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lunedì 23 febbraio 2015

LE CONDIZIONI IRRINUNCIABILI PER RICOSTRUIRE LA SINISTRA IN ITALIA di Franco Bartolomei






LE CONDIZIONI IRRINUNCIABILI PER RICOSTRUIRE LA SINISTRA IN ITALIA 
di Franco Bartolomei




Cari Compagni, l'articolo di Luciano Gallino sulla "Repubblica" di un mese fa, sulla necessità di costruire anche nella sinistra Italiana una forza come Syriza, in cui si ragionava sugli ostacoli alla realizzazione di questo progetto, induce una riflessione di fondo sulla natura della crisi del nostro sistema politico e sulla esistenza anche a sinistra di compromissioni generalizzate con le sue logiche negative che toglie credibilità ad ogni progetto politico alternativo che non implichi un netto distacco da esse.
Da questo deriva che a sinistra del PD, nonostante lo snaturamento centrista della sua iniziale identità, non nasca ancora nulla perché Sel , che alla prova dei fatti si e' dimostrata uno spezzoncino di vecchia classe politica attaccato al potere locale sempre e comunque, si è dimostrata una forza politica non credibile come fulcro di un progetto alternativo, e la sinistra del PD e' troppo compromessa con tutti i processi involutivi del nostro sistema paese per sostenere in piena autonomia uno scontro interno con Renzi.

Il problema a Sinistra quindi non è quindi di modernità o meno di programmi, ma purtroppo di credibilità di gruppi dirigenti. In Italia, purtroppo, è lo stesso schifo del sistema politico che inghiotte tutte le potenziali alternative politiche che non se ne distinguono con nettezza e credibilità'. Da qui nasce il successo di Grillo, e della sua semina antipolitica, che purtroppo toglie terra sotto i piedi di una vera alternativa politica da sinistra al PD fondata su un progetto di alternativa di modello di sviluppo.

Questo e' il nostro vero problema politico. In Italia la crisi del sistema delle rappresentanze politiche per la natura del suo groviglio di potere con la pubblica amministrazione si sovrappone, a differenza che in Spagna ed in Grecia, in modo determinante alla questione della sparizione della sinistra sul terreno della proposta , rendendo difficilissimo un processo costituente a sinistra di cui siano ancora protagoniste decisive forze politiche che campano anch'esse di gestione del potere locale , attraverso l'occupazione della pubblica amministrazione.

La trasformazione della natura e delle ragioni politiche del PD Renziano dà, peraltro, una robusta  soluzione politica e di governo, probabilmente di medio-lungo periodo,  ad un nuovo sistema politico che tenderà addirittura  ad istituzionalizzare questo processo di delegittimazione della politica e di stravolgimento definitivo di tutti i possibili forti vincoli di rappresentanza tra la sfera del sistema politico e la società civile, fondati su un mandato popolare concesso in ragione della tutela di interessi sociali, declinato  in base a progetti di modello sociale versi e potenzialmente alternativi di cui le forze politiche diventano espressione organizzata. In particolare  le primarie sono divenute, insieme alla compattezza della copertura mediatica, lo strumento principe di attuazione di questa trasformazione strutturale del PD da forza di sinistra moderata, che aspirava a svolgere una funzione riformista alla guida di uno schieramento di centrosinistra all'interno di un sistema bipolare, in una forza di sistema che punta ad istituzionalizzare un quadro politico monocentrico ,caratterizzato da una estrema autoreferenzialità delle classi politiche , fondata sul dissolvimento dei rapporti di rappresentanza con gli schieramenti sociali di riferimento, e protetta da un sistema politico reso privo di alternative politiche praticabili. 
Il PD Renziano punta addirittura a costruire  attorno a questa sua nuova funzione  un diverso sistema politico-istituzionale, caratterizzato da un basso livello di partecipazione popolare nei momenti elettorali, e da una delegittimazione dei corpi intermedi, in cui le rigidità frutto della rappresentanza degli interessi sociali dei ceti deboli sono cancellate di fatto in nome di un continuo stato di emergenza e necessità, divenuto fonte assoluta di legittimazione di una complessiva ristrutturazione del nostro stesso assetto costituzionale.

La trasformazione della natura e della funzione del PD porta quindi a compimento il processo di ristabilizzazione del sistema paese , avviata con il commissariamento del sistema politico realizzato con il Governo Monti sull'onda dell'aggressione finanziaria del paese, divenuto necessario per le classi dirigenti economiche e finanziarie, di fronte al fallimento del bipolarismo instabile e confuso della II repubblica , quale soluzione di governo e di controllo dei processi sociali nel vivo di una crisi di modello economico priva di prospettive di risoluzione a medio termine.

All'interno di questo quadro, le primarie sono diventate, quindi, lo strumento con cui Renzi ha smantellato il vecchio apparato diessino, ed ha costruito la confluenza sul PD, direttamente sul piano elettorale, di grandi fasce di ceto politico moderato, con tutto il proprio elettorato, spesso clientelare, al seguito, senza dover passare attraverso le difficili e costose operazioni di aggregazione tra soggetti politici distinti che venivano utilizzate un tempo, e che costringevano i soggetti politici rappresentativi di prima a compiere mediazioni tra culture e programmi diversi diversi, e tra gruppi dirigenti strutturati di diversa provenienza, costosissime dal punto di vista politico e piene di rischi per il rapporto di rappresentanza con i rispettivi schieramenti sociali di riferimento.

