UNA BREVE NOTA SUGLI
SCONTRI DI ROMA
di Stefano Santarelli
Che
ieri ci sarebbero stati scontri era già facilmente intuibile soltanto
limitandosi a passeggiare a Porta Pia dove doveva partire il corteo il quale ha
aspettato ben due ore prima di muoversi. Un corteo, questo va detto, estremamente
pacifico e festante.
Quello
che appariva subito evidente era la mancanza di una direzione politica e
organizzativa della manifestazione. Era infatti emblematico un manifesto
dell’area, chiamiamola antagonista, che propugnava un “corteo meticcio, antirazzista e antifascista” e lo striscione
iniziale del corteo era per la difesa del diritto alla casa, certamente un
diritto sacrosanto figuriamoci, ma in questo contesto erano parole d’ordine che
definire più che generiche è dire poco specialmente per una manifestazione che
oggettivamente rappresentava la prima protesta di piazza contro il Governo
Renzi/Berlusconi e che non denunciava, come abbiamo visto, con la dovuta forza
la criminale politica dell’Unione Europea verso i ceti più deboli della nostra società.
Questo
corteo ha visto una partecipazione estremamente ridotta rispetto alle giornate
del 18 e 19 ottobre, e di questo dovremmo tutti quanti riflettere.
Fin
dall'inizio è stato letteralmente circondato da imponenti forze di polizia che
aspettavano solo un pretesto per attaccarlo. E tale pretesto è stato immediatamente
fornito dai cosidetti Black Bloc (anzi oggi Blu Bloc) che costituivano, come negli
scontri di due anni fa, una esigua minoranza non rappresentativa del corteo, un corteo che come
allora non era dotato di un minimo di Servizio d’ordine.
Questa
manifestazione è finita quindi nel peggiore dei modi con scontri violentissimi che
hanno coinvolto come al solito non i provocatori ma i pacifici manifestanti ed
è emblematico l’atteggiamento della polizia che all’inizio ha lasciato campo
libero ai Black Bloc per poi caricare violentemente a Piazza Barberini il
corteo.
Il
Governo Renzi/Berlusconi si è mostrato quindi con il suo vero volto, un volto
violento ed insensibile alle tematiche sociali che questa manifestazione, sia
pure con tutte le sue contraddizioni, portava avanti.
Un
bruttissimo segnale a cui corrisponde una incapacità di tutta la sinistra
radicale a essere veramente alternativa a questo stato di cose.
Condivido l'analisi fatta. Ma devo fare alcune precisazioni su alcune inesattezze. Il servizio d'ordine c'era ed era anche agguerrito. La deviazione verso via Veneto non è stata una incursione, ma pianificata e concordata dalle anime del corteo. Forse era previsto solo il lancio di ortaggi e qualche bottiglietta, ma la "minoranza" ha provocato , cercato lo scontro con il lancio di bombe carta ed allora la reazione di una pattuglia di appena una ventina di celerini è stata inevitabile.
RispondiEliminaLA verità, che è apparsa anche evidente negli interventi dell'assemblea a Porta Pia il giorno dopo, è che vi sono due anime nel movimento. Quello che vede nelle giornate del 18 e del 19 un momento per la costruzione di quell'unità fra mondo del lavoro e del precariato. la costruzione di un "blocco sociale" e coloro che invece seguono la logica anarco-movimentista, l'ACAB, lo scontro violento come momento di "visibilità mediatica" convinti che cosi si aggregano le masse sfruttate, ma che ancora non hanno preso coscienza. Ed è per questo che occorre lavorare dentro queste dinamiche proprio per raggiungere le nuove forme di disubbidienza sociale e nuove forme di aggregazioni di tutti i settori di nuova proletarizzazione, ( ceto piccolo e medio borghese) e mondo del lavoro e del precariato e dei bisogni sociali. Riunire insomma i vari spezzoni di movimento localistici e settoriali, su un vasto programma politico di alternativa e di cambiamento culturale e politico
Un servizio d'ordine "agguerrito" in una manifestazione nazionale non si fa travolgere da "una pattuglia di appena una ventina di celerini".
RispondiEliminaQuando si lanciano sampietrini e bombe carta e non "ortaggi e qualche bottiglietta" il minimo che si possa pretendere è una carica della polizia.
Il vero problema politico è che una manifestazione nazionale come quella di sabato, come quella di due anni fa a San Giovanni, non può essere ostaggio di una minoranza non rappresentativa che gioca a fare la guerra e non a fare crescere le coscienze come era lo scopo di questo corteo.
In caso contrario, se non emarginiamo i Black Bloc (o come li vogliamo chiamare) queste manifestazioni rischiano di essere inutili se non addirittura controproducenti.
QUELLI CHE IL 12 APRILE
RispondiEliminaQuelli che al momento di decidere il percorso non ricordavano le manifestazioni dei primi anni '80 per il budello di via Barberini e le cariche e i lacrimogeni fin dento il traforo Umberto I°. Oh, yeah...
Quelli che auspicavano il corteo di duri e puri ma quando poi la polizia ha caricato hanno scoperto che essere in centomila sarebbe stato meglio che essere in diecimila.
