'Anche all'inferno le case non sono tutte brutte
Ma la paura di essere gettati per strada
divora gli abitanti delle ville non meno
di quelli delle baracche'' Bertolt Brecht
''Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero sia libero, gli uomini siano gli uni diversi dagli altri e non vivano in solitudine... a un tempo in cui la verità esista e non sia possibile disfare ciò che è stato fatto:
Dall'età dell'uniformità, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bispensiero...
Salve!'' George Orwell
''La mia fede nell'avvenire comunista del genere umano non è meno ardente, anzi è ancora più salda, che nei giorni della mia giovinezza.
Natascia si è appena avvicinata alla finestra che dà sul cortile, e l'ha aperta in modo che l'aria entri più liberamente nella mia stanza. Posso vedere la lucida striscia verde dell'erba ai piedi del muro, e il limpido cielo azzurro al disopra del muro, e sole dappertutto.
La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza, e goderla in tutto il suo splendore'' Leon Trotsky
1. In un recentissimo articolo ‘’Karol Woytila: da Hitler a Bush’’ 1, mi sono premurato per grandi linee di tracciare un filo nero che collega la teologia dell’Opus Dei alla filosofia dei neoconservatori americani.
In questo intervento, invece, voglio approfondire il discorso sul neoconservatorismo cercando di rivenire le sue radici filosofiche e politiche. Il discorso ovviamente è molto complesso, e richiede delle ricerche che non possono essere circoscritte ad un solo articolo-saggio.
Per prima cosa cercherò di chiarire che cosa è stato (e cosa è) il neoconservatorismo, cosa di per sé, molto difficile.
2. Come disse uno di loro, Irving Krinstol, ex intellettuale di sinistra, il prefisso ‘’neo’’ indica una novità, dato che molti neoconservatori erano in passato liberal o attivisti nella ‘’Nuova sinistra’’.
Volendo dare una definizione rapida il neoconservatorismo è una dottrina politica che avversa lo stato sociale a favore della privatizzazione selvaggia delle risorse e addirittura degli stati, violentemente anticomunista, e in politica estera è contrassegnata da un forte occidentalismo. Tutte cose che approfondiremo a breve.
Adesso voglio provare ad individuare le origini storiche del movimento.
3. Uno dei primi teorici del controllo mediatico delle masse è stato il comunista Willi Munzenberg il quale costruì una sorta di ‘’impero’’ (questo termine ovviamente va contestualizzato) mediatico.
Questo teorico del movimento operaio fece una grande propaganda a difesa della Rivoluzione d’ottobre, denunciò l’assassinio di Sacco e Vanzetti, fece il possibile per far ricadere la colpa dell’incendio del Parlamento tedesco sui nazisti, insomma tutte cose molto nobili che richiederebbero uno studio a parte.
Munzenberg, anticipando Orwell e la neo-lingua, convinse buona parte dell’opinione pubblica che l'incendio del Parlamento era opera dei nazisti, accusando questi ultimi, e quindi rispondendo ad una accusa con una accusa.
Ma il vero merito di questo teorico è quello di aver compreso la necessità di avere dalla propria parte gli intellettuali, i quali, vanitosi e bramosi di gloria, si fanno tenere sotto controllo con il denaro e le lusinghe.
Un altro teorico di questa materia è Edward Bernays, nipote di Freud, che scrisse un manuale intitolato‘’Propaganda’’, ed il titolo del primo capitolo è rivelatore: ''Organizzare il caos''.
Manipolando il consenso, creando un senso comune fasullo, si crea un governo invisibile, e si dirigono le forze di classe a sbattere contro un muro; queste cose saranno alla base della Operazione Chaos, e della strategia delle Commissione Trilaterale molti anni dopo.
Bernays nel 1947, quando negli Usa iniziava la caccia alla streghe del maccartismo, pubblicò un altro libro ‘’La costruzione del consenso’’, poi preso in esame da Chomsky, che spiegò (Chomsky), come la psicologia sia fondamentale, per dare alle masse un nemico falso.
Un altro punto centrale degli studi, contrapposti politicamente, di Munzenberg e Bernays, è la figura del capo: tutte cose di grande importanza trattate in letteratura da Thomas Mass, Elias Canetti (cito‘’Masse e potere’’), ed aggiungerei anche Brecht ed Orwell.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale molte tecniche adottate dal dirigente comunista tedesco furono utilizzate dagli Usa. Frances Stonor Saunders nel libro ‘’Chi conduce la danza? La CIA e la guerra fredda culturale'' spiega l’operazione che portò la CIA a finanziare molti intellettuali anticomunisti.
Ciò che interessava agli Usa, e questo è importantissimo, erano i comunisti antistalinisti i quali avevano collaborato con Munzenberg, ed avevano smesso di sostenere l’Urss dopo il ‘’patto di non aggressione’’ del 1939.
Gli anticomunisti liberali non avevano bisogno di essere fomentati, e quindi bisognava guardare a molti ex-trotskisti. Non è un caso che gente come Irving Kristol, James Burnham, Sidney Hook, e Lionel Trilling, siano passati dalla parte dell’imperialismo yankee.
