il governo Greco pare aver raggiunto un accordo per un nuovo prestito dall’Europa. In cambio quello stesso governo ha concesso la liquidazione dei contratti nazionali. Anche in Grecia ci sarà l’equivalente dell’articolo 8 della manovra del governo italiano. Per legge i contratti nazionali non varranno più automaticamente in tutte le aziende, ma ogni realtà potrà decidere se applicarli o no. (...)
Pare che Bruxelles, la Banca europea, il Fondo monetario internazionale abbiano gioito della decisione del governo Greco. Così, si è detto, la flessibilità del lavoro sarà uno strumento per una ripresa economica.
Ancora una volta scopriamo che l’attacco ai diritti fondamentali del lavoro ha una regia precisa in Europa e nella finanza internazionale.
L’unica verità sulla crisi finora detta dal governo italiano, è che l’articolo 8 della manovra è stato così definito in risposta alle richieste della lettera di Draghi e Trichet.
E’ chiaro ormai che per quanto confuso e ridicolo, il dibattito politico italiano non può più fingere. E’ l’Europa delle banche e della speculazione finanziaria che ci chiede di distruggere i contratti nazionali, il governo Sacconi-Berlusconi aggiunge di suo solo un particolare livore e una particolare frustrazione dovuta alla sua crisi politica.
Per questo, se vogliamo difendere davvero i contratti nazionali e i diritti dei lavoratori, dobbiamo sapere che l’avversario sta in Italia come in Europa e bisogna combattere entrambi. Prima che producano disastri irrecuperabili, visto che la flessibilità del lavoro non solo non aiuterà la ripresa economica, ma sarà un’ulteriore fattore di crisi e depressione.
Il 15 ottobre scendiamo in piazza contro due avversari: l’attuale governo e quello altrettanto feroce che si prepara, per opera delle banche, della finanza e del loro governo europeo.
Perfettamente daccordo, ma si tratta di operazioni cominciate già da tempo, per cui la distruzione di cui parli è già in atto. I sindacati hanno rinunciato da anni a qualunque forma di reale tutela dei lavoratori (con Riccarco Achilli abbiamo firmato un articolo pubblicato sul n. 2-2010 di REST, dove affrontiamo anche quest'argomento). La produzione di "novelli futuri schiavi" da immolare sull'altare della globalizzazione non sta riguardando solo le aziende private, ma anche il settore pubblico. Non so che lavoro tu faccia, ma sempre più spesso mi trovo a leggere in contratti (ovviamente interinali) tra singolo lavoratore e PA clausole come "ed ogni altro tipo di attività riguardante l'Ente" unitamente a "l'Ente si riserva in qualunque momento di procedere alla cessazione del presente contratto" o clausole simili, che è una vera fatica eliminare (te lo posso garantire). Mi fermo qui, per il momento.
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