associazione
politico-culturale Marx XXI
edizioni
MarxVentuno
Venerdì
24 giugno - h. 18.00
II strada priv.
Borrelli 32, BARI
(di fronte al
Piccolo teatro, a qualche minuto dalla stazione e dal parcheggio della ex
Rossani, c.so B. Croce)
In occasione
della pubblicazione del nuovo numero monografico della rivista
MarxVentuno dedicato al tema “Imperialismo e
guerre nel XXI secolo” (abstract nel sito www.marx21.it)
Conferenza-dibattito
Russia
sotto attacco:
dal
golpe ucraino alle sanzioni, all’operazione Anakonda della
NATO…
Intervengono
Ekaterina
Kornilkova
presidente
dell’associazione Russkoe Pole
Giuseppe
Angiuli
responsabile per
Risorgimento socialista delle relazioni internazionali con BRICS e America
Latina
Irina
Marchenko
vicepresidente
dell’associazione Russkoe Pole
Andrea
Catone
editore della
rivista MarxVentuno
Presentazione
della mostra fotografica
Le lacrime del
Donbass
Un
appello all'OSCE
contro
gli arresti illegali e le torture in Ucraina
Il testo integrale dell'appello
dei deputati comunisti russi J. Lantratova e M. Shevchenko all'Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) per la creazione di un
gruppo di inchiesta sulle detenzioni illegali, le torture e altre violazioni dei
diritti umani in Ucraina.
Stimato signor Segretario
Generale,
Nei due recenti rapporti sulla
situazione dei diritti umani in Ucraina a partire dal 16 novembre 2015 fino a
questo momento l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani
(OHCHR), e in seguito l'Assistente Segretario Generale delle Nazioni Unite per i
diritti umani Ivan Šimonović hanno confermato ufficialmente numerosissimi
casi di persecuzione motivata politicamente di cittadini ucraini e di altri
paesi sul territorio di questo stato.
Inoltre, pochi giorni fa la
sottocommissione dell'ONU sulla prevenzione della tortura, alla ricerca di prove
sui trattamenti crudeli, inumani e degradanti dei prigionieri politici in
Ucraina, è stata scandalosamente costretta a interrompere la sua visita in
questo paese. La ragione di un passo così fuori dall'ordinario è stato il
rifiuto delle autorità ucraine a consentire ai rappresentanti delle Nazioni
Unite di accedere dove, secondo quanto è emerso, i servizi speciali detengono
persone illegalmente. Ciò è stato pubblicamente dichiarato dal capo della
delegazione Malcolm Evans: “Non siamo stati in gradi visitare alcuni luoghi,
sui quali avevamo registrato numerosissime e gravi accuse sulla detenzione di
persone e su possibili torture o maltrattamenti”.
Riteniamo necessario ricordare
che l'Ucraina ha ratificato il Protocollo opzionale alla Convenzione ONU “contro
la tortura e gli altri trattamenti crudeli, degradanti o umilianti della dignità
umana”, che deve essere adempiuto dal paese indicato senza alcuna restrizione.
In particolare, l'art. 4 del Protocollo stabilisce che “Ciascuno Stato Parte,
in accordo con il presente Protocollo, autorizza le visite da parte degli
organismi di cui ai precedenti artt. 2 e 3 in tutti i luoghi posti sotto la sua
giurisdizione e il suo controllo in cui delle persone sono o possono essere
private della libertà, in virtù di un ordine dell'autorità pubblica oppure nel
quadro di indagini da essa condotte o con il consenso espresso o
tacito”.
Nei rapporti pubblicati nel sito
del OHCHR è confermato ufficialmente il fatto che in Ucraina è comune la
pratica della privazione per i prigionieri accusati di separatismo, da parte dei
collaboratori del SBU(servizio di sicurezza, ndt), di
contatti con le famiglie e dell'accesso agli
avvocati.
“L'informazione, registrata dal
OHCHR, testimonia che, che a partire dal febbraio 2016 solo nel palazzo della
direzione regionale di Kharkov del SBU sono state detenute illegalmente senza
comunicazione con l'esterno dalle 20 alle 30 persone”, si afferma nel rapporto delle
Nazioni Unite.