Gli strateghi a stelle e strisce cercarono di dare a questi intellettuali l’immagine che la loro fosse una terra aperta al dibattito dove le forme artistiche trovavano una libera espressione; al realismo socialista, che in realtà era lo zdanovismo, fu contrapposto, giusto per citare un esempio, l’espressionismo.
Nel 1954 la CIA finanziò un festival della musica a Roma dove vennero esaltati stili musicali nuovi ed esenti da ortodossie musicali. Un ulteriore esempio è il pittore Jackson Pollock, ex comunista, che passo dalla parte del Condor garante di libertà.
Nulla da dire a questo pulviscolo di umanità; l’arte, come disse Brecht, ha il ruolo di contribuire alla emancipazione delle classi più deboli. Chi fa di questa un motivo di vanto intellettuale è bene che affoghi nella stessa spazzatura nel nazista Celine.
All’inizio degli anni ’50 l’Ufficio di Strategia Psicologica della CIA dà la direttiva di esportare in tutto il mondo gli ideali di libertà su cui si fonda la terra del Condor; vediamo che si gettano le basi, che caratterizzeranno il nuovo mondo unipolare, e il carattere messianico dell’impero yankee.
Secondo Donald Jameson la CIA deve ristudiare, e ha ristudiato (e studia), la teoria di Gramsci sull’egemonia culturale; quindi le classi dominanti devono guadagnarsi il consenso attraverso la persuasione, egemonizzando culturalmente, ed eticamente le masse.
E’ necessario creare movimenti popolari gonfi di ‘’falsa coscienza’’ borghese per poi rivolgerle contro un falso nemico, fargli vivere una astrazione; questo, e i recenti avvenimenti lo dimostrano, è reso più facile da internet, e la presenza dei social network.
Abbiamo elementi sufficienti per iniziare a tirare le prime somme.
Quindi le borghesie (dovrei fare esplicito riferimento all’imperialismo più forte, quello americano), hanno utilizzato tutti gli strumenti del movimento operaio, hanno rapinato la classe operaia delle armi che le sue avanguardie avevano creato. Nulla da eccepire, in fondo la borghesia nasce, anche essa, come classe rivoluzionaria. Provo ad andare oltre.
Joe Hill, militante dell’ Industrial Workers of the World il sindacato di classe Americano, nel 1912 durante uno sciopero a Lorenzo (Massachusetts) usò la musica come strumento di solidarietà fra lavoratori che provenivano da nazionalità, e quindi parlavano lingue, diverse.
Molti anni dopo, dal 15 agosto al 18 agosto 1969, si tenne il festival di Woodstock che documenti inoppugnabili dimostrano che è stato voluto dalla CIA come parte integrante dell’Operazione MK ULTRA.
La cultura hippy non ha solo distrutto, a dispetto di quello che pensano tanti cretini che giocano a fare i rivoluzionari, il movimento operaio americano, ma è stata il trampolino di lancio, penso a quel mare di letame della liberalizzazione dei costumi, per una nuova fase del capitalismo ultra-liberistica.
Il Progetto MK ULTRA consiste in usa serie di attività svolte dalla CIA, negli anni ’50 e ’60, per controllare il comportamento di determinate persone; ci sono ottime prove, che dimostrano che l’ingegneria del suono del Festival di Woodstock, potesse, in qualche modo, portare al condizionamento mentale. 2
Molto bene, è in questo drammatico scenario, che dobbiamo iniziare ad analizzare, le basi filosofiche dei neoconservatori.
4. Sono entrato nella fase più ‘’calda’’ della argomentazione: cercherò di inquadrare il pensiero filosofico di Leo Strauss, uno dei massimi ideologi neoconservatori.
Questo studio è stato fatto in parte nel mio lavoro già citato all’inizio di questo testo (quello sull’amico di Pinochet, Karol Woytila), ma è bene ritornarci.
Il pensiero politico di Strauss rielabora la categoria ‘’amico-nemico’’ di Carl Schmitt. Schmitt, nel saggio‘’Il custode della Costituzione’’, rinviene nell’articolo 48 della Costituzione tedesca, il potere da parte dello stato sovrano di sospendere la Costituzione stessa, e in vista di una minaccia esterna proclamare lo stato di eccezione. Direi che è un punto di partenza su cui è bene riflettere.
Nel 1933 Schmitt aiutò Strauss ad avere una borsa di studio alla Rockefeller Foundation, e i due rimasero in continui rapporti anche dopo la presa del potere dei nazisti.
Le teorie di Schmitt, accompagnate alla filosofia di Strauss, ebbero fortuna durante la guerra fredda; furono, diciamo così, la ‘’sovrastruttura politica’’ (solo per fare un esempio), della teoria economica della scuola di Chicago.
Il nemico esterno da abbattere era il comunismo, demonizzato attraverso l’utilizzo dei media, e della loro demoniaca neo-lingua.
Strauss, sulla scia del razzista Tocqueville, era un ateo devoto: insomma, Dio non esiste ma la chiesa e la religione sono fondamentali per moralizzare le masse tenendole buone in un angolo; insomma non farle partecipare.
