai nella stragrande maggioranza dei casi risultano proprietari di immobili e che, anche quando sono in affitto, generalmente, compensano il pagamento della rata di affitto con l'incasso di un'altra del loro appartamento ubicato altrove.
Si è insomma deciso, in mancanza di un vero intervento sulla evasione fiscale e di una patrimoniale da imporre sui redditi aggiuntivi da capitale o da speculazione finanziaria, di intervenire come sempre, “sparando nel mucchio” ai soliti noti, con un gioco sporco che solo apparentemente “salva” i politici meno esposti nell'attuale area governativa, perché ovviamente tutti sanno da chi è composto tuttora il Parlamento.
I cittadini, quindi, stanno per subire uno scippo triplo: quello dovuto al fatto che è stato impedito loro di votare chi dovesse rappresentarli, quello di vedere un governo che nemmeno pensavano lontanamente potesse nascere, e infine quello di rivedersi spiattellata proprio la tassa più odiosa che i precedenti governi avevano ridotto drasticamente, fino ad abolirla.
Più o meno come se il topo di appartamento fosse un loro parente o amico a perfetta conoscenza delle loro abitudini.
Siamo un Paese dalle molte anomalie: quello con la media degli stipendi tra le più basse d'Europa, con la seconda evasione fiscale del continente, con il maggior concentramento di oligopoli che bloccano una vera concorrenza che possa ridurre drasticamente il costo dei servizi, anch'essi tra i più costosi, dove i giovani sono più precarizzati e le famiglie ormai, nella maggior parte dei casi, non risparmiano più o addirittura stentano ad arrivare a fine mese.
Solo per questo si è evitata la tassa sui conti correnti, proprio perché nei conti correnti della maggior parte degli italiani ormai non c'è più nulla, ed evidentemente mettere le mani in quelli dei più ricchi non sarebbe bastato e sarebbe andato contro gli interessi di chi ha sponsorizzato tale governo che tutto è fuorché tecnico.
Perché le esternazioni sul nucleare appena bocciato dai referendum popolari, quelle sulla riforma Gelmini e sull'operato di Marchionne, così come la nomina di un ministro della Difesa direttamente coinvolto come militare nella NATO e nelle operazioni in Afghanistan, sono una scelta molto politica, diremmo anche più di quanto potessero esserlo le posizioni del governo precedente che, non si può negarlo, aveva ricevuto un ampio mandato popolare.
Anzi, siamo sicuri che molti italiani ormai fortemente delusi da tutta la compagine governativa probabilmente votarono il centrodestra all'ultimo momento, proprio perché convinti che esso avrebbe abolito la tassa per loro più odiosa che questo, senza uno straccio di consenso popolare, si appresta ad imporre di nuovo.
In questo frangente coloro che hanno salutato sguaiatamente quella che credevano fosse la fine di Berlusconi e del berlusconismo, si stanno facendo ora delle grosse illusioni, perché Mr. Gongolo anche se è stato fatto uscire dalla porta di servizio, è presto destinato a rientrare dalla finestra, dopo avere fatto fare nella porta principale quel “lavoro sporco” che i cosiddetti mercati finanziari gli avevano imposto ma che lui non voleva fare, pena la svalutazione non solo dei titoli di stato italiani, ma soprattutto delle sue aziende.
I mercati “cosiddetti” cosa sono in realtà? Essenzialmente il ricettacolo di enormi proventi che, allo stato attuale dei fatti, e vista la crisi di crescita e di produttività e competitività che c'è in Europa, derivano in gran parte da profitti illeciti e malavitosi. Con un volume di affari superiore a quello delle banche più quotate nel “cosiddetto” mercato.
Anche le grandi città sono state ormai assaltate e conquistate, a partire dalla capitale italiana, in cui nei quartieri centrali banche e istituti finanziari sostituiscono a vista d'occhio negozi al dettaglio, librerie, negozi di alimentari e vecchie botteghe, per lavorare come “lavatrici” a tempo pieno di denaro destinato al “riciclo”. Mentre altri quartieri più periferici sono taglieggiati giorno e notte dal “pizzo”.
Solo gli inavveduti possono trascurare di considerare che tale situazione, estesa ad un “sistema paese”, configura una vera e propria emergenza civile che, tra l'altro, è alla base di quella che appare come la seconda evasione fiscale più alta d'Europa dopo quella greca.
Solo gli incoscienti trascurano di considerare che tra i tagli più vistosi messi in atto dal precedente governo e di cui questo non parla nemmeno lontanamente, c'è stato quello rilevante di risorse economiche alla DIA.
Nei settori cruciali dell'evasione fiscale e della lotta alla criminalità e alla corruzione avremmo dovuto quindi aspettarci i provvedimenti molto più urgenti e sostanziosi, ma no, l'Europa dei “cosiddetti mercati” non ne vuole sapere di un sistema fiscale unico ed efficiente e tanto meno se ne interessano i suoi “cardinali”, messi d'autorità a governare i vari stati. Lecito quanto meno ipotizzare una certa complicità.
Il patrimonio immobiliare italiano fa gola e portare sul lastrico i cittadini a cui è rimasto come unico bene “appiglio” il mattone è l'ultimo ritrovato della “rapina” su scala globale che le politiche mafiosamente neoliberiste stanno attuando su tutto il pianeta.