La delegazione delle Nazioni
Unite sottolinea che la maggior parte delle persone detenute presso la direzione
di Kharkov del SBU non è stata arrestata legalmente. Nei confronti di
costoro non è stata ancora presentata alcuna accusa, e nonostante ciò sono stati
privati della libertà per i loro presunti legami con “gruppi
armati”.
In tal modo, i rappresentanti
dell'Organizzazione hanno confermato il fatto che molti cittadini detenuti
illegalmente in “prigioni segrete del SBU” (molti di questi sono detenuti
unicamente in base a legami di parentela con membri dell' “opposizione armata”)
sono di fatto ostaggi del servizio di sicurezza che li utilizza per lo scambio
con i militari che sono stati fatti prigionieri dalle milizie delle repubbliche
popolari di Donetsk e Lugansk.
Non a caso, in tutto il paese dal
servizio di sicurezza dell'Ucraina è stata lanciata la cosiddetta “chiamata
sociale”, che fa appello a segnalare eventuali casi di “separatismo”, mentre i
cittadini, al minimo sospetto di slealtà nei confronti dell'attuale governo (per
messaggi “anti-ucraini” nelle reti sociali, la pubblicazione di volantini contro
l'aumento delle tariffe per i servizi, il crollo della valuta nazionale, ecc.)
possono essere illegalmente privati della libertà.
Secondo le nostre informazioni,
il numero dei cittadini dell'Ucraina e di altri stati detenuti illegalmente
nelle “prigioni segrete del SBU” supera le 100 persone, tra le quali ci sono
anche cittadini della Russia.
Ad esempio, alla fine del mese
scorso a causa della pressione dei gruppi ultra-nazionalisti armati illegalmente
non è stata applicata la sentenza del tribunale di Odessa in merito al
trasferimento agli arresti domiciliari di Evghenya Mefedova, che era
sopravvissuta miracolosamente all'incendio nella Casa dei sindacati del 2 maggio
2014. Venuto in Ucraina nel 2013 dove ha lavorato come tassista, un semplice
cittadino della Federazione Russa da oltre due anni si trova in prigione con
accuse inventate contro di lui. Inoltre, in base a una persecuzione motivata
politicamente in merito al “caso 2 maggio” in stato di privazione della libertà
si trova pure un altro russo, Maksim Sakauov.
Riteniamo importante rilevare che
sulle torture nelle “prigioni segrete del SBU” hanno più volte riferito non solo
i rappresentanti delle strutture ufficiali di difesa dei diritti umani, ma anche
prestigiose testate internazionali, come The Times (http://www.thetimes.co.uk/ edition/world/kiev-allows- torture-and-runs-secret-jails- says-un-vwlcrpsjn). Tuttavia, non ha fatto seguito
la doverosa replica delle autorità ucraine su tali dimostrate pratiche
antidemocratiche portate avanti in questo paese.
A questo proposito, si vuole
attirare la vostra attenzione sulle massicce e sistematiche violazioni dei
diritti umani da parte delle autorità ucraine, che non sono conformi ai principi
della democrazia e dello stato di diritto, che sono alla base
dell'organizzazione internazionale da Lei guidata.
Per questa ragione invitiamo a
prendere in considerazione la creazione di un apposito gruppo di monitoraggio
per un'indagine indipendente, approfondita, aperta ed equa su tutti i casi di
persecuzione motivata politicamente di cittadini dell'Ucraina e di altri paesi
sul territorio di questo Stato, al fine di fermare la pratica degli arresti
arbitrari di massa, delle torture e delle altre innumerevoli violazioni dei
diritti e delle libertà in Ucraina, e per mettere tale questione all'ordine del
giorno delle prossime riunioni dell'organizzazione.
[da kprf.ru,
Traduzione dal russo di Mauro Gemma, www.marx21.it]
****************
Nelle spire
dell’Anaconda
di Manlio
Dinucci
Inizia oggi in Polonia la
Anakonda 16, «la più grande esercitazione alleata di quest’anno»: vi partecipano
oltre 25 mila uomini di 19 paesi Nato (Usa, Germania, Gran Bretagna, Turchia e
altri) e di 6 partner: Georgia, Ucraina e Kosovo (riconosciuto come stato), di
fatto già nella Nato sotto comando Usa; Macedonia, che non è ancora nella Nato
solo per l’opposizione della Grecia sulla questione del nome (lo stesso di una
sua provincia, che la Macedonia potrebbe rivendicare); Svezia e Finlandia, che
si stanno avvicinando sempre più alla Nato (hanno partecipato in maggio alla
riunione dei ministri degli esteri dell’Alleanza).