Questo bel personaggio, percorrendo la strada del nichilismo filosofo del pre-nazista Nietzsche, ritiene che solo pochi eletti possono sapere la verità, ed il popolaccio è bene che si faccia da parte. Non è un caso che ‘’il loro’’ (ho orrore a mettere il nostro!) violenti il passo di Platone ‘’sulla nobile menzogna’’, e non è casuale (ma guarda un po’) che questa interpretazione verrà ritenuta valida, in ‘’Introduzione alla lettura di Hegel’’, dal suo amico (ed agente del Kgb in Francia) Alexandre Kogève.
Io ho avuto gioco facile a rinvenire dei collegamenti con la teologia dell’Opus Dei che si fonda sul principio calvinista della depravazione totale dell’uomo; gli uomini sono delle belve e hanno bisogno di essere domati dalle elite, i popoli sono belligeranti e allora hanno bisogno (ecco che torna il carattere messianico dell’impero!) di essere guidati dagli Stati Uniti d’America.
Per concludere Strauss riprende più che altro la figura di Callicle, sinistro protagonista di ‘’Il Gorgia’’ di Platone, che piaceva molto anche a Nietzsche; Callicle credeva solo nell’utilizzo cieco del potere a discapito dei più deboli.
Il cristianesimo viene fatto coincidere con l’occidentalismo, ma anche questa concezione filosofica di base è a dir poco orripilante. Come si possono fare guerre (che poi sono guerre imperialiste) in nome dello ‘’scontro di civiltà’’? I filosofi si dovrebbero rivoltare nella tomba. Dico solo che Aristotele, nella sua''Logica'', che sarà alla base della filosofia ellenica, riprende gran parte della filosofia orientale.
Concludo questa parte dicendo che l’occidentalismo è la morte dell’ellenismo, e l’ateismo devoto è un atroce assassinio del cristianesimo delle origini.
5. Chiuso il capitolo su Leo Strauss è bene approfondire, seppur in sintesi, il rapporto fra cattolicesimo (o se si vuole ateismo devoto) e capitalismo.
Già Rafael Termes, membro dell’Opus Dei, ‘’filosofo’’ ed industriale, fondatore nel 1958 in Spagna della IESA Business School, disse che il capitalismo rappresenta la vera volontà divina.
Il filo nero che collega la teologia calvinista a Max Weber, smascherato senza pietà dall’immenso filosofo marxista Gyorgy Lukàcs in ‘’La distruzione della ragione’’, e che da Marx Weber porta all’Opus Dei e a neoconservatori come Rafael Termes e Michael Novak, è davvero drammatico. Ancora una volta proverò a cogliere la radice del problema.
Intanto devo dire che il metodo weberiano, denominato metodo dell’ ‘’isolamento atomistico’’, è riduttivo perchè circoscrive l’origine del capitalismo ai soli paesi protestanti, ed europei.
Quindi, rispondendo i filosofi a pressioni sociali, riflette un po’ l’ambizione degli imperi centrali di sottrarsi all’egemonia anglo-americana, e di svolgere un ruolo di primo piano nel nuovo capitalismo globale; tentativo che poi si concretizzerà con il fascismo europeo, e Weber che ''si mette’’ (in modo figurato, intendiamoci) a braccetto con Hitler.
Non è un caso che alcuni anni prima di scrivere ‘’L’Etica protestante e lo spirito del capitalismo’’, Weber avesse denunciato la ‘’polonizzazione’’ del proletariato slesiano, provincia prussiana, accusando i signorotti locali di aver permesso la ‘’sgermanizzazione’’ delle masse.
Senza tirarla per le lunghe, e procedendo in modo schematico, per ‘’il nostro’’ (riferito a Weber) il ‘500 sarà un secolo di grandi svolte quanto al contrario il mercantilismo fonda le sue radici nel Medio Evo tagliato fuori dalla analisi del sociologo in questione. Il nostro, come ora vedremo, ha tutto l’interesse a non fare capire come il pensiero di Lutero e Calvino, trovava origine nella teologia medioevale.
Il rifiuto del razionalismo umanistico di Lutero, infatti, viene ripreso, per filo e per segno, dal teologo fiorentino Dominici e dal suo testo ‘’Lucula noctis’’. Per Lutero direi che basta questo.
Calvino, al pari di altri teologi del capitalismo come Grozio e Locke, era un giurista.
Parlare di Calvino significa chiarire l’origine della concezione teologica della depravazione totale; cosa non da poco, dato che sarà questa ideologia a mettere a tavola insieme, Karol Woytila, Pinochet, e ora possiamo invitare a spregio dell’ignobile sinistra ‘’colta'' anche Obama.
Il peccato originale di Adamo rende l’uomo indegno della comunione dei beni - dice Calvino -, quindi tutte le cose devono ritornare sotto il dominio di Dio che stabilisce le nuove limitazioni; i diritti alla proprietà privata.
