Parlare oggi, a ottanta anni dalla loro morte, dei fratelli Rosselli significa tornare a nutrirsi della sorgente stessa del Socialismo moderno, liberale, democratico e federalista. E’ importante ricordarli, non solo per motivi storici e filosofici, ma soprattutto perché sul loro pensiero può fondarsi quel ‘socialismo dei cittadini’ di cui oggi si parla come necessità impellente, non solo per ritrovare un partito che sia degno di chiamarsi socialista, ma anche per ricreare il senso stesso di una politica autenticamente alternativa ed innovativa.
Ne tratteremo dunque sia con la prospettiva di attualizzare il loro pensiero, sia con l’intento di comprenderlo meglio nei suoi tratti essenziali, augurandoci inoltre che, ogni tanto, fare un excursus sui padri fondatori di una filosofia e di una cultura che sono tutt’altro che da consegnare ai secoli scorsi, come certi esponenti di partiti, frutto di impropri accorpamenti politici, vorrebbero far credere, sia importante per la stessa identità del cittadino del XXI secolo. Per riconsegnargli le chiavi di lettura del suo stesso presente, liberandolo dalla schiavitù di una contingenza senza frutti né radici, sterile per sua stessa costituzione.
Su questo omicidio non poche ancora oggi sono le polemiche, dato che alcuni vorrebbero attribuirlo esclusivamente ai servizi segreti fascisti, su mandato di Mussolini, come rilevò per primo Salvemini nella sua famosa introduzione a “Oggi in Spagna domani in Italia”, mentre altri vorrebbero assolvere l'operato di Ciano e dei suoi fedelissimi funzionari, vedendo nel movente dell'attentato la mano dei servizi segreti stalinisti, con la complicità di Togliatti e dei comunisti italiani. Anche di recente queste tesi contrapposte sono state oggetto di due interessanti libri: la seconda ripresa soprattutto da Bandini nel volume: “Il cono d'Ombra”, citato anche più volte da Pillitteri nel suo: “Il conformista indifferente e il delitto Rosselli”, e invece la tesi salveminiana è stata accolta in pieno da Franzinelli nel suo libro: Il delitto Rosselli, uscito di recente.
A noi pare che la verità, come spesso accade, stia nel mezzo e che a contribuire alla morte di due dei più grandi protagonisti dell'antifascismo italiano ed internazionale, negli anni 30, abbiano contribuito più fattori concomitanti e convergenti. E questo perché i Rosselli erano scomodi sia per il regime che avevano contribuito validamente a sbugiardare, pubblicando le foto dei soldati fascisti fatti prigionieri dalle Brigate Internazionali in cui militavano i combattenti italiani in Spagna, sia per Stalin, dato che Carlo Rosselli cercava di costruire un vasto fronte antifascista che includesse anche quei comunisti trozkisti che proprio il dittatore sovietico stava cercando spietatamente di eliminare, uno per uno. Sulla tesi salveminiana abbiamo un numero di prove notevoli e, sebbene Bandini cerchi di contestarle mettendo in dubbio l'attendibilità dei documenti pubblicati nel libro rarissimo: “Servizio Segreto” di Clara Conti, le possiamo tuttavia ritenere attendibili, e leggendo proprio tale preziosa fonte, possiamo confermare che le motivazioni che portarono alla pubblicazione di questi documenti, contenute nella prefazione del libro, sono una ulteriore conferma della loro fondatezza.
Sulla tesi di Bandini, non abbiamo invece la cosiddetta “pistola fumante”, un documento ufficiale cioè che avvalori la tesi della collaborazione segreta dell'OVRA e dei servizi segreti stalinisti per uccidere i Rosselli, ma numerose prove indiziarie, e anche qualcosa di più: il fatto, ad esempio, che la lettera con cui Trozskij rispondeva positivamente all'invito a raggiungere i suoi numerosi sostenitori in Spagna, e che non giunse mai a destinazione, fu ritrovata negli archivi dell'OVRA, il servizio segreto fascista, naturalmente a liberazione avvenuta.
Potremmo dunque ipotizzare che proprio degli interessi convergenti, anche se di opposta origine, portarono con molta probabilità i servizi segreti fascisti e quelli sovietici a cercare e trovare in loro un obiettivo prioritario comune da eliminare.
Ricordiamo infine che l'appello di Togliatti ai fratelli in camicia nera è di poco meno di un anno prima della morte dei Rosselli (agosto 1936). E il patto Molotov-Ribbentropp avvenne non molto tempo dopo.
Il più noto dei fratelli Rosselli, morti per mano dei sicari cagoulards, al soldo dei servizi segreti del regime fascista, il 9 giugno del 1937, fu Carlo ma sarebbe un grave torto dissociarlo dalla memoria del fratello Sabatino, meglio noto come Nello, non solo perché egli contribuì validamente alla stesura del libro edito a firma di Carlo, quel Socialismo liberale che è un vero e proprio testo di filosofia che andrebbe studiato nelle scuole anziché ricercato in librerie antiquarie, ma anche perché gli fu sempre accanto. E pagò anche con un’accusa ed una ingiusta cattura la fuga del fratello dall’esilio, sebbene essa fosse stata in gran parte organizzata dalla di lui moglie: Marion. Di queste due figure cruciali, nella storia del Socialismo italiano, si è ricordato soprattutto Bobbio, che curò la sua pregevole introduzione all’edizione di Socialismo Liberale uscita per Einaudi, svariati anni fa. Lo stesso Bobbio nota opportunamente che i Rosselli non debbono essere inquadrati nella lotta che allora si fece implacabile tra fascismo e comunismo, e che talora riappare tra i rottami non riciclabili del passato che ancora vanno alla deriva nel corso della nostra contingenza storica, ma sono altresì protagonisti di un’opposizione non meno dura ad una forma di capitalismo disumano, sprezzante di ogni regola e di ogni controllo, e soprattutto per questo restano stremamente attuali. La loro ricerca di una terza via non era dunque per loro la risultante di un’ opposizione al fascismo e al comunismo, ma ben di più al collettivismo e al capitalismo, in nome di un’economia partecipativa e federativa, basata sulla gestione diretta e responsabile delle risorse del territorio, e questo è forse ancora oggi l’aspetto meno studiato e apprezzato del loro pensiero,sebbene possa essere tuttora, nell’Italia odierna, uno dei più interessanti.