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venerdì 25 settembre 2015

PER UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE DELLA SINISTRA di Lucio Garofalo





PER UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE DELLA SINISTRA 
di Lucio Garofalo


Non vi sono più modelli di riferimento, né di partito o dinamiche di lotta, per il moderno proletariato. E non vi sono modelli di riferimento sul modo in cui riorganizzare la vita umana sul nostro pianeta, modelli di economia, di istituzioni, di funzionamento democratico e via discorrendo. 

Delle vecchie teorie rimangono cose fondamentali come l’egualitarismo, il riconoscimento dell’umanità come un unicum inscindibile, i diritti ed i doveri della persona umana, il rigetto di ogni forma di dominio, la fiducia nelle possibilità che la scienza e la tecnica offrono agli uomini, la salvaguardia della vita e dell’ambiente, presupposti fondanti di una teoria di rigenerazione della società umana, il controllo dello sviluppo della sovrappopolazione, ma tutto il resto, il modo di realizzare la divisione del lavoro a livello internazionale, la distribuzione equilibrata dei beni di consumo, la tecnica amministrativa e di utilizzo delle risorse, è tutto da studiare e sperimentare. 

Sono questi i compiti di una nuova classe dirigente. 

Per quanto immane, il compito che si presenta al proletariato odierno non è impossibile, né disperato, e le potenzialità di sviluppo e di emancipazione, già presenti nella scienza soffocata dal capitalismo, la possibilità di conoscere ed intervenire in ogni aspetto o luogo del pianeta in tempi reali, lo sviluppo di una cultura diffusa e generalizzata sono elementi che concorrono a creare le possibilità e le capacità di assolvere i compiti storici. Il moderno proletariato si candiderebbe a classe dirigente di sé stesso, poiché rappresenta la stragrande maggioranza degli abitanti del nostro pianeta. 

L’idoneità richiesta non è comunque un carattere spontaneo: essa va costruita in quanto il suo formarsi esige una logica, un coordinamento dei movimenti e delle lotte: in breve, una nuova Internazionale. 
Ed anche qui, cosa s'intende per nuovo internazionalismo? Credo che serva un manifesto come quello del Bloco de Esquerda portoghese, pur con tutti i limiti e le insufficienze che contiene. Esso propone il superamento dei partiti nazionali, la formazione di una nuova tendenza marxista rivoluzionaria, un campo di sfida al capitalismo che associ in modo sinergico l’odierno proletariato mondiale. 

Quanti continuano a rimaneggiare gli slogan dei vecchi testi per confezionare le loro ricette sono una zavorra velenosa. Costoro non hanno più nulla da offrire ai proletari del nostro tempo, se non una pessima, grottesca caricatura del comunismo.



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