Il pensiero teologico e filosofico di Calvino è sintetizzato nel testo ‘’Istituzione della religione cristiana’’ del 1559 dove ci sono ampie parti dedicate all’azione sociale della Chiesa; è interessante notare che l’oscurantismo teologico spesso pone soluzioni politiche laiche soprattutto per ciò che riguarda il condizionamento dei lavoratori.
Tutta questa produzione ha un grande filo conduttore: quello di tagliare con il Medio Evo, e proclamare il ‘500 come secolo custode, in virtù della Riforma protestante, dello ‘’spirito del capitalismo''. E’ facile capire come questa affermazione sia falsa dato che i fondamenti giuridici dell’attuale modello sociale risiedono nella Scuola di Bologna che nasce nel 1200 (circa!), e la legalizzazione dell’usura è solo del 1515 ( quasi in rapporto di causa ed effetto) con i ‘’Monti di pietà’’ di papa Leone X.
I ‘’Monti di pietà’’ legalizzano, sulla strada tracciata in giurisprudenza dalla Scuola di Bologna, prestiti a chi non riesce a reggere il mercato.
Tirando le somme: il cristianesimo è il protestantesimo, e quest’ultimo è il capitalismo come prodotto della volontà divina. Detto e fatto: l’etica puritana del lavoro si rovescerà nel cattolicesimo che con Michael Novak riconosce il suo vero fondamento, teologico e politico, nel calvinismo.
Il nuovo ‘’Mein kampf’’ si chiama ‘’L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo’’, una forma di nazismo democratico da esportare.
6. Le borghesie americane hanno creato, quella che il filosofo Costanzo Preve, ha definito una ideocrazia; non si è mai vista una società tanto ideologicizzata, in cui nazione ed ideologia coincidono perfettamente. Insomma siamo davanti ad una religione civile; schiere di preti militanti che predicano il culto del Dio denaro.
Mi permetto di citare Gramsci:
‘’L’Azione cattolica segna l’inizio di una epoca nuova nella storia della religione cattolica: quando essa da concezione totalitaria (nel duplice senso: che era una totale concezione del mondo di una società nel suo totale) diventa parziale (anche nel duplice senso) e deve avere un proprio partito. I diversi ordini religiosi rappresentano la reazione della Chiesa (comunità dei fedeli o comunità del clero), dall’alto o dal basso, contro le disgregazioni parziali della concezione del mondo (eresie, scismi, ecc., e anche la degenerazione delle gerarchie); l’Azione cattolica rappresenta la reazione contro l’apostasia di intere masse, imponente, cioè contro il superamento di massa della concezione religiosa del mondo. Non è più la Chiesa che fissa il terreno e i mezzi della lotta; essa invece deve accettare il terreno impostole dagli avversari o dall’indifferenza e servirsi di armi prese a prestito dall’arsenale dei suoi avversari (l’organizzazione politica di massa). La Chiesa, cioè, è sulla difensiva, ha perduto l’autonomia dei movimenti e delle iniziative, non è più una forza ideologica mondiale, ma solo una forza subalterna’’. 3
Ed ancora:
‘’Diverso carattere ha avuto questa lotta nei diversi periodi storici. Nella fase moderna, essa è una lotta per l’egemonia nell’educazione popolare; almeno questo è il tratto più caratteristico, cui tutti gli altri sono subordinati. Quindi è lotta tra due categorie di intellettuali, lotta per subordinare il clero, come tipica categoria di intellettuali, alle direttive dello Stato, cioè della classe dominante (libertà dell’insegnamento – organizzazioni giovanili – organizzazioni femminili – organizzazioni professionali)’’. 4
Il grande sardo definì il clero una ‘’classe-casta’’ che dispone di una propria ideologia, e che esercita una sua egemonia culturale.
Vediamo che con l’americanismo questo contrasto fra clero ed intellettuali laici è venuto meno; utilizzando il metodo marxista ragionerò un po’ su questa cosa.
In primis ribadisco che quando il capitalismo entra in crisi, come ho detto molte volte, la borghesia deve ripudiare tutti i suoi vecchi ideali razionalistici e libertari, ed usare le armi del suo vecchio nemico: l’aristocrazia. La filosofia, come concezione del mondo dei dominanti, si fa, per dirla con Lukàcs, ‘’guardia frontiera’’ della reazione.
Pierre Naville, uno degli ultimi giganti del marxismo novecentesco, parlando nel suo ultimo quaderno di Khomeini che minacciò la condanna a morte di Rushdie, l’autore dei ‘’Versi satanici’’, dice:
‘’Da quel che si legge nei giornali si tratta di una visione satanica che travalica l’Islam e si estende in tutto il mondo attuale. Un satanismo impregnato della tecnologia moderna (l’angelo Gabriele che atterra col paracadute), il che, in effetti, dà al libro una portata universale. Allora, non è solo il Corano ad essere in gioco, ma anche la Bibbia, compresa quella anglicana. Non so perché questo libro mi ricorda il dizionario Khazar. Queste due opere esibiscono gli abissi mistici, pozzi di interi furori, che suscitano le odierne invenzioni terrestri. Non si tratta solo di un ritorno delle religioni alla testa dei paesi più sviluppati, ma di una vera mistica del potere che ricorda Bisanzio’’. 5
Tutto il capitalismo globale nella fase della sua decadenza assume un carattere mistico cosa che ha favorito l’integrazione del clero nelle istituzioni politiche; la particolarità è che l’imperialismo americano (cosa che si evince dai discorsi dei suoi presidenti) ha avuto (ed ancora ha!), in quanto imperialismo più forte, addirittura un carattere messianico.