Formalmente l’esercitazione è a
guida polacca (da qui la «k» nel nome), per soddisfare l’orgoglio nazionale di
Varsavia. In realtà è al comando dello U.S. Army Europe che, con un’«area di
responsabilità» comprendente 51 paesi (compresa l’intera Russia), ha la missione
ufficiale di «promuovere gli interessi strategici americani in Europa ed
Eurasia». Ogni anno effettua oltre 1000 operazioni militari in oltre 40 paesi
dell'area. Lo U.S. Army Europe partecipa all’esercitazione con 18 sue unità, tra
cui la 173a Brigata aerotrasportata di Vicenza.
L’Anakonda 16, che si svolge fino
al 17 giugno, è chiaramente diretta contro la Russia. Essa prevede «missioni di
assalto di forze multinazionali aerotrasportate» e altre anche nell’area baltica
a ridosso del territorio russo.
Alla vigilia dell’Anakonda 16,
Varsavia ha annunciato che nel 2017 espanderà le forze armate polacche da 100 a
150 mila uomini, costituendo una forza paramilitare di 35 mila uomini denominata
«forza di difesa territoriale». Distribuita in tutte le province a cominciare da
quelle orientali, essa avrà il compito di «impedire alla Russia di impadronirsi
del territorio polacco, come ha fatto in Ucraina».
I membri della nuova forza, che
riceveranno un salario mensile, saranno addestrati, a cominciare da settembre,
da istruttori Usa e Nato sul modello adottato in Ucraina, dove essi addestrano
la Guardia nazionale comprendente i battaglioni neonazisti. L’associazione
paramilitare polacca Strzelec, che con oltre 10 mila uomini costituirà il nerbo
della nuova forza, ha già iniziato l’addestramento partecipando all’Anakonda 16.
La costituzione della forza
paramilitare, che sul piano interno fornisce al presidente Andrzej Duda un nuovo
strumento per reprimere l’opposizione, rientra nel potenziamento militare della
Polonia, con un costo previsto di 34 miliardi di dollari entro il 2022,
incoraggiato da Usa e Nato in funzione anti-russa.
Sono già iniziati i lavori per
installare in Polonia una batteria missilistica terrestre del sistema
statunitense Aegis, analoga a quella già in funzione in Romania, che può
lanciare sia missili intercettori che missili da attacco nucleare.
In attesa del summit Nato di
Varsavia (8-9 luglio), che ufficializzerà l’escalation anti-Russia, il Pentagono
si prepara a dislocare in Europa una brigata da combattimento di 5 mila uomini
che roterà tra Polonia e paesi baltici.
Si intensificano allo stesso
tempo le esercitazioni Usa/Nato dirette contro la Russia: il 5 giugno, due
giorni prima dell’Anakonda 16, è iniziata nel Mar Baltico la Baltops 16, con
6100 militari, 45 navi e 60 aerei da guerra di 17 paesi (Italia compresa) sotto
comando Usa. Vi partecipano anche bombardieri strategici Usa B-52. A circa 100
miglia dal territorio russo di Kaliningrad.
Una ulteriore escalation della
strategia della tensione, che spinge l’Europa a un confronto non meno pericoloso
di quello della guerra fredda. Sotto la cappa del silenzio politico-mediatico
delle «grandi democrazie» occidentali.
(il
manifesto, 7 giugno 2016)
*****
NO
ALLE BOMBE NUCLEARI IN ITALIA!
Appello del convegno «il ruolo
della Nato nella guerra mondiale a pezzi»
Settant'anni fa, il 6 e il 9
agosto del 1945, avvennero i tremendi bombardamenti atomici su Hiroshima e
Nagasaki. A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore
e repulsione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo
dell'uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica,
e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la
guerra e bandisca le armi nucleari e ogni arma di distruzione di
massa.
