STURMTRUMP RINGRAZIA OBAMA
di Lucio Garofalo
Provo a mettere un po' d'ordine tra le varie
interpretazioni e le valutazioni più disparate che ho letto in questi
giorni sulla vittoria di Trump (imprevista solo per i media
"mainstream") alle elezioni presidenziali USA.
A parte la scarsa
credibilità etica e politica di una candidata sostenuta apertamente
dall'establishment imperialista e guerrafondaio come Killary Clinton,
questa ha perso soprattutto (a mio modesto avviso) a causa del clamoroso
fallimento delle politiche sociali ed economiche perseguite
dall'amministrazione Obama, la cui elezione suscitò enormi speranze tra
gli strati sociali meno abbienti e maggiormente in difficoltà in seguito
alla crisi economica.
Invece, negli anni di amministrazione Obama le
fasce della popolazione sprofondate al di sotto della soglia di povertà
si sono addirittura estese, coinvolgendo quelli che un tempo erano
considerati i ceti intermedi benestanti.
Non a caso, ritengo che il voto
più determinante per il successo presidenziale di SturmTrump sia
probabilmente venuto dai ceti operai e piccolo-borghesi impoveriti dalla
recessione e dalle politiche fallimentari dell'amministrazione Obama. A
"decidere" le sorti degli USA e del mondo, "optando" per il
fascio-populismo (il razzismo xenofobo, il sessismo, la misoginia e
quant'altro Trump incarna agli occhi dei "radical-chic" scandalizzati)
sono stati pezzi di proletariato e piccola borghesia statunitensi, che
hanno visto deluse le speranze riposte in Barack Obama all'indomani
della sua elezione nel 2008.
Intendo dire che quanti negli USA stanno
scendendo in piazza per manifestare la propria rabbia ed indignazione al
grido di "Trump non è il mio presidente", dov'erano prima? Perché non
si sono mobilitati contro le politiche interne (ed internazionali)
intraprese dall'amministrazione Obama?
È vero che abbiamo assistito al
sorgere del movimento degli Indignati contro Wall Street ed i
responsabili della crisi. Ma tale movimento si è spento assai presto,
non si è radicato in modo capillare tra le classi operaie e lavoratrici
statunitensi per dare vita ad un'opinione pubblica progressista di
sinistra, radicalmente alternativa o antagonista rispetto al sistema
(establishment) dominante. Si è "consolato" con l'appoggio al candidato
più schierato a sinistra, ovvero Bernie Sanders, con l'esito
politico-elettorale a cui oggi abbiamo assistito.
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