LA "PRETESA" SUPERIORITA' DELL'OCCIDENTE
di Lucio Garofalo
Per me continua a restare avvolto nell'oscurità un punto assai cruciale: come si fa a pretendere dagli altri un'adesione ed un'osservanza verso principi e valori, regole e leggi che noi siamo i primi a violare.
Il rispetto in genere non si esige, né si prescrive o si insegna solo a chiacchiere, ma si trasmette mediante l'esibizione costante di esempi possibilmente concreti, validi e per lo più positivi. Parimenti, la democrazia, le libertà democratiche, che rappresentano un "vanto" ed una preziosa conquista dell'Occidente, non si può immaginare di esportarle con la violenza delle armi, né esigere che altri che provengono da fuori, le assimilino, le adottino e le osservino con il massimo del rigore, quando i primi a non applicarle, a calpestarle e a tradirle sono proprio i massimi esponenti delle classi capitalistiche dirigenti che detengono ed esercitano il potere in modo autoritario ed antidemocratico in vari Paesi occidentali.
Ebbene, finché l'Occidente continuerà ad ergersi sul piedistallo della Terra e ad autoproclamarsi "superiore" rispetto al resto del pianeta (ma solamente a chiacchiere, poiché in realtà denota e mostra solo le proprie paure, i propri sensi di colpa che scaturiscono da una sorta di "coscienza collettiva sporca" ed un profondo complesso di inferiorità) non sarà giammai possibile un mondo davvero più equo e più equilibrato, tanto meno una distensione ed una pace effettive a livello internazionale. Anzi, continuerà ad incombere il rischio, assai grave e concreto, di conflitti bellici con le altre nazioni.
La pace sarà probabilmente realizzabile in un "altro" mondo, non certo in questo, laddove in nome della fede (ognuno nel proprio "vero dio") sin dai tempi delle crociate, i popoli si scannano e sono usati come "carne da macello". Come è noto, la religione è sempre stata una copertura ideologica per mascherare (nemmeno tanto abilmente) ben altri scopi ed interessi, meno spirituali e più venali, "occulte" finalità di potere politico e di avidità economica. Ed oggi lo stato delle cose non sembra affatto cambiato. Anzi, forse è addirittura peggiorato. Basti pensare alle "parentesi storiche" che propiziarono l'incontro e lo scambio di merci, prodotti ed esperienze culturali, di idee, invenzioni e scoperte tecniche e scientifiche tra l'Oriente e l'Occidente, tra il mondo arabo-islamico, il mondo bizantino ed il mondo cristiano, tra l'Europa e la Cina, e così via.
In passato, specie in alcuni momenti storici si verificarono e si esaltarono molto di più gli elementi di convergenza anziché di divergenza, mettendo da parte le aspre dispute conflittuali, si premiarono e privilegiarono i contributi e gli apporti positivi, favorendo esperienze di grande civiltà e di convivenza inter-culturale ed inter-religiosa tra cristiani, cattolici, greco-ortodossi, ebrei e mussulmani, soprattutto in alcune zone del Medio Oriente, ad esempio a Bisanzio, come pure in altri luoghi, e persino in Europa, in modo particolare in alcune città della Spagna. Ebbene, sono proprio questi gli esempi storici e i modelli culturali positivi da emulare per poter affrontare la sfida epocale, tutta culturale e niente affatto militare, che si sta profilando.
Non una "guerra di civiltà", tanto meno una "guerra di religione", come si cerca di propugnare ed imporre da parte di chi, per l'interesse e la convenienza di pochi, si ostina a proclamare una presunta ed assurda "superiorità intellettuale" del mondo occidentale. Una "supremazia" solo tecnologica e militare, che a livello etico-spirituale è ancora tutta da verificare e comprovare nei fatti, ma è assai facilmente sbandierata a chiacchiere...
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