DOCUMENTO POLITICO DEL PRIMO INCONTRO NAZIONALE DELLA RETE ANTILIBERISTA E ANTICAPITALISTA
L’assemblea
finalizzata alla costruzione della Rete
Anticapitalista, riunita a Roma il 13 dicembre 2015, riconferma i
contenuti sociali e politici espressi nell’Appello antiliberista e
anticapitalista, integrato con l'analisi della
situazione internazionale, con particolare riferimento ai teatri di
guerra, e con gli emendamenti che sono stati proposti sul tema
dell'accordo militare tra lo stato di Israele ed il governo Greco e
sulla questione dell’ambiente in particolare dell'antispecismo.
Più che mai, di
fronte all’offensiva delle classi dominanti in Italia e in Europa,
asservite agli interessi dei grandi gruppi
finanziari, alla Troika, responsabili di scelte che spargono a piene
mani austerità, precarietà, sfruttamento, distruzione del welfare
dobbiamo costruire una risposta unitaria, sociale e politica,
per affermare gli obiettivi della lotta antiliberista a difesa delle
condizioni di vita e di lavoro delle grandi masse popolari nelle
diverse e molteplici articolazioni. E’ un percorso che non vuole e
non deve fermarsi davanti ai pretesi vincoli capitalisti del mercato,
del profitto e delle rendite, ma che anzi vuole metterli in
discussione per aprire la strada a una reale alternativa
anticapitalista di piena democrazia sociale e politica, costruita
sulla autorganizzazione di organismi consiliari nei luoghi di lavoro
e nei territori, e di controllo popolare dal
basso nella società, in una ottica di solidarietà internazionalista
fra le classi lavoratrici e popolari, volta alla costruzione
di un comune progetto politico e sociale alternativo, che abbia come
prospettiva il superamento del capitalismo e l’abolizione dello
sfruttamento.
Nuovi terribili
venti di guerra spirano in Europa e sulle due sponde del
Mediterraneo.
Più che mai è
necessario costruire un forte movimento contro la guerra, per dire
“no” agli interventi militari delle diverse potenze imperialiste,
no al terrorismo, no alle forze oscurantiste e reazionarie dell’Isis
e delle monarchie del Golfo, no a ogni forma di governo dittatoriale
e di oppressione dei popoli, no alla Nato.
Il
nostro punto di riferimento non sono i governi o gli stati, ma gli
interessi e i bisogni sociali e democratici delle masse popolari che
sosteniamo nelle loro lotte contro ogni forma di sfruttamento e
di
oppressione.
Ci opponiamo ai
governi europei che
sostengono coi loro interventi militari la guerra, sperperando
decine di milioni in armi, mentre varano
nei loro paesi misure securitarie
liberticide, che colpiscono i diritti
democratici fondamentali e alimentano
razzismo e l’islamofobia, costruendo il nemico interno
ed “esterno” per dividere le classi lavoratrici.
L’assemblea, per
quanto riguarda la politica italiana, riconferma il giudizio espresso
nell’appello sul ruolo del PD e del suo governo, principale
espressione politica del capitalismo
italiano, e pone la necessità di contrapporvi una reale alternativa
politica. Per noi l’alternatività al PD, sia a quello di Bersani,
sia a quello di Renzi, è un vero e proprio progetto strategico di
classe e non certo, come è nel pensiero e nell’agire dei gruppi
dirigenti della sinistra riformistica una
scelta tattica contingente, modificabile a seconda delle circostanze.
Le opzioni delle
diverse forze politiche che sono in campo per costruire il “nuovo
soggetto della sinistra italiana”, al di là delle attuali
difficoltà a trovare una convergenza organizzativa e di direzione,
sono inficiate da una prospettiva puramente
elettoralistica volta a riproporre
una pallida politica riformista, che
pensa di poter limitare i danni dell’austerità senza avere il
coraggio e la volontà di rimettere in discussione gli assetti di
fondo della struttura capitalista, né
delineare un' alternativa strategica.
Noi non
sottovalutiamo il significato della presenza nelle istituzioni, ma
deve essere sostenuta da un forte radicamento territoriale, dalla
capacità di lotta sui luoghi di lavoro e di studio,nei territori,
per l’occupazione, il lavoro e il reddito, la difesa dell’ambiente,
contro ogni forma di razzismo o fascismo.
Dobbiamo contrastare
ogni forma di repressione padronale e governativa dei movimenti, a
partire dalla difesa di esperienze di lotta preziose come la Val Susa
ed altre mobilitazioni analoghe.
Denunciamo, inoltre,
le misure che si vogliono mettere in atto contro il diritto di
sciopero, l'attacco alla contrattazione
collettiva nazionale a favore di quella aziendale, alla
rappresentanza politica dei lavoratori; vogliamo costruire dal basso
nuove forme di partecipazione e decisione democratica nei
luoghi di lavoro, attualizzando la forma consiliare ed il controllo
operaio sulla produzione.
