In queste ore drammatiche il futuro di questo secolo potrebbe subire una svolta. Grecia e Ucraina segnano un possibile e disastroso esito delle politiche seguite fino alla crisi del 2008 e perpetrate anche dopo la crisi con cecità e insensatezza.
Mentre alcuni governanti si dilettano con le ipotesi di crescita economica ipotetica e sembrano essere soddisfatti di un ipotetico aumento dei PIL nazionali di un qualche zero-virgola in più, non raccontano che le possibilità di tale crescita poggiano su congiunture economiche derivanti dalla crisi politica e militare che sta contrapponendo l’Occidente alla Russia. Il calo del greggio, deciso politicamente in una riunione - in barba alla tanto decantata libertà del mercato e dell’ideologia della libera relazione tra domanda e offerta - non è una opportunità di crescita, ma il segno di una volontà politica di minare la stabilità degli equilibri internazionali esistenti. Il nostro futuro non può poggiare sulla distruzione dell’altro, ma solo nel riconoscimento dell’altro e nella instaurazione di nuove relazione tra pari.
Abbiamo poco tempo.
La ricerca della pace chiede tutto il nostro impegno attraverso una mobilitazione continua e globale per fermare ciò che sembra inevitabile!
Dobbiamo affermare concretamente che le scelte economiche devono avere al loro centro l’umanità, anzi, l’intero pianeta, i suoi essere viventi, i suoi cicli.
In Grecia il popolo ha detto basta con le politiche economiche basate sull’ideologia del mercato. Tutte le forze del cambiamento devono garantire il massimo sforzo per far si che il tentativo greco non rimanga sepolto dall’ipocrisia, dalle bugie, dagli egoismi. Lo dobbiamo non al solo popolo greco, ma a noi stessi, al nostro futuro, alle generazioni future.
In Ucraina il conflitto sta pericolosamente sbandando verso la guerra tra NATO e Russia. Capi di Stato di importanti nazioni lo denunciano apertamente come un pericolo, altri lo invocano come soluzione. Possibile che nel terzo millennio si possa poggiare ancora sull’uso della forza militare il destino dei popoli e delle nazioni?
Al mondo esiste una ricchezza immensa e va utilizzata per far vivere e gioire l’umanità e il pianeta. Abbiamo le conoscenze sufficienti per ristabilire equilibri sani, per sviluppare consapevolezze del vivere in comunione con la natura, con la nostra Terra.
Noi di Net Left crediamo che tutte le forze che hanno a cuore la Pace facciano sentire la loro voce: non c’è più tempo! Riempiamo le piazze, riempiamo la rete, imponiamo ai nostri governi la trattativa, la risoluzione pacifica, la deposizione delle armi come prima e unica scelta!! Per tali motivi Net Left aderisce a tutte le manifestazioni a favore della pace e per una diversa politica economica a partire da quella in sostegno della Grecia che si svolgerà il 14 febbraio a Roma e immagina un percorso che prepari alla mobilitazione in tutti i paesi.
Roma 09/02/2015
L’ufficio stampa
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