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venerdì 15 giugno 2012

E CHE SAN BAKUNIN CE LA MANDI BUONA...





Intervista di Alfredo Mazzucchelli a un anarchico cubano

Internet, la tessera annonaria, i prigionieri politici, le forme dell’opposizione, ecc. ecc. Chiacchierata a ruota libera, rigidamente anonima.




Quanto costa connettersi a internet?
A Cuba internet non è gratis per tutti, lo è solo per gli uffici del partito-Stato e per le persone con un permesso per il libero accesso; il resto della popolazione è costretto a comprare delle tessere pre-pagate. Non è nemmeno concesso connettersi a internet da casa, solo alcune persone autorizzate possono installarselo nel proprio domicilio privato; gli altri devono andare nei centri destinati all’uso di internet.

Quanto può costare per un lavoratore cubano?
Un’ora di internet costa 8 cuc (peso cubano convertibile in valuta, più o meno come il dollaro americano).

Cos’è “la libreta”?
Oggi “la libreta” (tessera annonaria) è una presa in giro, già che si trovano sempre meno generi alimentari nelle “bodegas” di quartiere (negozi amministrati dallo Stato adibiti alla vendita dei generi alimentari), eppure, per ampi settori che guadagnano miseri salari (da 11 a 15 dollari al mese) e/o sono disoccupati, “la libreta” continua a essere una maniera per garantirsi uno scarso numero di generi alimentari basici a modico prezzo. Un tempo era un metodo di controllo per evitare l’accaparramento dei viveri e una maniera per regolare i prezzi dei generi alimentari, ma nella presente congiuntura che vede il passaggio dal capitalismo di Stato al capitalismo privato, il partito-Stato si mantiene fermo nella sua proposta di eliminare “la libreta”, sostenendo che “non è il momento di fare del paternalismo” e che non tutte le persone che comprano a prezzi sussidiari ne hanno realmente bisogno. L’aspetto più ridicolo di queste argomentazioni è che nessun lavoratore o lavoratrice che percepisce un salario minimo ha un potere d’acquisto tale per poter acquistare pagando in cuc nei supermercati (gestiti dagli alti ufficiali dell’esercito) dove sì si trovano tutti gli alimenti, ma a prezzi altissimi.

Chi sono le Dame bianche?
Le Dame bianche sono (anche se sarebbe meglio dire erano, dato che nella mediazione Stato-chiesa, quest’ultima si è assunta l’impegno di mettere fine a queste proteste) le madri, le mogli e le figlie dei prigionieri politici del gruppo dei 75, arrestati durante l’ondata repressiva nota come la “primavera nera”. Si sono date questo nome perché manifestano pacificamente per richiedere la scarcerazione dei loro familiari.

I prigionieri liberati in seguito all’intervento del vescovo de L’Avana erano stati condannati per reati comuni o per dissidenza politica?
I prigionieri scarcerati dopo il dialogo tra la chiesa e lo Stato erano tutti prigionieri politici non “comuni”, come il partito-Stato definisce con disprezzo il resto dei detenuti sociali. Tutti i prigionieri scarcerati appartenevano al gruppo dei 75, sono stati gli ultimi a rimanere ancora in prigione da allora dato che qualcuno era stato scarcerato con il contagocce per gravi stati di salute.
Ma secondo le organizzazioni dei diritti umani – illegali, ovviamente – qualche gruppo di prigionieri politici che non rientrava all’interno dell’accordo continua a essere in prigione. Il fatto veramente allarmante è la quantità di prigionieri sociali (che loro chiamano “comuni”) presenti in ogni parte dell’isola. Non esistono dati ufficiali, non ci è permesso di sapere esattamente di quante persone stiamo parlando ma, secondo quanto affermano gli ex detenuti, i familiari e i dati raccolti dall’illegale Commissione dei Diritti Umani, il numero dei prigionieri si aggirerebbe attorno al milione, composto per la maggior parte di giovani tra i 16 e i 30 anni.

