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domenica 24 novembre 2013

IL “COSTITUZIONALISMO”, FASE SUPREMA DELL’ ASSOGGETTAMENTO DI CLASSE di Fausto Rinaldi




IL “COSTITUZIONALISMO”, FASE SUPREMA DELL’ ASSOGGETTAMENTO DI CLASSE
di Fausto Rinaldi



Sulla considerazione che i principi declamati nella nostra Costituzione repubblicana altro non siano che un’ipocrita elencazione di buoni intendimenti, validi unicamente per carpire la tradizionale credulità popolare, sarebbe il caso che non si dovesse più intervenire. Caso vuole, purtroppo, che fatti recenti abbiano riportato di attualità il tema di una Carta costituzionale posta come  ultimo, estremo, baluardo a difesa degli interessi della classe lavoratrice.
Indubitabilmente, si tratta di una pratica buona per pifferai magici alle prime armi (Landini) o per vecchi marpioni sul limitare del pensionamento politico (Rodotà); un vessillo da agitare per coprire una rovinosa mancanza di contenuti ideologici, o per sancire una sostanziale adesione alle logiche classiste di un sistema dal quale si traggono, pasciutamente, corpose sostanze.
Laddove i principi, con tanta prosopopea declamati, vengano storicamente disattesi o palesemente contravvenuti, si impone l’ obbligo morale di contestare questa discrasia semantica, disvelando il vero ruolo che ogni Costituzione borghese riveste nel processo storico di assoggettamento delle masse, da parte di élites, di volta in volta, mercantili, industriali, finanziarie, militari, etc...

Gli equilibri che sono stati costruiti sulla base della Costituzione Italiana – ed anche di una certa sua continuità con la legislazione fascista -  sono equilibri di dominio borghese e capitalistico: non credo servano dimostrazioni per suffragare come, quantomeno, questi dettati non siano sufficienti a determinare un minimo di giustizia sociale e di simmetrie dirittuali.
Tra l’altro, l’ Assemblea Costituente si è riunita sotto l’occhiuta sorveglianza del gendarme yankee con, in una mano, una cornucopia colma di dollari e, nell'altra, i simboli del dominio militare - quelli, per intenderci, che avevano vaporizzato un bel numero di giapponesi pochi anni prima - a decretare i sinistri progetti di un capitalismo predatorio impegnatone l’atto di conficcare bandierine a stelle e strisce nell’immenso Risiko del predominio imperiale planetario strappato al Regno Unito, nella conclamazione della seconda grande transizione capitalistica.

Poi, la storia è sempre quella, le sedicenti grandi democrazie costituzionali hanno sempre avuto bisogno di grandi simboli, di grandi modelli identitari per poter costruire e consolidare il proprio sistema di potere eminentemente classista.
Gli insigni giuristi, i costituzionalisti illuminati altro non sono che l’ avanguardia del potere ideologico messo in campo dal sistema borghese.Una società strutturalmente ben organizzata  e votata ad una autopoièsi organica e lineare, non potrà rinunciare alla formazione di una classe di intellettuali (tecnocrati) in grado di consegnare un solido substrato culturale e scientifico ai progetti di consolidamento del potere esercitato dalla società stessa; una categoria di esperti che, ben remunerati, svolgano una mera funzione di conversione del consenso attraverso la persuasione scientifica. Pertanto, questa categoria di ineffabili pensatori si vedrà consegnata la possibilità di diffondere i propri prezzolati dettami attraverso la massiccia partecipazione a programmi televisivi, articoli su giornali a grande tiratura, libri editi da grandi case editrici, partecipazione a premi di autoreferenziali istituzioni magari facenti capo a fondazioni appartenenti a banche o a grandi centri di potere istituzionale: una partita di giro in cui ogni partecipante conclama e certifica il ruolo e la partecipazione di ogni altro.

Se non vorremo condividere i nostri ideali fondanti con “strani compagni di letto” come Scalfari, Napolitano, Ingroia e tutta quella pletora di benpensanti borghesi vessilliferi, e portatori insani, di valori quali lo sfruttamento e l’ impoverimento di masse spossessate, faremo bene a mantenerci ad una salvifica distanza di sicurezza da questa indegna corruzione di quella pura idea di giustizia ed eguaglianza che è patrimonio culturale inviolabile per ogni vero comunista.
In questo tranello non si deve cadere, ancora.




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