E' chiaro che per realizzare operazioni del genere servono primarie a cui partecipino fasce di elettorato estraneo al centro-sinistra, essenziali a realizzare il progetto Renziano di "Partito della Nazione".
Questo spiega le forzature ormai sistematiche che accadono in tutte le primarie in cui l'elettorato partecipante, svincolato da qualsiasi scelta di programma, tende a divenire sempre più trasversale .Sono convulsioni naturali proprie di quella crescita del PD all'interno del vecchio elettorato di centro-destra con cui si perfeziona e consolida il. processo di mutazione genetica in atto nel PD.

Questo processo di involuzione democratica, e di stravolgimento finale della nostra "Costituzione Materiale", può essere contrastato solamente attraverso la riassunzione reale  da parte di una nuova sinistra della rappresentanza materiale e politica di tutti gli interessi sociali esclusi dal sistema di modello sociale esistente, uscito faticosamente dalla crisi finanziaria degli ultimi anni, e con davanti a se la sola  prospettiva  di una  stagnazione di lungo periodo,  alla cui stabilizzazione  lavorano alacremente le forze economiche e finanziarie che sostengono il disegno renziano, convogliando su di esso il consenso e l'aiuto di quasi tutto il centro politico e sociale prima rappresentato da un centro-destra oggi in dissoluzione.
La ricostruzione di una sinistra reale nel paese deve quindi avvenire attraverso la riappropriazione di un progetto di modello sociale ed economico, e di una concezione diversa dello stesso concetto di crescita del paese, che implichi  come conseguenza primaria  la volontà ed il coraggio di produrre nella coscienza sociale e nell' "intelligenza" del Paese  una rottura volontaria  della egemonia di quel pensiero unico liberista e monetarista che delegittima ogni progettualità alternativa all'attuale esistente e distrugge in radice le ragioni stesse di esistenza della Sinistra.

I termini della definizione di un programma per una sinistra che voglia riassumere la sua piena fisionomia riformatrice sono  peraltro sufficientemente chiari:

1) Il Pd è una forza di centro che gestisce consapevolmente con tutto l'equilibrio possibile le compatibilità di sistema, garantendo nel governo del paese il rispetto di un assetto sociale liberista all'interno di un sistema di regole e vincoli finanziari rigidi imposti dall'esterno, dando per scontata la sopravvivenza di un modello di crescita ormai non più riattivabile ai livelli che sarebbero necessari per garantire i nostri tradizionali livelli di garanzie sociali.

2) Una nuova forza della Sinistra deve al contrario ragionare su un progetto di modello sociale diverso, che modificando la qualità dello sviluppo, anche grazie ad una ricontrattazione radicale delle regole finanziare che reggono il sistema euro, realizzi parametri sociali in grado di mantenere un assetto democratico delle società' avanzate, anche in presenza di una contrazione tendenziale dei processi di alta e costante crescita quantitativa dell'economia. Le ragioni di fondo di un nuovo processo costituente a Sinistra sono quindi tutte qui in questa contrapposizione concettuale, prima che reale, tra questi due progetti contrastanti ed alternativi e sono assolutamente decisive per la salvezza del paese.

Il vero nodo da risolvere a Sinistra è però costituito dalla risoluzione di questo nodo decisivo del rapporto inscindibile tra la necessità di recuperare progetto di modello sociale, e di essere in grado di articolarlo su un progetto di riforma del sistema politico inverso allo svuotamento ed alla deriva tecnocratica  a cui lavorano Renzi e le classi dirigenti economiche e finanziarie ad esso coalizzate.
Occorre infatti essere  ben consapevoli che qualsiasi piattaforma programmatica, anche se fondata sulle esigenze ed i bisogni di parte maggioritaria del paese, non diventa fatto politico reale se non è sostenuta da una forza politica che trasmette una sensazione di assoluta affidabilità sul terreno della assoluta autonomia dalle logiche di autosopravvivenza dei suoi quadri dirigenti, e soprattutto che convinca i cittadini che il suo personale politico e' pronto a mettere in gioco , senza esitazione, il proprio destino personale per una coerenza di comportamenti politici.
Questa elementare condizione è allo stato assente in tutto il nostro sistema di rappresentanze politiche, e questo costituisce un fattore chiave della debolezza del rapporto tra la nostra società civile e le nostre istituzioni rappresentative che rischia di travolgere e rendere asfittico qualsiasi progetto politico alternativo che non affronti alla radice il problema.

La rinascita di una autentica nuova  forza di sinistra  con queste caratteristiche essenziali, diviene quindi, con  tutta la  sua nuova integrale autonomia culturale dai modelli dominanti ed egemoni, il fattore essenziale per recuperare una dimensione autenticamente democratica dei processi sociali, e l'elemento essenziale  per la difesa di una visione sostanziale della natura democratica del nostro sistema paese, sopratutto in ragione della sua capacità di  rendere  possibile la ricostruzione di un sistema politico  fondato sulla rappresentanza degli interessi  reali di tutti i ceti tradizionalmente  subalterni, di quelli ora esclusi da prospettive di crescita ormai divenute  inesistenti e da quelli frustrati nel naufragio delle loro aspettative di mobilità sociale, che costituiscono la parte maggioritaria del paese, attraverso la legittimazione di un progetto politico di cambiamento degli assetti sociali esistenti, in grado di tradurre la domanda sociale che essi esprimono in un compiuto disegno di governo.


18 febbraio 2015 


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