Nella stampa borghese italiana si parla molto di Yoani Sánchez. Dicono che sia pagata dalla CIA. Che te ne pare?
È logico che nella stampa borghese si parli molto di Yoani Sánchez, mentre qui molte altre voci vengono messe a tacere. Se non esistesse la censura e la mancanza di libertà d’espressione che il partito-Stato ci impone potrebbero sentirsi anche altre voci critiche. A questo si deve sommare l’“auto-censura” così frequentemente attuata dalle organizzazioni di sinistra che invece di farsi portavoce dei loro compagni d’idee e di aiutare a diffondere altre posizioni critiche, si uniscono al silenzio castrante che c’impone lo Stato. È davvero un fatto insolito ma è quanto accade nella realtà. Quasi tutta la “sinistra” internazionale si presta al gioco della censura e tutti si limitano a ripetere come pappagalli quanto gli viene ordinato dalle alte sfere del partito-Stato cubano. E per assurdo è riuscito a convincere perfino individui e organizzazioni di presunta affiliazione “anarchica” che rappresentano una straordinaria eccezione al momento di affrontare problematiche concrete come quella di Cuba o del Venezuela, della Bolivia, dell’Ecuador, del Nicaragua, e dimenticano l’antico motto, “Né Dio, Né Stato, Né padrone”, e cominciano con interminabili piroette semantiche a giustificare l’ingiustificabile.

Ah, scusa… dimenticavo la presunta impiegata della CIA. Che ne penso? Beh, a noi tutti sembra una tremenda commedia, sicuramente non condividiamo in nulla le posizioni e i postulati di Yoani che sono chiaramente liberali, piccolo-borghesi, proto-capitalisti ma da qui a credere alla storia che sia “un’agente della CIA”, una “mercenaria”, etc., ci vuole davvero molta fantasia. Anche se ha ricevuto dei premi all’estero, se importanti media della stampa borghese la pagano per i suoi lavori giornalistici e se riceve finanziamenti da fondazioni e da altre organizzazioni di questo tipo, la cosa realmente sorprendente è che nel resto del mondo innumerevoli organizzazioni e individui che si dichiarano di “sinistra” ricevono questo tipo di finanziamento dalle fondazioni e da altri enti, senza che nessuno gli rinfacci di essere dei mercenari. In realtà riteniamo che quando a Cuba verrà derogata ogni legge che attenta alla libera espressione, in quello stesso istante dichiarazioni come quelle di Yoani perderanno tutto il loro peso specifico, perché ci sarà un ampio ventaglio di giornali, riviste, opuscoli, proclami, con posizioni rivoluzionarie, socialiste libertarie, anarchiche che potranno contribuire alla critica.

Quale è il tuo rapporto con l’Osservatorio Critico? Sono marxisti, intellettuali o libertari?
La Rete Osservatorio Critico è un incredibile e meraviglioso ombrello sotto cui confluiscono molti progetti, numerosi collettivi e iniziative che partono da posizioni critiche – come indica il suo nome -, anche se queste posizioni critiche non hanno necessariamente un colore ideologico. Ci tengo a chiarire che non si tratta di un’organizzazione politica.

È indubbiamente un punto di confluenza d’idee in cui si ritrovano intellettuali marxisti critici, organizzati a partire da un dibattito del socialismo partecipativo e democratico, che appoggiano questa Internazionale, e compagni libertari, anarcosindacalisti, socialisti libertari, anarchici, ecc. Un buon esempio è il Laboratorio Libertario Alfredo López. Bisogna anche chiarire che non facciamo ufficialmente parte dell’Osservatorio, anche se conosciamo molti compagni e abbiamo partecipato a molte loro attività, forse per ragioni legate a interessi propri dell’età o forse perchè non ci riteniamo appartenenti alla denominata intellettualità, nonostante alcuni nostri compagni siano artisti.

