TUTTI
GLI UOMINI DEL RE
di
Stefano Santarelli
“Sono
un politico, e noi non abbiamo amici”
Il
romanzo di Robert Penn Warren “Tutti gli uomini del Re”
scritto nel 1946 e vincitore del Premio Pulitzer, e due anni dopo
adattato anche per il teatro, forse non è un libro di facile lettura
fosse soltanto per la mole, ma costituisce indiscutibilmente una
delle migliori denunce di una politica senza principi morali ed un
ritratto spietato di quella statunitense in particolare. Un testo che
indiscutibilmente è il miglior romanzo politico americano del
novecento nella sua riflessione sull'idealismo corrotto del potere e
sulla logica del compromesso per non fare cambiare lo stato delle
cose.
Una delle prime recensioni è quella di Orville Prescott, critico del New York Times,
che il 16 agosto 1946 elogia così il romanzo: “Nato
nel Sud, nel Kentucky, e cresciuto nel Tennessee (…) Warren ha
scritto un romanzo accidentato e ostico come una strada di tronchi
sulla palude, irrisolto, incerto davanti ai problemi della vita (…)
eppure magnifico, vivace da leggere, con tensione scintillante (…)
intriso di emozioni feroci, con ritmo narrativo e immagini poetiche
scintillanti, non un “romanzo di lettura” (…) ma un testo che
non ha pari (…) non da leggere pigri, distesi su un’amaca, ma da
divorare sino alle tre di notte, da portare in treno e in
metropolitana e leggere mentre aspettate il tram, un appuntamento,
l’ascensore o – se capitasse - un passaggio su un elefante (…)”
Ed
effettivamente Prescott non ha esagerato con questo omaggio all'opera
di Penn Warren.
L'ascesa
di un oscuro outsider, Willie Talos, un ingenuo venditore a domicilio
di origine contadina che con grandi sacrifici si laurea in Legge e
che diventa in brevissimo tempo il governatore di un non meglio
precisato stato del Sud (nelle versioni cinematografiche questo stato
è la Louisiana). Talos parte da nobili principi morali facendosi
paladino delle giuste istanze di progresso, cambiamento e speranze
delle masse contadine ancora colpite dagli effetti della grave crisi
economica del 1929, ma che purtroppo si trasformerà in brevissimo
tempo in un cinico politicante del tutto identico a coloro che
denunciava all'inizio della sua attività politica.
In
questa sua traiettoria politica Willie Talos viene aiutato da un
giornalista, Jack Burden, che contrariamente a lui è un uomo colto
proveniente da una famiglia facoltosa che in breve diventa il suo
ghost writer. Sono entrambi attratti l'uno dall’altro poiché Talos
vede in questo giornalista l'esponente di quella classe sociale di
cui vuole fare parte e questo desiderio lo fa assomigliare al Julian Sorel protagonista del celebre romanzo di Stendhal
“Le Rouge e le Noir” con cui condivide la fine tragica, al
contrario invece Burden vede in Talos soltanto quel coraggio e quei
ideali di cui ha letto soltanto nei libri e che è incapace ad
esprimere e utilizzerà tutti mezzi leciti ed illeciti per difenderlo
dimostrandosi altrettanto cinico come il suo idolo.
Dopo
la sua nomina a governatore Talos vara tutta una serie di riforme a
favore degli strati più deboli della società, ma le sue
contraddizioni legate alla spregiudicatezza, al cinismo e
all'ipocrisia lo
portano ad un ribaltamento del suo programma politico.
Talos
si rivela per ciò che è veramente, soltanto uno spregiudicato
demagogo ed i senatori conservatori ne propongono l'impeachment e
questa misura viene appoggiata dal Giudice Irwin, uomo integerrimo e
padrino oltre che ex tutore di Jack Burden. Talos allora incarica
Burden di trovare un eventuale scheletro nell'armadio nella vita di
Irwin e immancabilmente lo trova e ciò porterà il Giudice Irwin al
suicidio. Stanton viene confermato governatore, ma verrà subito
assassinato in un attentato.
Il
romanzo di Penn Warren è ispirato alla controversa vicenda umana e
politica del democratico Huey Pierce jr. Long Governatore della
Louisiana dal 1928 al 1932 diventando poi senatore e progettando la
sua candidatura alle Presidenziali del 1936, ma un anno prima rimase
vittima di un attentato.
Long
il cui motto elettorale era “Ogni uomo è un Re” come Governatore
promosse la costruzione di ospedali, scuole, combattendo la piaga dei
senza tetto frutto della grande depressione del 1929 proponendo una
nuova politica della ridistribuzione della ricchezza sotto forma di
tasse sul patrimonio delle società e dei cittadini più abbienti.