Chi vince militarmente un conflitto non solo impone la sua economia, ma a poco a poco modifica tutta la sua sovrastruttura imponendo un nuovo sistema di valori; l’egemonia culturale è preceduta dalla egemonia informativa, e l’egemonia informativa implica il controllo dei ‘’mezzi di produzione del pensiero’’.
Chi non capisce questo non può fare una seria analisi del mondo unipolare, e non capirà nemmeno l’attuale scontro fra poli imperialistici.
7. Ho debuttato in questo saggio dicendo che molti neoconservatori venivano dal trotskismo.
Lasciando stare il grande Leon Trotsky, eroico comandante dell’Armata rossa e teorico marxista di prima grandezza, e ammettendo il carattere fetido del neo-trotskismo, che nulla ha a che fare con il fondatore della Quarta Internazionale, è giusto che dica qualcosa anche su ciò.
Michael Lind affermò che il concetto di ‘’rivoluzione globale e democratica’’ è stato ripreso da questa schiera di avvoltoi affamati, dal concetto di rivoluzione permanente.
Questa è una vera follia, dato che la rivoluzione permanente o ininterrotta (la seconda parte della definizione di questa teoria marxista, viene quasi sempre occultata), trova le sue origini già nel‘’Manifesto dei comunisti’’ di Marx ed Engels, e si fonda sulla transizione (trans dal latino oltre) dei diritti democratici in lotta per il socialismo.
Somiglianza? In questo caso si ritorna al wilsonismo che nasce come risposta della borghesia all’internazionalismo proletario. Wilson nel 1918 fonda la Lega delle Nazioni, e Lenin da lì a poco avrebbe fondato la Terza Internazionale; ecco un altro esempio di come la borghesia si appropri delle armi del movimento operaio.
Chi studia questi argomenti sa che James Burnham ha copiato ‘’La burocraticizzazione del mondo’’ di Bruno Rizzi, scrivendo nel 1941, poco dopo aver rotto con il movimento operaio americano, ‘’La rivoluzione manageriale’’; operazione abbastanza disgustosa, denunciata a suo tempo solo da Pierre Naville, che, oltre tutto, è stato inascoltato.
Quella di Rizzi era una analisi, che per certi aspetti ricalcherà lo studio del gruppo francese‘’Socialismo o Barbarie’’, spietata verso il governo dei tecnici, mentre Burnham, con la sua oscena apologia delle elite, pone le coordinate per ‘’lo scontro di civiltà, pianificato dopo la vittoria degli Usa della ‘’guerra fredda’’.
Il lettore può rendersi conto dell’enorme complessità della questione. I neoconservatori, non sono un fenomeno che appartiene alla destra economica (il movimento neoconservatore ha raccolto anche tanti ex maosti), ma sono una conseguenza della fine della coppia dicotomica destra e sinistra, esprimendo al meglio (o al peggio, dipende dai punti di vista!) il carattere assoluto e totalizzate del pensiero unico neocapitalistico.
8. Nel 1954 W.H. Morris Jones scrive un saggio ‘’In difesa dell’apatia’’, parlando di un suo ruolo benefico per le democrazie liberali. La stessa cosa verrà esposta sia nel ‘’Memorandum’’ di Lewis Powell, che nel documento ‘’La crisi della democrazia’’ curato da Huntington, Crozier, e Watanuki; riporto qualche valida citazione (chi volesse approfondire può studiare anche la meravigliosa ricerca di Paolo Barnad 6) per far capire al lettore come ragiona il vero Potere.
‘’ Il business deve imparare le lezioni messe in pratica dal mondo dei lavoratori, cioè che il potere politico è indispensabile, che deve essere coltivato con assiduità, e usato in modo aggressivo se necessario, senza imbarazzo’’. (Lewis Powell)
A conferma di quando dicevo: la borghesia si è appropriata di tutte le armi delle avanguardie politiche, e dei teorici della classe operaia.
Prendo adesso il documento ‘’La crisi della democrazia’’; questa frase mette davvero i brividi:
‘’ I partiti comunisti hanno perso terreno quasi ovunque nell’Europa occidentale. La loro ideologia è sbiadita, e appare come una Chiesa omologata il cui carisma è in parte scomparso. Perché mai partiti così sedati e moderati dovrebbero costituire una minaccia alla democrazia proprio quando ne rispettano le fondamenta?’’.
La democrazia con l’adozione del modello capitalistico manageriale viene svuotata di contenuto; la partecipazione doveva diventare (ed è diventata!) vana da tutti i punti di vista.
Da una parte, quindi, la classe operaia viene assorbita culturalmente nel ceto medio (culturalmente ho detto!), e dall’altra, anche se gli effetti si vedranno qualche anno dopo, abbiamo l’occidentalizzazione delle mezze classi nelle periferie dell’imperialismo yankee.