Esistono contatti con altri gruppi dell’opposizione?
No, non abbiamo il benché minimo contatto con i gruppi della cosiddetta “opposizione”; riconosciamo che esistono moltissime posizioni all’interno di questo grande calderone che si definisce “opposizione”, ma noi non ne condividiamo i principi “generali”, per chiamarli in qualche modo. Siamo d’accordo quando questi gruppi lanciano degli allarmi a proposito della mancanza di libertà, della mancanza di democrazia diretta, d’assenza partecipativa; appoggiamo le loro critiche alla direzione storica, alla verticalità del partito-Stato, alle segnalazioni di autoritarismo assolutista; siamo d’accordo sulla richiesta generale della necessità di un cambiamento urgente ma non concordiamo sulla direzione, sul verso che devono assumere questi cambiamenti. Noi non vogliamo passare dal capitalismo di Stato al capitalismo privato e neo-liberale, come molti di questi gruppi invece vorrebbero; noi desideriamo andare verso il Socialismo libertario, democratico e partecipativo, e per questo lavoriamo, per questo combattiamo.

A Cuba ci sono difficoltà per comprare generi alimentari?
A Cuba ci sono ovviamente molte difficoltà per comprare generi alimentari ma per gli elementi ai margini, per quelli a cui accennavo poco fa, che guadagnano tra gli 11 e i 15 dollari al mese, per i disoccupati – di cui non si ha una cifra concreta ma che si stimano essere centinaia di migliaia – per i cubani a piedi, le difficoltà sono davvero molte.

Com’è la situazione negli ospedali, nelle scuole, nell’agricoltura, nell’industria e nella costruzione civile?
Avviene la stessa cosa che nell’edilizia, il problema comune dell’abitazione, chi ha soldi si costruisce la sua casa senza molte difficoltà, compra tutto il materiale, in ogni modo, anche con materiale rubato ma, per la maggior parte dei cubani, questo continua a essere un sogno irrealizzabile. E per quanto riguarda gli ospedali, come per numerosi altri temi, le cose non sono molto diverse. È innegabile, gli ospedali e l’assistenza medica sono gratuite, ma ci sono grandi carenze, non ci sono i medicinali, ecc.
Questo non dipende sempre dal nemico o dall’embargo...
Lo stesso discorso vale anche per le scuole: è innegabile che l’educazione è gratuita dalle scuole primarie fino all’università ma noi per molto tempo abbiamo creduto che questo era un traguardo esclusivo della rivoluzione e uno diceva sempre, bene, il partito-Stato farà molti errori ma almeno l’istruzione è gratuita. Ma poi scopriamo che ci sono molti paesi in cui l’educazione è gratuita e non stiamo parlando di paesi sviluppati dell’Europa, no, ma di paesi di qua, del continente latinoamericano. Alcuni compagni messicani che sono passati di qua in visita ci hanno detto che anche là la scuola, fino all’università, è gratuita, e che hanno un sistema che hanno ottenuto grazie alle lotte degli studenti, e che inoltre assicurano il passaggio dal pre-universitario all’università. In realtà molte volte non sappiamo molto del mondo... è un gran carcere, siamo isolati senza possibilità di comunicare con l’esterno. È un’isola isolata. E non è solo per il tema dell’embargo nordamericano, è l’embargo interno che ci impongono e con cui ci condannano a vivere nell’ignoranza, a non sapere altro che quello che “papà” partito-governo-Stato ci vuole raccontare...
Ora gli è venuta la mania della guerra, l’Apocalisse nucleare tra le potenze capitaliste ed è un punto di vista che non si può mettere in discussione, nessuno può mettere in dubbio questa pazzia anche se il mondo vive convinto che le potenze capitaliste sono felici sfruttando gli esclusi del mondo e non pensa affatto a buttarsi in una ecatombe nucleare, questo non vuol dire che non continuino le guerre in Irak, Afganistan, etc., quelle di bassa intensità in Africa, questa è la logica del capitalismo.


Beh, spero tu sia rimasto soddisfatto, non posso fare altro che ringraziarti per l’intervista e raccomandarmi a San Bakunin affinché essa venga diffusa e si rifletta un po’ di più sul significato della parola “Solidarietà”. Grazie! Un forte abbraccio fraterno a tutti i compagni e le compagne italiane.


