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lunedì 15 ottobre 2012

Omaggio a Gigi Meroni


di Enrico Pellegrini



Uno dei più grandi talenti calcistici che l'Italia abbia mai avuto.

Ala destra di Como, Genoa e Torino,Gigi Meroni è ricordato dai suoi avversari come una via di mezzo tra Garrincha e Best. Nel 1967 a San Siro, con un grande pallonetto tirato sbilanciato dal limite dell'area e finito precisamente nel “sette” della porta nerazzurra, interruppe il record di imbattibilità (tre anni) detenuto dalla “Grande Inter” di Herrera.
Morì il 15 ottobre 1967 investito da un'auto. Più di 20.000 persone parteciparono ai suoi funerali, e il lutto scosse la città. Dal carcere delle Nuove di Torino alcuni detenuti raccolsero soldi per mandare fiori. La stampa sembrò per un attimo perdonare la bizzarria contestata in vita (i capelli lunghi, la barba incolta), ma la Chiesa si oppose al funerale e criticò aspramente don Francesco Ferraudo, cappellano del Torino calcio, per aver celebrato il funerale di un "peccatore pubblico" con riti religiosi. Meroni infatti conviveva in una mansarda di corso Re Umberto a Torino con la sua ragazza di origine polacca, Cristiana Uderstadt, che all'epoca era ancora ufficialmente la moglie (anche se in attesa di annullamento del matrimonio) di un regista romano. Il quotidiano torinese La Stampa (di proprietà della famiglia Agnelli, come la Juventus) si unì alle richieste dei prelati, e si raccolse un movimento d'opinione per chiedere provvedimenti disciplinari contro il sacerdote.

Gigi Meroni non era però soltanto un campione di calcio (uno dei pochi “senza macchia” dei disastrosi Mondiali del ’66), ma un vero e proprio artista, sia per lo straordinario talento pittorico, sia per il modo anticonformista di concepire la vita. Emblematica del personaggio è una sua passeggiata per il corso di Como con una gallina al guinzaglio. Gianni Brera, nel suo necrologio, lo definì un «simbolo di estri bizzarri e libertà sociali in un Paese di quasi tutti conformisti». Il suo funerale suscitò, appunto, scandalo per via del sacerdote che celebrò le esequie di un così "grande peccatore". Tra i suoi "peccati" da "ricordare": quello di convivere con Cristiana, di avere posizioni politiche anarchiche e di non credere assolutamente in nessun Dio. 
GIGI MERONI! Indimenticabile...


1 commento:

  1. Gigi Meroni un genio nel calcio e nella vita. Come il suo gol all'Inter, con un pallonetto, mentre retrocedeva palleggiando dalla porta avversaria. Quando andava a spasso con una gallina al guinzaglio, lui che si disegnava i suoi vestiti originali da solo, e che come pittore, non finì mai il ritratto della sua amata Cristiana, non riuscendo a fargli gli occhi. Ma il "non finito" è la caratteristica del genio, come si è manifestato anche in Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. A volte anche la vita è un non "finito". Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo.

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