Quelli che non immaginavano che i luoghi del potere il sabato pomeriggio fossero deserti e che per strada ci saresti stato solo tu e gli sbirri.
Quelli che praticano l'arte dell'attacco simbolico ma ignorano quella della ritirata ordinata.
Quelli che pensano che andare ad una manifestazione sia un modo per visitare il centro di Roma e che stare in cordone con gli altri compagni sia un fastidio inutile.
Quelli che quando la polizia carica pensano che schiacciarsi in tremila su un marciapiede sia un modo di non buscarle.
Quelli che si sono disfatti della tutina celeste che mi ha fatto inciampare in via del Tritone.
Quelli che in mezzo al tunnel sotto il Quirinale hanno avuto la grande idea di lanciare un po' di fumogeni.
Cari compagni, la prossima volta...
DA CONTROPIANO
@Santarelli
RispondiEliminaNon è per fare polemica, ne discussioni a ping pong, ma occorre precisare. L'incursione in Via Veneto era stato concordato tra le "anime del movimento" Infatti il grosso è rimasto giù a Piazza Barberini e il resto è salito in Via Veneto. Che c'entra il servizio d'ordine?
E' stata proprio l'inconsistenza e "i duri e puri" a parole che ha consentito a quella ventina di celerini di attaccare e a far fuggire a gambe levate i "rivoluzionari" Hanno cercato lo scontro salvo poi darsi a gambe levate quando la carica inevitabile è arrivata. Quello scontro non era previsto , ne preventivato, ma deciso da quella minoranza strada facendo, visto il varco apertosi in via Veneto e era concordato che vi fosse solo un lancio di ortaggi. Infatti dopo la sfuriata quello spezzone di corteo stava arretrando a "marcia indietro". Poi c'è stato il lancio di bombe carta delle tute blu e nere e inevitabile c'è stata la carica che per il resto del corteo è arrivato all'improvviso e inaspettato.
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Quel pezzo del movimento , è un'anima del movimento e più che isolata, più che la divisione fra i "buoni" e i "cattivi" va coinvolta nella gestione dei cortei. Se si vuole uscire dalla logica dello scontro fisico fine a se stesso, se si vuole porre termine a forme di proteste sterili, le accampate, le passeggiate romane occorre che vi siano parole d'ordine unificanti e non generiche. Punti di un programma concreto e non solo slogan generici e fumosi. Va bene il diritto alla casa, il no MUOS, il NO TAV , ma accanto a questo deve entrare la logica dell'uscita dalla logica del profitto, per unificare tutti i settori che oggettivamente, in concreto e non solo ideologicamente sono anticapitalisti, settori e ceti colpiti dalla crisi sistemica, emarginati dal mondo del lavoro e dal mondo della rendita.
Caro czingc Czingc,
RispondiEliminapermettimi di dire (e non sono l'unico in verità come puoi vedere)che sabato la scelta di una "incursione" a Via Veneto "concordato con le varie anime del Movimento" è stata come minimo una prova di grave "ingenuità politica" visto che non vi era la forza di poterlo fare e che ha permesso ad una minoranza -lo ripeto non rappresentativa- di provocare una reazione spropositata da parte della polizia che ha attaccato il corteo pacifico a Piazza Barberini.
Reazione della polizia tra l'altro molto prevedibile.
E' mancato quindi a mio avviso un vero servizio d'ordine, ma cosa più importante è mancata una direzione politica.
Credo che di questo ne dovremmo anche parlare fra di noi seriamente Mercoledi 23 Aprile a Via Galilei.
Spero di incontrarti in quella sede.
Cordialmente
Stefano Santarelli
Ho l'impressione che ci si sia parlando addosso dicendoci le stesse cose. In sintesi. Concordo sul fatto che vi era una minoranza ed una maggioranza nel corteo( quello che definisco le due anime del movimento) e che da parte di questa ( forse per eccesso di democraticità? e quindi di capacità?) è mancata la "direzione politica" più che quella "disciplinare" ( servizio d'ordine dei "bei" tempi del Katanga). Una cosa però è per me chiara. Che i tempi del manifestare sia come scontro fisico sia come quella della passeggiata romana sia come l'accampamento è terminato. ( cosa chiara fin dalla manifestazione del 15 ottobre , ma che si è fatto finta di nascondercelo e di non trarre le debite conseguenze.Quella del #12A ne è la riproposizione.)Quali sono le conseguenze? Per me o si cambia strategia e conseguentemente modi e forme del manifestare che non può piu essere la protesta e il dissenso , ma che deve riproporre e proporre alternative con un programma del "per" e non piu del "contro". Del"fare". MA qua ne discende che occorre sia il soggetto che non può essere frammentato e "liquido" in mille rivoli del dissenso localistico e settoriale, ma che lo "supera" in senso hegeliano e lo allarghi, se non saremo capaci di farlo,anche questa crisi sistemica, sarà superata in senso capitalistico e borghese
RispondiEliminaP.S.
Purtroppo per il 23 non sarò a Roma, quindi sarà per la prossima occasione!