I media svolgono una funzione importantissima: nasce l’idea dell’uomo comune, l’uomo onesto e simpatico, a prescindere che sia un ''morto di fame'' o un manager in carriera con il sangue agli occhi..
Ovviamente l’uomo medio ha bisogno di identificarsi nel capo, e allora ci rendiamo conto di come i processi sociali, di volta in volta, abbiano dato alle classi dominanti l’uomo giusto per le loro esigenze, da Reagan ad Obama.
Che dire, come disse Trotsky su Hitler ‘’il capo va là dove lo conducono le masse’’ ed ancora ‘’Hitler ha in sé, qualcosa di ogni piccolo borghese, ma nessun piccolo borghese potrebbe essere Hitler’’. E’ entrato nelle zucche dei più, che l’attuale democrazia totalizzante, è una forma di hitlerismo morbido? Spero di sì.
Uno scienziato della competenza di Chomsky arriverà a queste conclusioni:
‘’Voglio sottolineare ancora una volta che quando le società si democraticizzano e la coercizione smette di essere uno strumento di controllo e di emarginazione facile da mettere in opera, le elite si rivolgono naturalmente alla propaganda. Si tratta di un fenomeno non soltanto naturale, ma del tutto consapevole, apertamente analizzato nelle opere scientifiche o meno che preconizzano l’uso della propaganda''. 7
La gente in questo modo viene travolta dalla banalizzazione della vita in comunità; nel capitalismo manageriale la stupidità diventa un fenomeno sociale.
Più tardi analizzerò il motivo di ciò ma nel prossimo paragrafo voglio riprendere, molto brevemente, un argomento già da me trattato: il concetto di ''totalitarismo''.
9. Uno dei mie ultimissimi articoli 8, riguardava il concetto di totalitarismo, e la presunta convergenza fra regimi totalitari contrapposti ideologicamente. Siccome l’argomento è pertinente voglio ritornarci.
Il libro della incredibilmente sopravvalutata maestrina di scuola media Hannah Arendt ‘’Le origini del totalitarismo’’ (1951), non ha nulla di originale, e tali argomentazioni furono avanzate in precedenza da teorici socialdemocratici come Rudolf Hilferding di ben altra levatura intellettuale.
Secondo la Arendt stalinismo e nazismo convergono in quanto fanno capo a due società altamente ideologicizzate; alla luce delle riflessioni su fatte questa posizione appare del tutto risibile.
In realtà l’allieva di Heidegger, con tutti i suoi limiti, rinviene nella Nep la distinzione fra leninismo e stalinismo, e ben si guarda con il far coincidere marxismo e totalitarismo.
Nel 1956 Brzezinsky pubblica ‘’Dittatura totalitaria e autocrazia’’, dove, aggravando gli errori della Arendt, proclama il comunismo come unico vero regime totalitario.
In ‘’L’origine del totalitarismo’’, in cui i critici di sinistra hanno subito messo in evidenza la contrapposizione ideologica fra i due regimi che rende impossibile la convergenza, il fatto economico scompare, cioè non si tiene conto della diversa struttura economica e sociale di Urss, e paesi fascisti. Prima di sbugiardare l’avvoltoio su citato, ribadirò una cosa di vitale importanza.
Furono le oligarchie economiche a mettere al potere Hitler per difendersi dal movimento operaio, e coprire gli scandali finanziari, evasione fiscale classico reato borghese, che avevano travolto gli junker.
Questa cosa mette in imbarazzo il mondo liberale, perché tenendo questo tenore di argomentazione, potremmo dire che un domani le borghesie, per proteggersi dalle rivendicazioni delle classi più deboli, non avrebbero problemi ad affidarsi ad un regime simile al fascismo.
Lukàcs ammonì, del resto, l’allievo Hofmann proprio su ciò: ogni epoca ha una differente involuzione del capitale monopolistico, e l’attuale democrazia manipolata ha dei caratteri totalizzanti che non fanno invidia alla mistica fascista.
Brzezinsky, nel suo bollettino politico, dice che è totalitario qualsiasi regime che centralizza l’economia; sulla nera via di Hayek, la democrazia viene fatta coincidere con il mercato. Ingegnoso espediente per iniziare la ‘’strategia del contenimento’’ contro i paesi dell’Est.
Le parole come vedete assumono una valenza importantissima: i neoconservatori parlano di pluralismo ideologico, ma in realtà, ed ogni termine si rovescia nel suo contrario, alludono alle ragioni del santo mercato. Ecco che la terra della libertà di impresa, ora nel nome dello ‘’scontro di civiltà’’, inizia e porta avanti la sua guerra contro chi non privatizza.
Per chi volesse saperne di più, consiglio, arrivati a questo punto, ‘’Totalitarismo, triste storia di un non concetto’’ di Vladimiro Giacchè, davvero molto documentato sulla egemonia mediatica.
10. L’ultima parte di questo mio lavoro riguarda altri due ’non concetto’’: quello di ‘’democrazia profonda’’, e quello di ''non violenza''.