Papa Francesco, 9 agosto
2015
Sono in fase di sviluppo negli
Stati Uniti - documenta la U.S. Air Force - le bombe nucleari B61-12, destinate
a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in Italia e altri paesi
europei.
La B61-12 - documenta la
Federazione degli scienziati americani (Fas) - non è solo una versione
ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare: ha una testata nucleare a
quattro opzioni di potenza selezionabili, con una potenza media pari a quella di
quattro bombe di Hiroshima; un sistema di guida che permette di sganciarla a
distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i
bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di
sorpresa.
Le B61-12, che gli Usa si
preparano a installare in Italia, sono armi che abbassano la soglia nucleare,
ossia rendono più probabile il lancio di un attacco nucleare dal nostro paese e
lo espongono quindi a una rappresaglia nucleare.
Secondo le stime della Fas, gli
Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a
Ghedi-Torre, Brescia), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e
Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esattezza quante
effettivamente siano le B-61, destinate ad essere sostituite dalle
B61-12.
Foto satellitari - pubblicate
dalla Fas - mostrano che. per l’installazione delle B61-12, sono già state
effettuate modifiche nelle basi di Aviano e
Ghedi-Torre.
L’Italia, che fa parte del Gruppo
di pianificazione nucleare della Nato, mette a disposizione non solo il suo
territorio per l'installazione di anni nucleari, ma - dimostra la Fas - anche
piloti che vengono addestrati all’attacco nucleare con cacciabombardieri
italiani sotto comando Usa.
L’Italia viola in tal
modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e
ratificato nel 1975, che all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati
militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere
da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il
controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o
indirettamente».
CHIEDIAMO CHE L’ITALIA CESSI DI
VIOLARE IL TRATTATO DI NON-PROLIFERAZIONE E, ATTENENDOSI A QUANTO ESSO
STABILISCE, CHIEDA AGLI STATI UNITI DI RIMUOVERE IMMEDIATAMENTE QUALSIASI ARMA
NUCLEARE DAL TERRITORIO ITALIANO E RINUNCIARE A INSTALLARVI LE NUOVE BOMBE
B61-12 E ALTRE ARMI NUCLEARI.
Liberare il nostro territorio
nazionale dalle armi nucleari, che non servono alla nostra sicurezza, ma ci
espongono a rischi crescenti, è il modo concreto attraverso cui possiamo
contribuire a disinnescare l’escalation nucleare e a realizzare la completa
eliminazione delle armi nucleari che minacciano la sopravvivenza
dell’umanità.
_________________________
BOZZA DI MOZIONE DA
PROPORRE AI PARLAMENTARI, CONSIGLIERI REGIONALI, COMUNALI, DI AREE METROPOLITANE
…
Considerato che - secondo i dati
forniti dalla Federazione degli Scienziati Americani (FAS) - gli Usa mantengono
oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e20 a Ghedi-Torre), 50 in
Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di
180.
Considerato che - come documenta
la stessa U.S. Air Force - sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti le bombe
nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in
Europa.
Considerato che - come documenta
la FAS - la B61-12 non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova
arma nucleare, con un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza
dall’obiettivo, con una testata nucleare a quattro opzioni di potenza
selezionabili, con capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker
dei centri di comando in un attacco nucleare di
sorpresa.
Considerato che foto satellitari,
pubblicate dalla FAS. mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano
e Ghedi-Torre per installarvi le B61-12.
Considerato che l'Italia mette a
disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari. ma
anche piloti che - dimostra la FAS – vengono addestrati all’uso di armi nucleari
con aerei italiani.
Considerato che l’Italia viola in
tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969
e ratificato nel 1975, il quale all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati
militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere
da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il
controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o
indirettamente».
I proponenti chiedono al Governo
di rispettare il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari e,
attenendosi a quanto esso stabilisce, far sì che gli Stati Uniti rimuovano
immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinuncino a
installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi
nucleari.
I
partecipanti al Convegno
IL RUOLO
DELLA NATO NELLA GUERRA MONDIALE A PEZZI
Prato,
11 giugno 2016
https://mail.google.com/mail/u/0/?ui=2&ik=406c1dc286&view=att&th=15563abe8fca9008&attid=0.2&disp=safe&zw
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