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martedì 20 novembre 2012

14 NOVEMBRE: FIASCO A POMIGLIANO PER LA FIOM?



14 NOVEMBRE: FIASCO A POMIGLIANO PER LA FIOM?
-Vita di delegato V-


di Lorenzo Mortara
RSU Fiom-Cgil



Le colonne della stampa (vedi articolo fotografato sotto) hanno subito sottolineato il fiasco della Fiom nello sciopero del 14 Novembre a Pomigliano, ignorato a loro dire dai lavoratori dell’ex Fabbrica Italia. Qualche lavoratore si è subito premurato di farcelo sapere appendendo nella nostra bacheca sindacale l’articolo appena citato. Di regola, la stampa in generale non fa testo, figuriamoci La Stampa degli Agnelli, cioè dei servi quotidiani dei padroni della FIAT. Prendere quel giornale come punto di riferimento, è come basarsi sulla testimonianza di Giraudo per dedurre l’innocenza di Moggi. Non è dai padroni e dai pennivendoli al loro servizio che bisogna informarsi sulla riuscita dei nostri scioperi, ma dai lavoratori stessi. Pomigliano non ignora affatto lo sciopero della Fiom, come titola La Stampa, chi lo vorrebbe ignorare indipendentemente dalla riuscita sono i padroni di Pomigliano, perché degli scioperi hanno paura anche solo a nominarli. Da questo punto di vista lo sciopero a Pomigliano, come qualunque altro sciopero, è perfettamente riuscito. Quand’anche però lo scribacchino dica il vero (e tanto lontano dal vero non è) non c’è da stupirsi: del 50% dei lavoratori che Marchionne ha messo in cassa integrazione, c’è tutto il fior fiore della Fiom, i lavoratori più coscienti e combattivi di tutti i metalmeccanici. A lavorare a Pomigliano sono rimasti crumiri, mezze cartucce e altri meritevoli aspiranti schiavi. Anche nel 1980, dopo la storica sconfitta ad opera dei 40˙000 marcianti ai piedi dell’Avvocato, alla Fiat non si mosse operaio per anni, perché il precedente Marchionne, e cioè Romiti, quello che oggi, per via di alcune sue melense dichiarazioni fuori luogo e fuori tempo massimo, la solita, insopportabile intellighenzia di corte “a sinistra”, fa passare come l’antitesi all’uomo col maglioncino, fece fuori, proprio come il suo successore, tutta la vecchia guardia della Fiom, che allora era nascosta sotto il manto dell’FLM, ma non tanto da non dare nell’occhio lo stesso, ed essere riconosciuta dal vecchio satrapo. Tuttavia, anche se a Pomigliano sono rimasti i lavoratori più deboli e impauriti, un crumiro non è mai crumiro per sempre. Il crumiro di ieri, assunto oggi come schiavo a Pomigliano, sarà il ribelle di domani che imparerà sulla sua pelle a scioperare e a spezzare le catene. Bisogna solo dargli il tempo di fare l’esperienza che gli manca. E noi gliela daremo, e quando sarà pronto saremo lì per aiutarlo. Speriamo, per allora, di trovarci anche gli attacchini che si felicitano quando gli scioperi falliscono, perché in caso contrario, non ci saranno più notizie da appendere, e gli attacchini dovranno passare direttamente ai manifesti funebri, e il primo sarà il loro. Ho buone ragioni di credere che tutto ciò non accadrà. Nel 1980, infatti, eravamo un movimento operaio in fase discendente, ora siamo in un periodo di ascesa, anche se i filistei ancora non se ne sono accorti. Anche perché la Fiom che dovrebbe accelerare i tempi, negli ultimi sta facendo il possibile per ritardarli più di quanto già non ci abbiamo fatto aspettare. E li aspetteremo ancora per un po’ finché la Fiom starà alla coda della Camusso nelle piazze e siederà ai banchetti referendari in compagnia dei forcaioli dell’italietta dei plusvalori e degli eroi di Stalinismo, Inquinamento e Libero commercio. E se fiasco c’è stato il 14, il fiasco è quello e solo quello. Perché per quanto la Fiom la stia ritardando con i suoi tentennamenti, la Storia è di nuovo in marcia, e chi vede nel fiasco dello sciopero a Pomigliano la prova dell’adesione dei lavoratori al Progetto Marchionne, non ha ancora capito un tubo di lotta di classe. Le condizioni a Pomigliano sono così terribili che gli operai sanno bene che nessun sciopero simbolico di 4 ore può riuscire. Perciò il 14 Novembre hanno conservato le energie. Lo sciopero mancato a Pomigliano non indica affatto la resa degli operai, al contrario è il simbolo della rincorsa che stanno prendendo per la loro imminente riscossa.


Stazione dei Celti
20 Novembre 2012


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