Questo
romanzo ha avuto una genesi molto travagliata e solo recentemente
(2001) è stato pubblicato nella sua forma integrale ed in questa
forma è stato ripristinato il nome originale del protagonista cioè
Willie Talos, che ha un forte richiamo semantico e letterario. Mentre
in precedenza il nome era Willie Stark, nome con il quale era stato
conosciuto nelle prime edizioni e nei due film tratti da questa
opera.
Sinteticamente è questa la trama e la storia di questo bellissimo romanzo che ha avuto ben due trasposizioni cinematografiche che sono molto fedeli al testo e al messaggio politico di Penn Warren.
La prima versione è del 1949, cioé tre anni dopo l'uscita del romanzo, ed ottenne un grandissimo successo vincendo ben tre Premi Oscar (Miglior film, Migliore attore protagonista, migliore attrice non protagonista) e altre quattro nomination.
In questo film l'interpretazione di Broderick Crawford nella parte di Willie Stark è semplicemente perfetta, non a caso vinse l'Oscar, offrendoci un ritratto umano di questo politico cinico e corrotto.
In verità il regista aveva pensato per questa parte a John Wayne il quale rifiutò sdegnato questo film da lui definito antipatriottico e mal gliene incolse perché girò invece Iwo Jima dove ottenne sì la nomination all'Oscar, ma perdendola proprio contro Broderick Crawford.
Ma
non è soltanto Crawford ad offrire una grande prova come attore,
infatti è necessario citare quella di John Ireland, un classico
caratterista di film western, che qui nella parte di Jack Burden ci
da una straordinaria interpretazione da lui mai più eguagliata,
tanto da ottenere la nomination all'Oscar quale migliore attore non
protagonista.
Mercedes
McCambridge, che come Ireland ha sempre recitato in ruoli secondari,
ottenne con questo film l'Oscar quale migliore attrice non
protagonista nella parte dell'intrigante assistente politica di
Stark. A mio avviso però la sua migliore interpretazione rimane
quella del leggendario western Johnny Guitar nel ruolo della
malvagia Emma Small feroce nemica di Vienna (la grande Joan
Crawford).
Robert Rossen (1908-1966)
Il
successo di questo film non è solo dovuto al romanzo di Penn Warren
e agli attori che lo hanno interpretato, ma anche dal regista Robert
Rossen che ne scrisse la sceneggiatura e lo produsse tanto da
meritarsi la nomination per la regia.
Robert
Rossen è un regista troppo sottovalutato e che meriterebbe un
capitolo a parte.
Estremamente
impegnato sul piano sociale diresse film di notevole spessore come
l'indimenticabile Anima e corpo interpretato da John Garfield
incentrato sul mondo della boxe e del racket del 1947, dopo Tutti
gli uomini del Re, nel 1951 gira Fiesta d'amore e di morte
che è il primo film che denuncia la crudeltà della corrida.
All'inizio
del maccartismo Rossen ne cade subito vittima, fino al 1947 era
stato iscritto al Partito comunista e oltretutto con le sue amicizie
pericolose come quella con John Garfield e il regista e sceneggiatore
Abraham Polonsky si trovò costretto a lasciare subito gli Stati Uniti e in
Italia dirige Mambo un film che viene ricordato soprattutto
per la presenza scenica della nostra Silvana Mangano.
Dopo
la fine del maccartismo gira nel 1961 uno dei film più belli che
abbia mai interpretato Paul Newman: Lo spaccone. Nel 1964 gira
un altro capolavoro come Lilith interpretato da Warren Beatty
e Jean Seberg: una inquietante storia d'amore ambientata in
istituto per malattie mentali che purtroppo sarà il suo ultimo film, infatti muore nel 1966 a soli 58 anni.
Ma
ritornando a Tutti gli uomini del Re nel 2006 viene girata una
seconda versione cinematografica con un cast di primo ordine: Sean
Penn nella parte di Willie Stark, Jude Law in quella di Jack Burden e
Anthony Hopkins nella parte del giudice Irwin.
Questo
film non è assolutamente inferiore a quello del 1949 anzi si può
tranquillamente affermare che l'interpretazione di Sean Penn è
superiore a quella di Broderick Crawford, ma per uno dei grandi
misteri a cui ci ha abituato il cinema hollywoodiano si rivelò un
vero fiasco. Infatti il film incassò solamente 9 milioni di dollari
con una perdita dell'84% del budget investito ed è risultato il più
clamoroso insuccesso del quinquennio 2005-2010. Un insuccesso che non
è stato ammortizzato con la vendita dei DVD e i successivi passaggi
televisivi.
Nonostante
questo insuccesso economico questa seconda versione resta comunque un
ottimo film.
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