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giovedì 2 maggio 2013

IL GOVERNO LETTA NELLA FALSA COSCIENZA DI SINISTRA



di Lorenzo Mortara
Rsu Fiom-Cgil Rete28Aprile


Con la riproposizione in versione politica del Governo Tecnico PD-PDL, con la sola sostituzione del burattino Monti col burattino Letta, entrambi prodotti in Vaticano per il mercato europeo, è cominciata nell’arcipelago sinistrorso del PD, l’immancabile, stucchevole ricerca del capro espiatorio a cui scaricare le colpe di una politica che fa storcere il naso ai suoi sostenitori. Se prima era colpa di Grillo se non partiva il Governo PD-M5S, ora è sempre colpa di Grillo se parte il Governo PD-PDL con la ruota di scorta montiana. Per chi da due mesi blatera sull’assunzione altrui di responsabilità, non saper assumersene neanche mezza per le proprie malefatte, è addirittura il colmo.
La totale mancanza di un punto di vista di classe sulla vicenda come su tutto il resto, ne ribalta e distorce completamente il senso della dinamica. Dove per la lotta di classe vi è un progresso, per la petulante analisi piccolo borghese vi è un regresso. Compito nostro, è togliere ogni speranza a questa falsa coscienza di sinistra.
Rispetto alla precedente combine con a capo Monti, la lotta di classe, della nostra classe, fa un passo avanti, non indietro, e bisognerebbe rallegrarsene anziché diventare scuri in volto. Il Re, infatti, è più nudo di prima e con sempre meno scuse, perché ora ha una gigantesca spina nel fianco che prima non aveva: la presenza, che piaccia o meno, di una reale e potente opposizione. Opposizione che rende più difficile la riproposizione della parata trasversale contro gli operai che lor signori ci hanno rifilato per un anno. E anche se ci sarà lo stesso, è probabile che sarà meno cruenta di prima perché, sotto il peso della pressione a Cinque Stelle, avrà molte più possibilità di sfaldarsi nel cammino. E quanto più rapidamente questo avverrà, tanto più si dovrà proprio all’integrità e alla saldezza di una Opposizione intransigente, quella che non han saputo mai fare né il PD né la sinistra radicale. L’insofferenza verso Grillo della attuale sinistra moderata e radical chic è in fondo tutta qui, non significa nient’altro, tanto meno può essere ricondotta a una qualunque analisi seria. Grillo è diventato il suo parafulmine ideale, quello su cui scaricare lo sconcerto della base, nella speranza che basti per non perderla. Ma anche se buona parte dell’intelligenza a servizio dell’apparato piddino e dintorni, ha già mosso tutta la fantasia di cui dispone la sua testa malata per inquinare ancora di più quella della base, Grillo non ha nessuna colpa della attuale situazione e delle illusioni degli elettori del centro sinistra. Questi, per altro, non sono stati affatto traditi dai loro vertici, i quali non hanno fatto altro che rendere definitivamente esplicito ciò che facevano già da vent’anni più o meno sotto banco, e negli ultimi due in maniera sempre più aperta. La base del PD è vittima solo della sua scarsa maturità. Il Governo Letta l’aiuterà ad aprire gli occhi, le farà fare passi da gigante nel cammino tortuoso e difficile della presa di coscienza. Coscienza che marcia sempre in ritardo rispetto agli eventi, e che impiega lunghi anni anche solo per imparare le cose più elementari. Non deve, dunque, stupirci più di tanto la fatica della base, tanto più se confrontato con l’arretratezza cronica dei professori accademici che troneggiano sulla stampa di partito. Anzi, con simile bigiotteria, è già tanto se le masse piddine non impiegheranno due secoli per liberarsi delle loro pessime guide. Questi esseri depensanti, imbottiti dello stesso cretinismo parlamentare dei loro apparati di riferimento, non vedono più in là delle beghe di corridoio, della contrattazione di commissioni, appalti e poltrone. Come delle comari isteriche inveiscono contro quei partiti che, sconfitto il loro, dovrebbero aiutarli per forza a portare avanti il loro programma fallimentare. Non sono loro, gli sconfitti, che dovrebbero abbassare un po’ la cresta e magari riflettere sulle loro rovine, no, sono gli altri, i vincitori, che debbono abbassarsi al loro livello e fargli pure la grazia di appoggiarli, pena la scomunica. Se solo Grillo non si fosse opposto a Bersani – così pensa la loro vigliaccheria – il PD non sarebbe stato costretto alle larghe intese con Berlusconi. Con la stessa logica si potrebbe giustificare un marito che stupra una donna solo perché ha la moglie che non gli si concede. Comprendendo l’assurdità, allora, il più sofisticato arriva a dire che da Bersani a Grillo, sono tutti colpevoli ed egualmente responsabili. Così parla il meno ipocrita di tutti, il più filisteo tra i filistei!