Pensate a un pensionato che vedrà aggravarsi i già alti costi di gestione della sua casa, uniti alle spese condominiali e a quelle di ristrutturazione, a un giovane precario che ha ereditato quell'unico bene da quei genitori che non potranno più aiutarlo per altre ulteriori spese, o anche solo a una famiglia numerosa, o a quelle che devono contemporaneamente rincorrere il costo di un mutuo a tasso variabile. L'ipotesi che altri costi aggiuntivi li costringano a svendere l'unico patrimonio loro rimasto, magari ad una immobiliare esperta in “riciclo di massa” non è del tutto remota, anzi, sarà come una mannaia calata sul loro capo e una vera "manna" per "mammasantissima".
E alla fine di tutto questo “lavoro sporco”, beffa sulla beffa, il centro destra, con o senza Berlusconi, potrà sempre dire: “Beh..noi volevamo evitarvelo..ma ce lo hanno impedito”
Ecco dunque che i partiti della pseudosinistra nostrana, alle prossime elezioni che, tra l'altro, dato che non si è parlato affatto di riforma elettorale, quasi sicuramente ci verranno riproposte con l'attuale sistema liberticida, rischieranno di prendere l'ennesima sonora batosta, rimandando “sine die” il giorno del loro avvicendamento nella tanto ambita “poltrona governativa”
Bene fa dunque chi, da sinistra, oggi si smarca da quello che, alla luce dei fatti recenti, ci fa apparire l'accordo di Vasto come un “abbraccio mortale”. Ottimamente fa, finché è in tempo. E di tempo non credo che ce ne sia molto, perché le elezioni primaverili sono sempre di più dietro la porta.
Nulla si è detto infatti e nulla si farà probabilmente per ridurre i costi esorbitanti della politica, non perché tale fatto sia concretamente decisivo, ma almeno per rendere più “digeribili” certi provvedimenti del tutto impopolari. Nulla si è detto e probabilmente nulla si farà per far pagare l'ICI a chi non l'ha mai pagata.
Bruxelles è già partita lancia in resta contro i privilegi fiscali attribuiti agli enti ecclesiastici in settori in cui “l’azienda Chiesa” (conta circa 100 mila fabbricati) è leader nazionale: ospedali, scuole private, alberghi e altre strutture commerciali che godono di un’esenzione totale dal pagamento dell’Ici e del 50% da quello sull’Ires. Portando a casa, o meglio risparmiando due miliardi di euro l’anno rispetto alla forma di tassazione corretta, quella che subiscono tutti i cittadini italiani. Ma c'è seriamente da dubitare che i suoi più stretti “fiduciari” e “chirichetti” consentano l' “affondo” di tale lancia.
Le lance invece continuano a trafiggere senza pietà gli operai come Fabio Bruno di Morano Calabro che è morto alcuni giorni fa lavorando in un cantiere della A3. Uno di noi.
Così, volenti o nolenti, attendiamoci l'arrivo inaspettato dei soliti “topi di appartamento”.
Però, attenzione, qualcuno, ogni tanto, anche rischiando la galera per “eccesso di difesa”, gli spara. Perché mette in atto il vecchio intramontabile motto latino: "mors tua vita mea"
Quando è un intero Paese a imboccare la strada dell'eccesso di legittima difesa, non c'è Europa, fiduciario, “chirichetto”, governo, governucolo o galera che tenga..il sorcio fa la fine del sorcio, e basta.
C.F.
tornano?
RispondiEliminasì, dopo un breve giro, poiché usciti temporaneamente da una finestra rientrano dall'altra..
RispondiEliminaEstratti:
RispondiEliminaCon quali mezzi la borghesia supera la crisi?
Da un lato con la distruzione forzata di una quantità di forze produttive, dall'altro con la conquista di nuovi mercati e con lo sfruttamento più radicale degli antichi mercati. Con quali mezzi dunque? Preparando crisi più violente e generali e riducendo i mezzi per prevenirle.
Con quali mezzi si constrasta l'assalto della borghesia speculativa? COn una seria e diffusa coscienza di classe e una lotta che ne consegue,
RispondiEliminaCosì come con un nuovo soggetto politico che se ne infischi della rincorsa ai posti in parlamento e sappia radicarsi tra la gente: lavoratori, precari, disoccupati, studenti e anche pensionati. Capace di mobilitarsi permanentemente al loro fianco fino a crescere sempre di più, come un'onda diventa tsunami.
RispondiEliminaMi si permetta, il mio piccolo contributo.
RispondiEliminaA proposito degli ultimi due commenti di Carlos,(che mi sono piaciuti moltissimo) cito un brano della Luxemburg sulla DITTATURA DEL PROLETARIATO:
"Questa dittatura,DEVE ESSERE L'OPERA DI UNA CLASSE e non di una piccola minoranza che dirige nel nome di quella classe, in altre parole, essa deve scaturire man mano dalla partecipazione attiva delle masse, essere sotto la loro influenza diretta, sottoposta al controllo dell'opinione pubblica, prodotto della crescente educazione politica delle masse popolari".
(Rosa Luxemburg)
Cordiali saluti, e felice di leggervi.
Luigi
Apprezzo molto questo ultimo commento che va pienamente nella direzione in cui mi riconosco. Quando una "dittatura" è universalmente estesa, essa non può che risultare l'unica autentica forma di democrazia partecipativa e di socialismo possibile. E' una via che ancora alcuni tendono a definire utopistica ma che ben presto si rivelerà l'unica praticabile per la sopravvivenza stessa della specie umana, nel rapporto con habitat naturale a cui è destinata. La via imprescindibile dell'Ecosoocialismo.
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