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giovedì 7 settembre 2017

Risorgimento Socialista tra coerenza ed “eresia”.


Il neonato soggetto politico denominato Risorgimento Socialista è scaturito dall'esigenza di vincolare il Socialismo Italiano alle istanze di libertà e giustizia sociale che da sempre sono appartenute alla sua storia più illustre e che hanno accompagnato anche le fasi migliori, più produttive e socialmente più avanzate del nostro Paese. I cinque punti da esso evidenziati per creare una seria alternativa in Italia sono alquanto chiari e ben visibili, ma si potrebbero riassumere in uno solo: quello di restituire al popolo italiano una rappresentanza popolare e politica concreta che finalmente lo sottragga alle pastoie ed all'utilitarismo delle liste di palazzo precostituite da chi esercita da anni il professionismo del vassallaggio politico.

Gli strumenti per realizzare questo scopo possono variare a seconda del contingente, ma l'importante è che lo scopo sia ben chiaro: uscita dall' eurozona, dalla NATO dai trattati capestro della UE, tutto ciò non può che essere subordinato ad un fattore essenziale che ha trovato il suo miglior risalto e la sua applicazione concreta con la vittoria del NO al referendum costituzionale: la restaurazione di una sovranità politica e popolare su ciò che negli ultimi anni ha teso a rimuoverla o a metterla fortemente in subordine rispetto agli svariati giochi autoreferenziali di potere.


Questo nobile intento è stato però minato al suo interno da spinte pseudosovraniste, che dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che il sovranismo si basa sulla sovranità di una moneta falsa, quella che si spende solo nell'ambito del municipalismo.

Lo abbiamo notato con chiara evidenza nella componente di Risorgimento Socialista che ha aderito alla CLN, la quale non ha esitato a sostenere in Sicilia un candidato chiaramente indipendentista che, nell'accordo con la CLN al punto 13, dice esplicitamente che è necessario “MODIFICARE IN SENSO FEDERALE, regionalista e municipalista la seconda parte sull’ordinamento della Repubblica” E' del tutto evidente che con un presupposto del genere cade ogni velleità o illusione di sovranismo politico e di patriottismo, anche solo per il fatto che un principio di questo tipo può trovare piena accoglienza persino nello statuto della cosiddetta Padania.

Non abbiamo confermato, con la vittoria referendaria, una Costituzione Nazionale per poi doverla stravolgere in altra maniera facendola diventare municipale.

Di conseguenza, la presa di distanza da questa prospettiva contraddittoria e sicuramente poco socialista, non poteva mancare verso quella componente spuria e poco coerente, anche con se stessa, che ha accompagnato, con la CLN, il primo cammino di Risorgimento Socialista.

Risorgimento Socialista ha voluto sostenere, in Sicilia, in prima istanza, il candidato di una sinistra che fosse svincolata dai giochi di un PD che in quella regione va a braccetto con Orlando e con Alfano. Ma Navarro ha rinunciato, lasciando il posto a Fava.

Le motivazioni per cui Risorgimento Socialista ha preso le distanze da questa improvvida nuova prospettiva sono nelle parole del comunicato che tale movimento ha diramato:

“la prospettiva che era stata individuata era quella di una consultazione democratica della base, per decidere candidato e programma: alla fine, invece, con una scelta calata dall’alto, Fava è stato imposto come candidato presidente, di una coalizione di sinistra che non esclude (parola di Enrico Rossi, uno dei leader di Mdp, di allearsi in seguito ai Dem, e che secondo molti giornali sta ancora trattando con il Pd sottobanco, nel caso Micari si ritiri o si facciano primarie di centrosinistra”.

Piuttosto che “scegliere la convenienza, e accodarci a un progetto che non sentivamo nostro, per difendere gli sforzi fatti finora e per portare a casa qualche riconoscimento”, Risorgimento socialista sceglie “la coerenza”

E allora viva la coerenza!