L’assemblea
riafferma il ruolo e l’importanza della Rete delle forze e dei
soggetti che, partendo dalle battaglie antiliberiste si muovono in
una prospettiva anticapitalista e si impegna a
costruire attraverso una agenda e pratiche di lotta condivisa.
Questa Rete vuole
favorire la nascita di forme di coordinamento, di
collegamento, di discussione e di iniziativa di tutte/i coloro che
non si rassegnano allo spirito reazionario dei tempi, ma vogliono
tenere la barra dritta su un progetto alternativo anticapitalista.
Per questo nel
prossimo periodo vogliamo costruire tre campagne nazionali da
articolare secondo le specifiche esigenze territoriali:
- Lotta contro la guerra per impedire nuovi interventi militari in Medio Oriente, a partire dalla costruzione di un fronte di opposizione sociale nel nostro paese, chiedendo il ritiro delle truppe italiane dai tanti teatri di guerra in cui sono presenti e una drastica riduzione delle spese militari, delle leggi liberticide e delle politiche anti-immigrazione.
Questa campagna si
pone l’obiettivo di interrompere immediatamente i rapporti e la
vendita di armi ai regimi reazioni come l’Arabia Saudita, le
monarchie del Golfo, la Turchia, che finanziano direttamente o
indirettamente le organizzazioni terroristiche come l’ISIS.
In un’ottica di
solidarietà internazionalista, ci muoveremo anche per sostenere
attivamente le forze comuniste e progressiste curde e presentare la
richiesta di rimuovere l'inserimento del
PKK, una delle forze popolari che combatte realmente l’ISIS, dalla
lista delle organizzazioni terroriste. Su questa
specifica questione l'assemblea lancia una petizione popolare da
indirizzare al parlamento europeo.
- Vogliamo costruire la solidarietà e il sostegno alle lotte in corso; vogliamo lavorare per sviluppare una iniziativa ampia e plurale per la difesa del diritto di sciopero, la contrattazione collettiva nazionale, il reddito minimo garantito, ed anche di sostegno alle pratiche di lotta, alla loro convergenza ed unità, tra la sinistra Cgil ed il sindacalismo di base, sviluppando piattaforme di mobilitazione unitarie delle classi lavoratrici, nelle varie forme, più o meno precarie, in cui oggi il lavoro viene sfruttato.
- Vogliamo inoltre costruire una mobilitazione contro il debito, le privatizzazioni dei beni comuni, dei territori, delle aziende pubbliche locali, contro le grandi multiutility, contro lo Sbocca Italia, che autorizza la depredazione capitalistica e speculativa dell'ambiente, sostenendo la campagna lanciata da Attac “Riprendiamoci il comune”, che pone il tema della partecipazione popolare nei processi decisionali e per la costruzione di una nuova finanza pubblica.
L'assemblea ha poi
espresso l'esigenza di approfondire alcuni nodi politici e
strategici, a partire dalla difficile relazione tra le sinistre e il
problema del governo, l'opposizione all'UE e
ai suoi trattati senza arretrare sul terreno del nazionalismo, che è
l’altra faccia della globalizzazione.
Troppe volte i
governi di centro sinistra, ma anche quelli della cosiddetta
“sinistra radicale e antiliberista” (vedi il caso di Syriza in
Grecia), alla prova del governo, hanno finito sostanzialmente
con l'assumere e/o subire i ferrei dettami dell' UE e della Troika.
Dunque, sposare la logica, attualmente dominante e pervasiva, della
“governance della crisi” da sinistra, pone delle ineludibili
criticità sul piano teorico e politico. Proprio per questo,
l'assemblea ha deciso di tenere entro l’estate un primo importante
momento di approfondimento e confronto collettivo.
Altro tema di
discussione pubblica, che struttureremo sottoforma di convegno, sarà
la costruzione di un nuovo internazionalismo, per strutturare
l'opposizione all’Unione Europea, alle politiche della Troika e dei
suoi trattati e contrastare l’egemonia della destra razzista
fascistoide e nazionalista.
Per evidenti
problemi di costi, proponiamo che questi due importanti momenti di
discussione e confronto sul terreno programmatico e strategico si
possano tenere uno nel centro sud e l'altro al nord.
L'assemblea da’
indicazione operativa a tutti i territori di organizzare assemblee di
presentazione della Rete Antiliberista e Anticapitalista. Ove non ne
esistessero ancora le condizioni, si da’ indicazione di organizzare
assemblee a carattere regionale o macro territoriale.
Infine, la Rete
Antiliberista e Anticapitalista si dota di un gruppo di
Coordinamento, composto da sei persone, che avrà il compito di
coordinare le campagne nazionali con i relativi materiali,
organizzare i due convegni (tema del potere e tema
dell’internazionalismo) e convocare un primo coordinamento
nazionale entro la metà di febbraio.
Con il graduale
sviluppo della Rete e la sua estensione nel territorio, il
coordinamento nazionale diverrà l'espressione dei nodi territoriali.
Il gruppo di
Coordinamento nazionale proporrà ai nodi territoriali tempi e
modalità della discussione.”
Approvato
all'unanimità
Roma, 13 dicembre
2015
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