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venerdì 15 aprile 2016

RIMETTETE A NOI I VOSTRI DEBITI di Lucio Garofalo





RIMETTETE A NOI I VOSTRI DEBITI
di Lucio Garofalo




Da vari anni, ormai, gli Stati nazionali sono costretti a svolgere l’ingrato 
compito di esattori per conto del capitalismo finanziario internazionale. In questo “ingrato compito”, Equitalia costituisce uno strumento di estorsione legalizzata, che opera una violenza amministrativa organizzata, con interventi di ricatto e terrorismo esattoriale. È la mano armata dell’esattore statale che agisce per conto del capitale finanziario internazionale, strutturata come un vero e proprio cappio da “cravattari” (in romanesco, strozzini).

Presso il popolo ebraico esisteva un istituto, il Giubileo (o “anno giubilare”), il quale ogni quarantanove anni rimetteva e cancellava i debiti, liberava coloro che si erano dati schiavi per debiti o erano incarcerati per debiti. Il Corano proibisce di prestare danaro ad interesse, perciò in Pakistan esiste soltanto la Banca di Stato per l’emissione di moneta. Qualche sedicente “liberal”, in passato, sosteneva che le tasse erano una forma di giustizia  sociale e Padoa Schioppa affermava che le tasse sono addirittura belle.
La verità è che il meccanismo di esazione delle tasse e dei debiti è oggi il vero atto d’imperio dello Stato moderno sulle persone. Oltre simili metodi c’è solo il saccheggio selvaggio e devastante tipo Lanzichenecchi. Nel dramma “Cesare e Cleopatra”, George Bernard Shaw fa dire a Giulio Cesare che la vera occupazione dei conquistatori è la riscossione delle tasse e si sa come i Romani le riscuotessero manu militari, ovvero tramite la forza delle armi.
 Ma Equitalia ha altresì la funzione di occultare il vero beneficiario delle sue malvagie procedure, come lo è il compito della politica.

Tuttavia, esiste un’arma della quale i popoli possono disporre, un’arma assai più potente delle armi stesse, un’arma mediante la quale, ad esempio, il Mahatma Gandhi cacciò l’esercito britannico dall’India, vale a dire lo sciopero fiscale. È pur vero che oggi le ritenute alla fonte rendono estremamente complicato lo sciopero fiscale ed è altrettanto vero che esso ha possibilità di successo solo se coinvolge masse enormi di persone, ma bisogna tener conto della velocità di espansione di una simile protesta nelle condizioni di stress finanziario prodotto dalla crisi che si combina con lo sdegno per le ingiustizie patite e le minacce dell’esattore.
Per la serie: io pago, come diceva Antonio De Curtis, in arte Totò.

Dopo Marx e Lenin, oggi servirebbe un'analisi seria ed aggiornata sull’origine imperialista del debito pubblico negli Stati capitalistici moderni. Non è un caso che il debito pubblico degli USA sia il più elevato del pianeta, anzitutto per finanziare le numerose guerre “preventive” sparse in giro in tutto il mondo dalle truppe yankee.

Anche il debito pubblico italiano è sempre stato assai elevato, con la differenza che in passato era detenuto quasi del tutto dai risparmiatori ed investitori italiani, mentre oggi è in mano soprattutto ai creditori e speculatori stranieri, cioè banche d'affari estere e capitale finanziario internazionale. Da qui deriva il rischio, sempre incombente, degli assalti speculativi in borsa.
La schizofrenia dei mercati azionari è un motivo di apparente e costante instabilità ed oscillazione, per cui proprio nulla è meno monolitico delle borse, che sono schizofreniche ed instabili per antonomasia. In questo apparente guazzabuglio chi detta legge è il più forte, vale a dire il capitale dell'alta finanza internazionale.

I circoli dell'alta finanza capitalistica, che finora hanno speculato e spremuto i Paesi "debitori", sono consapevoli che l'unica via per continuare ad estrarre plusvalore è dilazionare il pagamento del debito. Insomma, allentare il cappio al collo delle vittime per un determinato periodo, per poi stringerlo ancora più forte di prima.


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