Ma a tale giustissima e sacrosanta posizione, ora, è necessario aggiungerne un'altra, affinché tutto il lavoro svolto sin qui, non si perda per strada ed, anzi, possa protrarsi proprio per testimoniare concretamente tale coerenza.

Si deve fare una nuova lista che corrisponda coerentemente agli intenti manifestati, con chi, insieme a Risorgimento Socialista, PCI, in primis, vuole ribadire sul campo le ragioni di tale scelta politica e portarle fino in fondo alla prova del confronto elettorale.

Ci sono moltissimi italiani e credo altrettanti siciliani i quali, ormai stufi di giochi politici autoreferenziali e calati dall'alto, non trovano più una valida rappresentanza politica e, di conseguenza, non votano più. Perché deluderli per l'ennesima volta? Perché lasciarli senza nemmeno uno straccio di speranza?

E allora, meglio gettare il cuore oltre l'ostacolo piuttosto che ripiegare in uno sdegnato astensionismo. Meglio provare con tutte le forze a costruire una lista e a presentare un candidato che negli anni abbia dimostrato una costante e cristallina coerenza, piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia e ripiegare in buon ordine.

E chi meglio di Fabio Cannizzaro può incarnare concretamente tale adamantina e perdurante coerenza per presentarla come requisito essenziale per la candidatura a Presidente della Regione Sicilia? Sicuramente nessun altro.

E' lui stesso a definire questa necessità e questa urgenza, anche se nella sua modestia, abnegazione e disciplina di gruppo, generosamente, non ha mai anteposto se stesso e la sua grande competenza al progetto che ha voluto contribuire a far nascere e a far crescere. Lui stesso a dire SE NON ORA QUANDO?

Con queste testuali parole: “Noi di Risorgimento Socialista della Sicilia restiamo convinti che, per le prossime elezioni regionali siciliane, sarebbe utile, invece, mantenere un robusto, chiaro progetto di cambiamento ed alternativa a sinistra per i siciliani, ponendo al centro del dibattito i loro problemi, le loro aspirazioni e l’irrisolta Questione Siciliana fuori da valutazioni tattiche d’ordine ‘romano’ e fintamente ‘laboratoriali’. In tale prospettiva rivolgiamo un invito a tutte le forze sociali e politiche siciliane di sinistra, che con noi condividono questa necessità, affinché si riesca, insieme, a mettere in campo ogni iniziativa che segni una chiara discontinuità rispetto alle solite analisi politiche eterodirette che la candidatura Fava sembra tornare a prospettare per la Sicilia, per i siciliani e per la sinistra: SE NON ORA, QUANDO?”

Compagni, che aspettiamo a far diventare questo ORA un soffio potente, un vento impetuoso, una brezza vivificante che possa finalmente restituire un respiro di speranza e di rinnovamento a tutti coloro che, altrimenti, corrono il rischio per l'ennesima volta di perderla e di rinunciare al sacrosanto diritto-dovere di votare?

Coraggio! Operiamo da subito per una lista fortemente connotata in senso Socialista, federalista e politicamente unitario, che abbia come punto di riferimento Fabio Cannizzaro, Risorgimento Socialista e tutti coloro che non sono disposti, quando l'ennesimo valvassore viene a imporre la disciplina del vassallaggio ad una sinistra nota soprattutto per i piattini che ha tenuto costantemente in mano, a obbedire o a ritirarsi in buon ordine.

E' tempo invece di reagire e di ribellarsi, non per un municipio ribelle, ma piuttosto per una Italia concretamente ribelle ai giochi di potere e di palazzo!

Dimostriamo di essere veramente sovrani in nome di un bistrattato popolo che ha il sacrosanto diritto di esercitare la sua libertà con il voto, e dimostriamolo facendo vedere che quando si cerca di ridurre o di millantare questa autentica sovranità o con il municipalismo oppure con il vassallaggio, essa riemerge più forte ed autentica che mai.

Da un granello di senape nasce un albero frondoso, da una piccola brezza un vento inarrestabile. Ci vuole solo coraggio e determinazione. La risposta ci sarà, la risposta già soffia nel vento.

C.F.

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