LA NUOVA DOTTRINA MILITARE RUSSA
di Riccardo Achilli
Questo scritto del generale Gerasimov, capo di stato maggiore dell'Esercito russo, è di grande interesse per capire le evoluzioni più recenti della dottrina militare russa, che potremmo, se la tensione geopolitica internazionale dovesse, come prevedibile, aumentare, vedere attuata in pratica, e che di fatto, in Ucraina,è già stata sperimentata, sia pur parzialmente, ma con un certo successo.
Questa dottrina sovverte il tradizionale concetto sovietico di forza di impatto costituita da grandi contingenti militari, supportati da ingenti contingenti di artiglieria, reparti corazzati ed attacchi al suolo dell'Aeronautica, in nome di una strategia molto più flessibile, una guerra asimmetrica, da non dichiarare ufficialmente mediante i consueti canali diplomatici, né da anticipare mediante mobilitazioni di massa (che metterebbero immediatamente sull'allerta il nemico) fatta da una combinazione di quattro elementi teorici di fondo (al netto, ovviamente, del mantenimento di un avanzato sistema di dissuasione nucleare, che, per rispondere alla nuova minaccia costituita dallo schieramento di missili nucleari NATO nei Paesi est europei a ridosso della frontiera russa, che potrebbero quindi raggiungere Mosca in soli 3 minuti, sarà rinnovato completamente entro il 2020, con due nuove classi di sottomarini che sostituiranno gli Akula ed i Typhoon, un nuovo bombardiere strategico, nuovi missili, fra i quali il Bulava, già entrato in servizio, ed un nuovo sistema di allerta e controllo integrato radaristico e spaziale, nonché un sistema di rappresaglia interamente digitalizzato, che può funzionare automaticamente nel caso in cui per il primo attacco nemico non vi siano più responsabili umani in vita):