MASSA E MEDIA
di Fausto Rinaldi
Il "vulnus" da
sanare è quello relativo alla negazione sostanziale di una efficacia nei
processi in cui viene chiamata in causa la partecipazione alla politica da
parte delle masse, condizione che non può, storicamente, essere soddisfatta
dalle declinazioni del concetto di "democrazia" che sono state
ammannite, nel corso della storia, a collettività sopite.
L' organizzazione dello Stato democratico presiede alla conservazione ed alla perpetuazione degli interessi di élites economiche, che, legate alle entità delegate alla rappresentanza politica della cittadinanza (partiti politici ed associazioni anche locali di vario genere) da interessi politico-economici e di prossimità sociale o familiare, vengono a formare oligarchie che danno luogo a sistemi di "governance" il cui ruolo repressivo nei confronti delle masse popolari si inasprisce in occasione delle crisi sistemiche originate dal capitalismo, nelle varie forme da questo via via assunte.
Siamo, "de facto", in presenza di uno Stato liberale che, "de jure", si presenta alle masse come Stato democratico.
L' organizzazione dello Stato democratico presiede alla conservazione ed alla perpetuazione degli interessi di élites economiche, che, legate alle entità delegate alla rappresentanza politica della cittadinanza (partiti politici ed associazioni anche locali di vario genere) da interessi politico-economici e di prossimità sociale o familiare, vengono a formare oligarchie che danno luogo a sistemi di "governance" il cui ruolo repressivo nei confronti delle masse popolari si inasprisce in occasione delle crisi sistemiche originate dal capitalismo, nelle varie forme da questo via via assunte.
Siamo, "de facto", in presenza di uno Stato liberale che, "de jure", si presenta alle masse come Stato democratico.
Le funzioni dello Stato liberale sono limitate a compiti di difesa e ordine pubblico: l'intervento in economia è volto e limitato a garantire che i soggetti economici si muovano ed operino secondo la legge di mercato, funzionalmente alla dottrina economica del "laissez faire".
Lo Stato inteso come "incubatore" delle iniziative di impresa e, quindi, fornitore di un quadro normativo e di un sistema di regole di rango costituzionale volti ad assicurare il funzionamento dell'economia di mercato ispirata ai principi liberali.
Lo Stato, inteso come detentore monopolista del diritto alla violenza, utile, quando necessario, a sedare col manganello le istanze scomposte di moltitudini facinorose.
La sistematica deregolamentazione, compiuta in questi anni, va in questa direzione; ovverossia, concedere piena autonomia all'iniziativa economica individuale (impresa); conseguentemente, il lavoro viene considerato come una mera variabile del ciclo produttivo e, come tale, assoggettato in ogni sua componente alle logiche del profitto imprenditoriale.
Le forze politiche e sociali (partiti, sindacati, associazioni di categoria, galassia no-profit, etc.), rapite dal "dominus" economico neoliberista e incapaci di opporre teorie concorrenti, galleggiano pigramente sull'onda lunga del pensiero dominante, cercando di raccattare qualche prebenda distrattamente fatta scivolare sotto al tavolo dalle grasse dita di qualche tronfio frequentatore di summit confindustriali sammargheritesi.
Ergo, assistiamo al potere esercitato da una ristretta minoranza organizzata (tesi "elitista") nei confronti di moltitudini incapaci di acquisire una coscienza di classe in grado di produrre una mobilitazione orientata alla costruzione di uno Stato realmente collettivista.
La formazione e la continuazione dell'"illusione democratica" viene
demandata ad un sistema mediatico che, per quanto apparentemente libero da
condizionamenti gerarchici, opera una sistematica propaganda a favore di
un'ideologia ormai solidamente innervata nell' "ethos" sociale.
La manipolazione e la modellazione del pensiero dominante avvengono attraverso gli innumerevoli travisamenti dei fatti ammanniti quotidianamente a masse di teleascoltatori inerti, con lo scopo di modificare la percezione della realtà e di incanalare l'interpretazione degli avvenimenti entro gli ambiti di teorie utili al potere, spacciandole per verità incontrovertibili.
Il legame del sistema mediatico con le masse viene gestito attraverso uno strumentale rapporto di semplificazione - riservato a chi si rivolga ad una entità incapace di assimilare concetti eccessivamente complessi ed articolati - che disvela la volontà strumentalizzante e corruttiva del potere nei confronti delle moltitudini. Il mainstream mediatico, l'informazione colonizzata plasmano le menti fornendo modelli interpretativi standardizzati e univoci, attraverso l'apparato di consenso, controllo e repressione a matrice borghese costruito e perfezionato nel corso degli anni.
Siamo di fronte alla fredda modellazione delle coscienze ed alla creazione di un insieme di comportamenti standardizzati, con lo scopo di impedire la formazione di una solida coscienza critica nell'individuo, onde renderlo più permeabile alle induzioni pubblicitarie e più ricettivo nei confronti dell'"informazione" manipolata.
La manipolazione e la modellazione del pensiero dominante avvengono attraverso gli innumerevoli travisamenti dei fatti ammanniti quotidianamente a masse di teleascoltatori inerti, con lo scopo di modificare la percezione della realtà e di incanalare l'interpretazione degli avvenimenti entro gli ambiti di teorie utili al potere, spacciandole per verità incontrovertibili.
Il legame del sistema mediatico con le masse viene gestito attraverso uno strumentale rapporto di semplificazione - riservato a chi si rivolga ad una entità incapace di assimilare concetti eccessivamente complessi ed articolati - che disvela la volontà strumentalizzante e corruttiva del potere nei confronti delle moltitudini. Il mainstream mediatico, l'informazione colonizzata plasmano le menti fornendo modelli interpretativi standardizzati e univoci, attraverso l'apparato di consenso, controllo e repressione a matrice borghese costruito e perfezionato nel corso degli anni.
Siamo di fronte alla fredda modellazione delle coscienze ed alla creazione di un insieme di comportamenti standardizzati, con lo scopo di impedire la formazione di una solida coscienza critica nell'individuo, onde renderlo più permeabile alle induzioni pubblicitarie e più ricettivo nei confronti dell'"informazione" manipolata.
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