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mercoledì 28 dicembre 2011

Nichi, la "generosità"..e le mutande viola



di Carlo Felici




In una sua recente nota Nichi Vendola ci spiega che “'Il Pd ha dimostrato una grande generosita' sostenendo il governo Monti nonostante i sondaggi riconoscessero la vittoria alla coalizione del patto di Vasto'' e ne trae la conseguenza che “non romperemo con Bersani per questo atto di generosita', perche' la cosa piu' importante e' mantenere la prospettiva”
Se non fosse che la situazione italiana appare alquanto tragica per le prospettive recessive dell'economia, per altro incrementate da una manovra infarcita di tasse che si abbattono come una mannaia sempre sulle solite categorie di persone, da sempre tartassate fino all'inverosimile, ci sarebbe da ridere a crepapelle.

Basta infatti porsi la semplice domanda: “generosità verso chi?” Forse verso i giovani nei confronti dei quali non si fa nulla per offrire loro maggiori sicurezze nell'ambito del lavoro o per evitare la precarietà endemica a cui sono destinati da una sorta di meccanismo di “prescindenza generazionale”? O si parla forse della “generosità” verso i lavoratori ai quali è stato bloccato lo stipendio negando ogni rinnovo contrattuale, è stata posticipata la pensione, e che si pensa di colpire ulteriormente nelle fondamenta dei loro diritti eliminando anche l'articolo 18?  Si tratta per caso di quella verso i pensionati ai quali è stata bloccata l'indicizzazione del proprio assegno pensionistico?

Quella verso i giornali e i giornalisti liberi e non asserviti al potere che si vedono ridotto drasticamente il fondo sull'editoria fino a dover chiudere i battenti delle loro testate, che tra infinite difficoltà sono pur riuscite a sopravvivere per decenni? “Generosità” verso gli enti locali, che con questa manovra dovranno ridurre i servizi e far pagare più tasse?
No, anche un bambino è capace di riconoscere a chi è rivolta tale “generosità” espressa con il voto di fiducia a questo governo: agli stessi privilegiati di sempre, alla casta, che come al solito vota per il mantenimento dei suoi privilegi e fa pagare il conto di tutto il resto ai servi di una democrazia inesistente.
La generosità è stata rivolta a chi si vede regalate le frequenze televisive senza alcuna asta che possa far pagare un costo della crisi ai soliti plutocrati monopolisti.
La prodigalità è verso le lobby bancarie e finanziarie, che non avranno le tasse sugli enormi guadagni derivati dalle transazioni fiscali.
Si è stati largamente generosi verso la casta dei politici che non vedranno sostanzialmente intaccati in alcun modo i loro privilegi, continuando a marcare una distanza abissale con le loro prebende, i loro stipendi e loro pensioni d'oro rispetto al cittadino comune a cui invece vengono drasticamente ridotti.
La generosità di chi ha votato la fiducia a questo governo che sta proseguendo imperterrito, anche aggravandola, l'opera definita dallo stesso Nichi di “macelleria sociale” messa in atto da Tremonti, è verso i corrotti e i corruttori, nulla si è progettato di fare per potenziare l'opera della DIA il cui bilancio è già stato falcidiato di svariati milioni, nulla per rendere più efficiente la macchina amministrativa e giudiziaria, necessaria a prevenire e colpire il legame perverso tra politici e mafie.
E che dire poi della generosità verso i produttori di armi, di quella con cui imperterriti continuiamo a sperperare denaro per comprare superbombardieri con i quali non verrà curato né istruito nessuno?
O di quella verso i grandi costruttori di “cattedrali nel deserto”, di opere faraoniche dal costo destinato a crescere con gli anni in maniera esponenziale?
Ecco, questa, in maniera più concreta è la “generosità” e la “prospettiva” di cui parla Vendola riferendosi al PD come a chiunque abbia votato la fiducia a tale manovra infame.
Se il PD avesse voluto davvero essere "generoso" (ma tale termine è da considerarsi alquanto improprio se usato da partiti che spesso e volentieri hanno avuto come obiettivo primario il loro autopotenziamento) avrebbe davvero cercato di vincere le elezioni, e avrebbe poi governato chiedendo la fiducia per il bene del paese e non attribuendola invece a ciò che esso definisce il "male minore" ma che, per la stragrande maggioranza degli italiani, è il male maggiore che potesse loro capitare, se non altro perché li vede del tutto esautorati ed impotenti
Lui non vuole “rompere” ma gli italiani, in realtà, sono già belli che “rotti”, anzi, potremmo dire “massacrati”, però il “buon Nichi” probabilmente resta perfettamente speculare allo “strabismo” strombazzato da altri addirittura come programma politico. Da una parte guarda ai suoi elettori ed iscritti, e dall'altra guarda al suo destino politico, sempre più aggiogato al carro del PD, defininendo sempre più apertamente “sinistra radicale” quello schieramento che è l'unico ad opporsi oggi, sul piano politico a tali provvedimenti vessatori, e rifiutando per di più a priori ogni possibilità di creare un fronte largo di opposizione.
Ebbene, considerando che oggi tale carro, con la “grande e grassa ammucchiata ed abbuffata” che lo riempie, e che fa impallidire anche solo lontanamente la parola “compromesso storico”, appare di più come un vero e proprio carrozzone, dobbiamo riconoscere che il povero Nichi, rincorrendolo affannosamente sempre più da vicino, sembra in concreto destinato al ruolo di “carriola di scorta”. In particolare considerando che, appunto, anche un bambino, di fronte a tali riferimenti alla “generosità”, non avrebbe difficoltà a rispondere: “Sì, mio nonno in carriola!”
Gli risparmiamo le “mutande viola” (del tutto appropriato il colore considerando la inconsistenza politica del movimento omocromo) , ma di certo da quando parlava di sparigliare la sinistra, di rifondare il "vocabolario" della politica (e perché non partiamo dal vocabolo "generosità"?) e di assurgere al ruolo di grande nuovo leader di un centrosinistra rimesso completamente in discussione con le primarie di programma, pare proprio che egli si sia ridotto in “canotta e mutande”..il cui elastico per altro vediamo piuttosto sbrindellato, e ci auguriamo che almeno i socialisti di SEL non siano indaffarati a fornirgli troppo “spago”. Il rischio è infatti che, di questo passo, la sinistra "generosamente" sparisca del tutto e non ricompaia più.


C.F.

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