Un marxista sa, ed è bene introdurre il discorso in questo modo, che la democrazia non è un valore immanente, e le borghesie ne fanno a meno quando non riescono a gestire il conflitto di classe.
E’ stato così, che gli Usa, per combattere il ‘’nemico’’ sovietico, hanno impedito la nascita di stati nazionali indipendenti, appoggiandosi a giunte militari a loro asservite; oppure, hanno cinicamente riciclato quadri dei servizi segreti fascisti. Niente da dire, la morale dell’imperialismo è ‘’niente di ciò che è disumano mi è estraneo’’.
Vinta la guerra fredda la situazione è iniziata a cambiare, vediamo in che maniera.
Nel 1993 viene fondata a Berlino da Peter Eigen Transparency International, ma la nascita di questa organizzazione, per essere preciso, segue queste tre fasi: 1) la fase di incubazione che va dall’ ’84 all’ ’89; 2) la fase organizzativa che va dall’ ’89 al ’93; 3) e poi abbiamo la nascita ufficiale nel 1993.
La fondazione di T.I. è stata promossa da delle consultazioni inter-religiose, fra Filippo Duca di Edimburgo, e i principali esponenti delle tre religioni monoteiste; il loro compito era quello di moralizzare l’economia attraverso organi moralizzatori come la Banca Mondiale del Commercio. In questo modo si dà inizio alla lotta contro la corruzione dei governi; facile a dirsi, questo è un aspetto di facciata, e con la neo-lingua tutto si rovescia (e lo ripeterò sempre!) nel suo contrario. Meglio chiarire questi concetti, che sono un po’ difficili.
Le masse ‘’che non devono più partecipare alla vita pubblica’’, di cui ho parlato nel Paragrafo 8, sono un presupposto fondamentale per la liquefazione dei vecchi stati nazionali, che in un modo o nell’altro, si basavano sul primato dei governi, e su una distinzione, seppur effimera, fra gli schieramenti politici.
Il passaggio ai blocchi imperialistici continentali, anche se è ancora un processo in atto, richiede la definitiva scomparsa dei confini nazionali; in termini marxisti, da una parte abbiamo la tendenza delle borghesie, o di una parte di esse ad internazionalizzarsi, e dall’altra, il continuo ricorso ai regionalismi per compromettere l’unità di classe.
L’imperialismo per fare ciò si appoggia a movimenti politici di carattere puramente massonico (assumendo l’analisi che Gramsci fa del rotarismo nel Quaderno 22), come, giusto per fare un esempio, la Lega Nord, o il Movimento dei federalisti europei. Non è un caso che la prima esponente di T.I. in Italia è stata Teresa Brassiolo, consigliere comunale della Lega Nord a Milano.
Mettendo da parte questi problemi che meriterebbero un saggio a parte, è bene che richiami l’attenzione del lettore sul nuovo concetto di democrazia: per Eigen dovevano essere gli organi moralizzatori (Banca mondiale del commercio, o Fondo monetario internazionale) a screditare la vittima, ridurla in miseria, e attraverso l’attività dei media, travolgerla dagli scandali.
Di contro è importante che si comprenda che la mafiosità non è una disfunzione della democrazia borghese, ma è una sua parte integrante soprattutto nella fase di decadenza capitalistica.
Bertolt Brecht in ‘’La resistibile ascesa di Arturo Ui’’, scritta fra il 1940-’41, descrive la presa del potere di Hitler come una tratta fra mafiosi al mercato ortofrutticolo; non è il politico corrotto, ma è tutto il capitalismo che genera mafiosità.
La nuova arma della borghesia è questa: movimenti popolari che, ed ecco il rovescio della medaglia rispetto alle squadracce fasciste, in modo non violento rivendicano una democrazia profonda, e legalitaria.
Molto bene, l’ultimo ‘’non concetto’’ su cui dirò qualcosa è la ‘’non violenza’’.
11. Sulla ‘’violenza’’ e il suo presunto rovescio la ‘’non violenza'' inizierò (per l'ennesima volta, a costo di essere ripetitivo!) col ribadire la posizione dei marxisti.
La questione per chi ‘’balla con Lenin’’ è semplicissima: l’unica vera violenza è la violenza sistematica della accumulazione capitalistica, il resto non conta.
I comunisti non si curano delle forme politiche, e quindi non riducono tutto allo scontro dittatura democrazia, ma prendono in esame le basi sociali dei regimi, e le loro strutture economiche e sociali.
In questo Trotsky è stato un maestro, basta leggere le sue prese di posizione (ovviamente in funzione antimperialistica) sulla monarchia etiope o il Brasile di Getulio Vargas, mentre i neo-trotskisti, o forse dovrei dire i trotsko-imperialisti, si mettono dietro ai taglia gole dell’Uck kosovaro, e ultimamente dei monarchici di Bengasi. Davvero pietosi!
Assurdo quindi accettare il concetto di democrazia proposto dai dominanti, e la loro ‘’non violenza’’, che diventa, come tutti i ‘’non concetti’’, il suo contrario.