Chi se la ride di questa logica assurda e idiota sa che Grillo non è affatto responsabile di quello che ha combinato il PD. La responsabilità del Governo Letta è tutta di chi lo sostiene, non di chi vi si oppone, a meno che non vi si opponga per finta come fanno Lega e SeL, l’Opposizione di Sua Maestà, mai a Sua Maestà.
Incapace di concepire una qualunque opposizione, la falsa coscienza di sinistra è mesta e sconsolata perché era convinta di poter levarsi di torno, una volta per tutte, Berlusconi. È lui, apparentemente, il suo unico bersaglio, di conseguenza non ammette che a sinistra possa essercene anche uno diverso. Presuntuosa e congenitamente cretina com’è, non riesce ad accettare il fatto che il primo nemico della sinistra di classe non sia affatto il Cavaliere, ma la falsa sinistra interclassista che vi si allea dopo aver straziato tutti con l’assoluta necessità di farlo fuori. È questa alleanza che smaschera in un sol colpo i nemici irriducibili di Berlusconi che non sono poi così tanto irriducibili, perché dimostrano nei fatti che anche per loro non è Berlusconi il primo nemico da battere ma la classe operaia. Nessuno, infatti, più di questa falsa sinistra ha portato al disastro il Movimento Operaio. La destra berlusconiana non avrebbe fatto un passo se solo si fosse trovata davanti una sinistra di classe, non questa, sistematicamente complice e collusa con lei e i poteri forti. Ed è giusto quindi, perché direttamente conseguente, che sia questa falsa sinistra, quella che si allea a Berlusconi contro di lei, il primo nemico della classe operaia. Non chi gli è già contro da sempre, perché dichiaratamente di destra.
Perciò, anche l’idea che si sia persa un’occasione senza l’alleanza PD-M5S, è un’altra idea bislacca di una sinistra interclassista che non sospetta minimamente quale occasione storica abbia la classe operaia: quella di farla fuori definitivamente togliendole anche ogni speranza di ripresentarsi sotto qualsiasi tipo di rimpasto. E questa occasione è ben lungi dall’essere persa. Anzi finché il M5S si opporrà con la stessa determinazione mostrata finora, resterà sempre integra e a portata di mano. Solo se verrà colta, dalle ceneri di questa falsa sinistra rinascerà la sinistra di classe di cui abbiamo estremamente bisogno.
Toccherebbe a noi far fuori ciò che resta della sinistra. Ma la mancanza pressoché assoluta di una presenza classista sia dentro che fuori il Palazzo, costringe oggi la sinistra classista ad appoggiarsi al partito di Grillo, l’unico che può portare a termine una simile missione. Il nostro compito, vista l’esiguità delle nostre forze, è aiutarlo perché non deroghi di una virgola da questo storico compito, perché non si areni tra le secche delle mille sirene in agguato che troverà sul suo cammino.
Grillo, è vero, non potrà sostituire la falsa sinistra interclassista con una sinistra di classe, visto che non ha mai detto di esserlo. Ma proprio perché non ha mai detto di esserlo la sua opposizione potrà essere onesta ed altamente istruttiva, se solo chi vuole una sinistra di classe gli darà una mano perché ottenga questo storico, parziale risultato.
Mandando a casa la falsa sinistra, cioè tutti i suoi dirigenti, politici e sindacali, Grillo se non altro, avrà il merito sempiterno di aver sgombrato il campo. Sarà il secondo passo avanti, per noi, dopo il primo fatto sempre da lui con l’ingresso in Parlamento della sua opposizione. Ed è ovvio che per chi nell’opposizione senza se e senza ma di Grillo ha già visto il primo regresso, nel suo annientamento vedrà addirittura l’anticamera dell’Inferno, l’apocalisse prima del giorno del giudizio. È un peccato quindi che per l’ottusità non sia in grado di pentirsi e redimersi. Perché forse basterebbe un’autocritica severa e totale per evitarlo. Ma chi non l’ha fatta fino adesso, è difficile che la faccia proprio ora. E anche se la facesse, sarebbe lo stesso fuori tempo massimo. Perché, ormai, il posto dell’opposizione l’ha preso il M5S. A Rifondazione sarebbe bastato un grammo dell’opposizione di Grillo per ottenere una tonnellata di voti. Quegli stessi voti sotto il cui peso ora, è giusto che Grillo schiacci senza pietà tutto ciò che rimane della falsa sinistra perché non ne resti più neanche un granello sulle spalle del Movimento Operaio. 


Stazione del Celti
Aprile 2013


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