(traduzione di Arianna Fiore)

novembre 2010

10 commenti:

  1. Ho sempre diffidato degli anonimi reputandoli dei pavidi, per cui, pur considerando la rilevanza degli argomenti posti, ritengo che la fonte non sia tre le migliori.
    Non credo inoltre che sia un buon atteggiamento redazionale quello di accogliere racconti da fonti anonime.
    Con questo vi saluto anche da collaboratore esterno e vi pregherei di rimuovere definitivamente il mio nome.
    Grazie
    Carlo Felici

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  2. Ricordo a Carlo che a Cuba vi è una dittatura. Tra l'altro una dittatura non del proletariato, ma di un partito/stato.
    Mi permetto di consigliare a Carlo la lettura del testo di Victor Serge che proprio ieri è stato presentato a Roma.
    Stefano Santarelli

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  3. Il testo che mi suggerisce Stafano l'ho letto e posso serenamente fare ma meno dei suoi consigli, e proprio data la rilevanza degli argomenti trattati non si può accettare che provengano da fonti anonime (una fonte anonima non è accreditata per definizione). Quanto al fatto che Cuba sia una dittatura, questo è un motivo ricorrente di certa propaganda. A Cuba c'è un modello di governo tuttora marxista leninista che a certi componenti di Bandiera Rossa per altro non dovrebbe risultare sgradito, è in corso un processo di "aggiornamento" dei valori e della prassi socialista, che persino la Chiesa non osteggia frontalmente. Ormai si muore e si viene torturati più nelle scuole e nelle galere italiane che in quelle cubane. Una cosa come quella di Bolzaneto a Cuba non si è mai vista. Cuba è tuttora strangolata da un embargo plurudecennale condannato più volte dall'ONU. Insomma per un blog come Bandiera Rossa c'è di meglio che denigrare Cuba con fonti anonime.

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  4. Non metto in dubbio che Carlo abbia letto Victor Serge, metto in dubbio però che abbia compreso la sua lezione visto che sta appoggiando la dittatura cubana, perchè di dittatura si tratta. E il messaggio di Victor Serge ricordiamolo è un messaggio contro tutte le dittature.
    Sfido tra l'altro Carlo a contestare i fatti che sono illustrati nell'intervista in questione perchè purtroppo i fatti narrati corrispondono a verità. E quando si afferma la verità non si denigra nessuno.

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  5. Il testo per contestare tali affermazioni è assai lungo ma vi mando un link in cui potete leggerlo con calma
    http://andremusa.wordpress.com/2009/09/17/34-cose-da-sapere-su-cuba/

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  6. "il numero dei prigionieri si aggirerebbe attorno al milione, composto per la maggior parte di giovani tra i 16 e i 30 anni."
    Già solo questa balla stratosferica dovrebbe far riflettere seriamente sull'attendibilità dell'intervistato anonimo
    Le autorità cubane hanno rilasciato Malleza Ivonne, Ignacio Martinez e Isabel Alvarez, arrestati lo scorso 30 novembre dopo una protesta nel Parco della Fraternità a l' Avana, secondo l'emittente governativa degli Stati Uniti Radio Marti.
    Venerdì 20 gennaio, al calore della campagna mediatica contro il governo di Cuba dopo la morte del prigioniero Wilman Villar Mendoza, Amnesty International ha deciso di dichiarare queste tre persone come "prigionieri di coscienza".
    Amnesty International non riconosceva alcun prigioniero di coscienza sull'isola dall'ultima scarcerazione, marzo 2011, realizzata dal governo cubano dopo un accordo con la Chiesa cattolica cubana e il precedente governo spagnolo.
    Così, il numero dei prigionieri di coscienza a Cuba, secondo la versione di Amnesty International torna ad essere pari a zero.

