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martedì 18 agosto 2015

LA PRIMA VOLTA DI EDERA di Sara Palmieri






LA PRIMA VOLTA DI EDERA
di Sara Palmieri



Edera compie cento anni. Sembrano tanti, ma le sono passati in fretta, nonostante la guerra e la povertà. Si è sposata giovanissima con Ivo ed hanno avuto cinque figli. Tutta la sua vita è trascorsa in campagna. La sua giornata iniziava presto, all’albeggiare, ad accudire gli animali e nei campi, a seminare o a mietere, a piantare o a raccogliere. Seguiva la cura della casa, della cucina, dei vestiti da rammendare, lavare, stendere, raccogliere, stirare. E i doveri di moglie, quelli che di solito si compiono di notte.

Una vita di fatica, di impegni, di obblighi, di doveri morali, fisici, pratici. Poco per sé: la soddisfazione di ultimare un ricamo, una visita ad Ada, la vicina. Ma sempre di fretta e con il cruccio di sottrarre tempo a qualcosa e a qualcuno. Anziana, i figli sono andati via ed Ivo è morto. 

nipoti, per alleviarle l’inattesa solitudine, le hanno regalato un televisore. Dal suo antico letto di legno, sostenuta dai cuscini per attenuare l’asma, Edera si è appassionata ai documentari, soprattutto a quelli sulla natura. E’ stato così che un giorno le è apparso il mare. Non che ne ignorasse l’esistenza. I figli e i nipoti ci vanno ogni tanto. Ma lei non aveva mai avuto il tempo di pensarci e tanto meno di andarci. Si è detta che non poteva morire senza aver visto il mare. 
Così, per il suo centesimo compleanno, ha espresso questo desiderio. Per raggiungere la costa più vicina occorrono sei ore, Edera, nonostante l’asma, è ancora in salute. Elio, il nipote, ha prenotato una camera in un albergo sul mare e la stagione è quella giusta. D’altra parte non c’è tempo da perdere. 

In primavera le spiagge sono ancora quasi deserte e il mare può apparire calmo o in tempesta; Edera potrà apprezzarne le due versioni. Quando l’auto percorre l’ultima curva, il mare sbuca immenso, sberluccicante nei suoi diversi toni di blu. I gabbiani planano lenti su onde appena un po’ crespe. Nell’orizzonte, appena visibile, un peschereccio scivola ardito. 
Edera sgrana gli occhi, con un gesto veloce della mano si toglie il fazzoletto dalla testa e con la bocca aperta ad “O”, sospira con forza: “Scandalo, quanto è grande il mare!”Perché scandalo?” – chiede Elio. “Perché ho vissuto per cento anni senza averlo mai visto. Oggi è la prima volta” – risponde Edera. 

Il balconcino della stanza d’albergo dà proprio sulla spiaggia e lei siede lì per tutta la vacanza, osservando il mare dall’alba al tramonto e con la luce della luna. Lo ha toccato e assaggiato, si è perfino bagnata i piedi. 

La notte prima di ripartire, Edera non ha dormito. Si è chiesta quante cose nella sua pur lunga vita non ha visto o fatto. Andare in barca o in aereo, passeggiare in città, prendere un tram, guidare un’automobile. Piccoli, innocui piaceri ormai preclusi? Forse no. Ha stilato un elenco e cernito i fattibili. In macchina ha detto ad Elio: “Non posso ancora morire, c’è troppo da vedere!”


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