Il filosofo americano Gene Sharp nel 1983 fonda l’Istituto Albert Einstein, dove studia la ‘’non violenza’’, per risolvere i conflittii in tutto il mondo.
Ovviamente Sharp, in linea con l’idea di conflitto dei neoconservatori yankee, prende di mira gli stati canaglia che non rientrano nel ‘’cortile di casa’’ Usa.
I suoi testi tradotti in Italiano sono: ‘’Politica dell’azione non violenta’’, ‘’Verso una Europa inconquistabile’’, e ‘’La via della non violenza’’.
A Sharp è attribuibile il fenomeno delle ''Rivoluzioni Colorate''; l’imperialismo più forte (vediamo come i neoconservatori in parte hanno cambiato tattica) unendo fattori destabilizzanti interni ed esterni, rovesciano governi a loro avversi. Prove documentali rendono forte l’ipotesi che gli eventi di Piazza Tien An Men siano i primi tentativi di sperimentare tali azioni, che poi (basta pensare alla Georgia, all’Ucraina, o all’Iran) sono diventati una prassi per i condor a stelle e strisce.
Inoltre questi movimenti hanno dietro tutto un marketing politico: dagli slogan, al colore che rappresenta la ‘’rivoluzione’’; buttiamola così, la ‘’società dello spettacolo’’ di Debord, all’ennesima potenza.
Sono questi i due volti dell’azione politica dei neoconservatori americani: da una parte la guerra di civiltà contro un sanguinario dittatore (l’hitlerizzazione del nemico inizia con Nasser, e ci sembrava strano!), e quindi lo scontro armato presentato come missione umanitaria (vedi la guerra in Iraq), e dall’altra il movimento pacifico che chiede democrazia. Due facce delle stessa medaglia, dietro cui si allunga l’ombra della svastica.
Da Solidarnosc a Bengasi, una storia sporca, di cui la sempre più nera borghesia americana un giorno dovrà rispondere.
12. Detto questo posso congedarmi. Quando gli Usa fanno le loro sporche guerre dicono sempre ‘’noi'', riferendosi agli Stati Uniti d'America, come paese, con il suo bagaglio storico e culturale, e con una sua cittadinanza; questa è una calunnia. Personalmente, da pensatore dialettico, tutte le volte che mi compare la faccia sporca di Bush subito dopo mi sforzo di pensare ad Edgar Lee Master o a Bob Dylan, al grande movimento operaio dei primi anni del novecento, a dissidenti come Noam Chomsky. Lottare contro questa Gestapo a stelle e strisce significa difendere le dolci parole della poesia in musica di Bob Dylan, una cosa per cui vale la pena riempire la propria vita, affinchè un giorno verrà proibito per sempre ai cannoni di tuonare.
Note:
1) Articolo pubblicato nel Blog Bentornata Bandiera Rossa e Marxismo Libertario
2) In questo sito sono raccolti i materiali dell’FBI: http://www.fbi.gov/foia/foiaindex/mkultra.htm
3) Antonio Gramsci ‘’Il Vaticano e l’Italia’’ Ed. Riuniti 1974 pag. 49
4) Antonio Gramsci ‘’Il Vaticano e l’Italia’’ Ed. Riuniti 1974 pag. 58
5) Pierre Naville ‘’Ricordi e pensieri. L’ultimo quaderno (1988-1993)’’ Ed. Massari 2010 pag.40
6) Paolo Barnard ‘’Ecco come morimmo’’ Fonte:http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=151
7) Noam Chomsky ‘’Due ore di lucidità’’ Ed. Baldini&Castoldi 1999 pag. 20
8) Stefano Zecchinelli ‘’Note critiche alla ideologia borghese della convergenza fra opposti totalitarismi’’ pubblicato nel Blog Bentornata Bandiera Rossa
Siti consultati:
1) http://www.kelebekler.com/caimani/articoli.htm
2) http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo_dossier/2010_01_john-laughland_la-tecnica-del-colpo-di-stato-colorato.htm#testo
3) http://sitoaurora.splinder.com/post/21164506/Mani+Pulite+International
Stefano Zecchinelli
magnifico lavoro, stefano !
RispondiEliminaLa Chiesa non deve pagare l’I.C.I. (Imposta Comunale sugli Immobili) poiché dovrebbe elargire ai poveri quegli immobili con non sono strettamente utili per il culto o, tanto più, quelli in cui addirittura si svolge un’attività commerciale. Fu il Costituto di Costantino, cioè la Donazione Costantiniana ( 313 d.C.), ad autorizzare la Chiesa di Roma alla proprietà dei beni temporali, o materiali. Poi, durante l’Umanesimo, Niccolò da Cusa e Lorenzo Valla si resero conto, indignati!, che si trattava di un deprecabile falso realizzato all’epoca di Carlo Magno. Inoltre, siccome nella Chiesa adesso non ci sono più Profeti ma solo Vescovi, i suoi beni, come recita la Dottrina delle Comunità Apostoliche della DIDACHÉ (70 – 100 d.C.), dovrebbero essere ugualmente elargiti ai poveri. Quindi la Chiesa non deve pagare l’I.C.I., deve invece qualcosa di diverso.
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