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  7. Non ci vuole una grossa intelligenza per comprendere perchè quell'intervista è anonima. Cuba è un regime retto da un partito/stato, dove non esistono le classiche libertà politiche a cui noi occidentali siamo abituati.Mi pare semplice, no? L'intervista come ti ha spiegato Alfredo Mazzucchelli, anche su Facebook, è garantita da lui stesso e mi sembra che il suo nome sia già una garanzia.
    Il vero problema politico è che io trovo vergognoso che un socialista dichiarato come te difenda intransigentemente il regime castrista.
    Se questo è il tuo modello di socialismo poveri noi...

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  8. Io invece trovo vergognoso che si faccia passare per difesa del castrismo una semplice critica basata sui fatti. Questo fa parte di una certa mistificazione che deve supplire alla mancanza di argomenti più concreti. Ci sono dissidenti cubani che hanno rischiato di essere messi in galera pur di dire senza peli sulla lingua quello che pensavano, e con la loro faccia e il loro nome. Che si pubblichi un intervento di un "anonimo" che spara autentiche castronerie come quella su un milione di prigionieri a cui non crederebbe non dico il Vaticano ma nemmeno la CIA, è una operazione alquanto grossolana. Che poi se ne faccia garante uno come Mazzucchelli che su FB non riesce a replicare che con gli insulti, mi pare ancora più demenziale. Un modello di socialismo libertario prevede innanzitutto una analisi rigorosa dei fatti e il coraggio di esserne testimoni sempre di persona, eviterei quindi le "lezioncine" nel merito specifico.
    Carlo Felici

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  9. Poi questa è davvero da incorniciare: "dove non esistono le classiche libertà politiche a cui noi occidentali siamo abituati" Vorrei tanto sapere quali sono in un regime monopolistico e timocratico dell'informazione, in una condizione tale in cui la non appartenenza a consorterie di vario genere esclude dalla possibilità di essere inseriti persino nel mondo del lavoro, in una condizione in cui i privilegi di una casta politica dominante sono palesemente esorbitanti rispetto alla gran massa di cittadini a cui vengono imposti sempre gli stessi sacrifici a senso unico, in una condizione in cui tuttora si muore di botte in galera, si è sottoposti a tortura nei lagher che fungono da cosiddetti centri di accoglienza,in un "occidente" dove la schiavitù salariale soprattutto degli immigrati la fa da padrona e il dissenso e lo sciopero degli operai viene bastonato a sangue...ecco, scusa tanto, ma dove diavolo stanno queste fntomatiche libertà politiche o democratiche?
    C.F.
    C.F.

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  10. Mi permetto di inserire un piccolo commento di Alfredo Mazzucchelli

    "... il costo di una sola ora di Internet per un proletario sia pari ad un mese di retribuzione, secondo te questa non ha valenza politica? Tenere lontani dalla informazione internazionale tutto un popolo cosa è questa solo una intenzione di reato? A proposito se vai a Cuba sai che dovrai affrontare il fatto della doppia moneta, il CUC convertibile che serve per recarsi a comperare prodotti riservati ai turisti ed alla casta al potere, mentre il miserabile peso riservato alla plebaglia, che con questo peso deve provvedere al suo mantenimento ma con il quale non puo accedere ai luoghi solo deputati alla casta ed ai turisti? anche questo non è politicamente importante? E sulla "libreta", come sulle attenzioni che bisogna avere per non essere accusati di reati comuni solo per voler dire la propria, anche queste cose sono di irrilevanza politica? O fanno parte di una giurisprudenza solo funzionale al regime in corso? Quando andrai a Cuba, non limitare le tue visite ai tours ufficiali, per es. cerca i compagni del IV° Osservatorio critico che per le loro riunioni sono sempre a mendicare un tetto come dei lebbrosi, non si tratta di soli anarchici, sono circa un centinaio e sono artisti ed intellettuali sopratutto di estrazione marxista, parla con loro e poi, se vorrai, potremo riparlarne con maggior cognizione di causa. I miei compagni cubani, da quel che hai letto, lamentano il pericolo di una involuzione liberista nell'isola, ed anche questo non avrebbe rilevanza politica?

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