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lunedì 23 gennaio 2012

La "gravidanza" socialista



Nell'occasione storica della ricorrenza del 91° anniversario della rovinosa scissione del 1921 tra comunisti e socialisti, il 21 gennaio del 2012, tutti i socialisti di tutte le aree della sinistra italiana (assenti solo quelli “nominali” da nomeklatura di partito notabiliare), si sono ritrovati insieme nella sede della storica Fondazione Nenni, grazie all'impegno crescente dell'associazionismo socialista. Il quale, finalmente, dopo vari anni, è riuscito ad esprimersi coralmente e a “cantare all'unisono”
Il “coro” è apparso alquanto intonato ed eterogenero, ma senza “direttori d'orchestra” e questo sicuramente è il segno importante di un “punto di non ritorno”. Quello cioè di un'area che non vuole più restare sparsa tra vari partiti con intenti difformi, anche se accomunati dalla intenzione “formale” di costituire un'alternativa di governo.
Sarebbe opportuno citare tutti gli interventi, da quelli dei principali coordinatori delle varie associazioni partecipanti, a quelli degli aderenti, ai quali si sono aggiunti anche quelli di altri autorevoli compagni che hanno arricchito il dibattito, più a titolo personale che come membri di partito o di associazioni di tutta la sinistra, da SEL al Psi, compresa la componente laburista del PD.
Vorrei citali tutti con i nomi e anche i loro passaggi significativi, ma, facendo i nomi, ne dovrei sicuramente tralasciare qualcuno, e siccome siamo tutti intervenuti in un ambito significativo, paritetico e corale, sarà opportuno solo menzionare il “coro”, e poi sicuramente ci sarà in seguito chi potrà e saprà farlo meglio di me.
Quello che mi sta particolarmente a cuore, come socialista tornato “in ballo” in seguito a tanti anni di diaspora e persino di lontananza dalla politica, è sottolineare il fatto che, dopo circa tre anni di impegno piuttosto fitto ed assiduo per sottolineare e concretizzare i valori dal Socialismo italiano a tutto campo, dalle riunioni, ai socialnetowork, all'associazionismo, ai siti web, nelle scuole e nelle commemorazioni delle amministrazioni locali, non senza difficoltà e vari contrasti persino tra di noi, finalmente, dopo tanto “agitarsi”, qualcosa di concreto si è visto, in uno dei luoghi e in uno dei momenti cruciali, non solo della nostra storia, ma soprattutto della nostra identità politica, morale e culturale.
Tutti gli interventi hanno messo in risalto la necessità e l'urgenza di un progetto di stampo socialista ed europeo che possa validamente dare delle risposte e fare uscire dalla crisi il nostro Paese con un profilo più moderno, più efficiente e soprattutto più equo e solidale.
E questo vuol dire, in termini molto semplici ma particolarmente efficaci, con un salto di qualità dell'impegno politico per affermare più libertà, e dunque più democrazia, e maggiore giustizia sociale.
Questi saranno i capisaldi dell'impegno di quella che possiamo chiamare la nuova Costituente Socialista Democratica Italiana.
Siamo ad un punto di non ritorno, le politiche neoliberiste ed un'Europa prona al monetarismo esigono infatti come imperativo categorico una nuova progettualità ed una nuova concretezza socialista a livello continentale.
L'Europa dei banchieri rischia di frantumarsi in un asfittico regionalismo, retaggio di proteste a sfondo populista, è necessario invece recuperare ampi margini di sovranità nazionale e patriottica, associando ad essi politiche socialmente avanzate e competitive, sia sul piano produttivo che su quello dei modelli sociali.
La convinzione comune dei partecipanti di ieri è che si debba rafforzare in ogni componente politica l'impegno socialista affinché trovi modo di mantenersi trasversalmente e sinergicamente unito negli intenti e negli obiettivi di fondo da conseguire.
Sarà per questo opportuno ritrovarsi periodicamente a discutere e concretizzare i nostri orientamenti comuni in altre occasioni future analoghe, e con le stesse modalità di partecipazione.
C'è stato anche chi ha sottolineato la necessità di costituire da subito un nuovo soggetto politico, ma , obiettivamente, possiamo riconoscere che questo processo in corso ha già portato, di fatto, alla realizzazione di un' area comune trasversale. L'incontro del 21 gennaio 2012 non può dunque non assumere una importanza storica in tal senso.
Sono necessari dei tempi di maturazione, un embrione infatti non può uscire subito alla luce del sole, ha bisogno di una certa gestazione, ma, ed è questo il punto cruciale, non di una “gravidanza” che sia troppo breve o troppo lunga. Perché in entrambe i casi sarebbe destinato ad essere abortito.
Noi abbiamo di fronte un cammino che ci porterà alle elezioni politiche non più tardi della primavera estate del 2013, con un governo che sappiamo non essere minimamente sostenibile con istanze socialiste.
Nel periodo quindi che ci resta, prima di tale cruciale appuntamento, dobbiamo saper maturare una proposta politica alternativa e credibile sul piano socialista, democratico ed europeo e farla valere in ogni componente delle realtà dei partiti politici esistenti nella sinistra. Specialmente se, come appare sempre più probabile, ampi settori del Partito Democratico riterranno di dover proseguire il loro iter nel sostegno a politiche centriste e neoconservatrici come quelle messe in atto oggi dal governo Monti, anche dopo le elezioni e con una stretta collaborazione con il “terzo polo”.
Chi dice che abbiamo un grande futuro sulle spalle non dice tutta la verità, perché il futuro migliore è quello che si riesce a guardare in faccia e che si avvicina progressivamente ed inesorabilmente verso di noi.
Noi dunque non portiamo il futuro del socialismo sulle “spalle” come un onere gravoso, ma andiamo ad incontrarlo, costruendo gradualmente un vero e proprio “riformismo rivoluzionario”, fatto di cultura, di testimonianza e di impegno sul campo, non di accordi di vertice o di una spasmodica ricerca della conquista di una leadership.
Ieri non c'era alcun “direttore del coro” attorno al quale aggregarsi e in nome del quale affermarsi, e questa è stata forse la dimostrazione più lampante del nostro “socialismo in atto” del nostro essere socialisti “in progress”, in itinere, della volontà di camminare insieme mano nella mano.
Dobbiamo dare una risposta adeguata ed urgente ad ampi settori maggioritari della società che ormai sono già preda della disperazione, in certi casi persino dell'autodistruzione, e del ribellismo populista.
Possiamo farcela, facendo nascere ciò che il 21 gennaio del 2012 è stato seriamente ma anche gioiosamente concepito.
Una gravidanza umana dura circa nove mesi, considerando quindi le nostre future scadenze politiche ed elettorali, direi di assumere questo lasso di tempo concretamente come quello che è necessario anche per la nostra “gestazione”, di più sarà troppo tardi, di meno credo che sia troppo presto.
Non vedremo un fiocchettino azzurro alla fine e nemmeno uno rosa, ma uno bello rosso c'è da augurarselo davvero.
Auguri quindi a tutti, compagni, di buona gravidanza, quella che, volenti o nolenti che siate, sta crescendo dentro ognuno di noi.
Venceremos!
C.F.


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