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venerdì 18 dicembre 2015

LA GAUCHE PERDUE di Stefano Santarelli





LA GAUCHE PERDUE
di Stefano Santarelli



L’articolo indiscutibilmente provocatorio, ma certamente stimolante del nostro compagno Norberto Fragiacomo “Con Sarkhollande vince solo la UE” ha scandalizzato alcuni compagni, in verità pochi ce ne aspettavamo di più, in ogni caso una eventualità prevista sia dall’autore che dal sottoscritto che dirige questo sito.
Le provocazioni hanno anche e soprattutto lo scopo di fare riflettere e di mettere in luce le incongruenze di avvenimenti straordinari. Ed in questa categoria rientrano sicuramente i risultati elettorali delle ultime elezioni regionali francesi che hanno rappresentato non solo una ulteriore sconfitta per la sinistra, ma anche un pericoloso campanello d’allarme per tutti i paesi europei e principalmente anche del nostro.
Il Front National è diventato il primo partito francese con il suo 27,3% con 6 milioni di elettori al primo turno che sono diventati 6,7 milioni al secondo turno, mentre in alcune regioni il FN ha sfiorato punte di quasi il 41% (Provenza –Alpi-Costa Azzurra e Nord Calais-Piccardia) e al secondo turno di ballottaggio Marion Le Pen è riuscita ad ottenere ben il 45,22%.
Risultati che non possono essere giustificati solo dall’astensionismo che se vedeva al primo turno  solo il 49% dei votanti al secondo turno invece raggiungeva il 58,5%.
Questi risultati si commentano da soli e dimostrano che nonostante il FN non sia riuscito a prendere neanche la presidenza di una regione  grazie alla alleanza tra Hollande e Sarkozy rimane comunque il vero vincitore di queste elezioni a maggior ragione se si pensa che le prossime saranno le presidenziali nel 2017 dove il FN si presenterà senza il fardello delle responsabilità politiche e amministrative.


La campagna elettorale del Front National è riuscita a coniugare proposte “gauchiste” di tipo quasi keynesiano (pensione a 60 anni, redistribuzione dei redditi per via fiscale con l'aumento fortemente progressivo della tassazione, ecc.) e una politica fortemente avversa all'Unione Europea unite con una vergognosa posizione razzista contro gli immigrati e la religione islamica. A mio avviso ha ragione Aldo Giannuli che parla riferendosi al partito della Le Pen come di "un fascismo sui  generis per un richiamo genealogico e la persistenza di alcuni temi ideologici di quella origine, ma anche con molte differenze, ad iniziare dal rapporto con la violenza ed il totalitarismo (non mi risulta che il FN abbia una prassi squadristica, né che punti a sciogliere gli altri partiti ed abolire le libere elezioni.)”.
Anche due importanti dirigenti del Npa come Pierre Rousset e François Sabado sono costretti a riconoscere che “il FN non è un partito fascista come negli anni Trenta perché non siamo negli anni Trenta. L’origine della sua direzione è fascista, i suoi temi nazional-socialisti riprendono le classiche tematiche dell’estrema destra, la priorità nazionale, il razzismo anti-immigrato soprattutto anti-mussulmano, restano al centro della sua politica. Non è un partito fascista classico, ma non è un partito borghese come gli altri”.

Non si può che non essere preoccupati del forte consenso elettorale che il FN ha raccolto in settori della classe operaia e dei lavoratori in genere. Insomma sono consapevole di dire una cosa scandalosa per le orecchie delicate di alcuni compagni, ma obiettivamente il Front National non è Alba Dorada. Tanto è vero che all’interno della formazione guidata dall’ex Presidente Sarkozy, Les Republicaines”, vi è una profonda spaccatura dopo questo secondo turno nonostante abbiano ottenuto la Presidenza di 7 regioni su 13 compresa quella più prestigiosa cioè Parigi. Non credo che sia da scartare l’ipotesi di un accordo prima o poi tra Les Republicaines e il FN.

Il vero sconfitto risulta essere tutta la sinistra francese a partire dal Partito socialista anche se in verità non credo che si possa definire più tale. Infatti Hollande ha perseguito una politica imperialistica che non ha fatto rimpiangere il suo predecessore: praticamente tutto l’esercito francese è schierato in Africa dalla Mauritania al Sudan per difendere i propri interessi economici e politici mentre i recenti bombardamenti in Siria costituiscono in realtà più un aspetto dimostrativo che una vero impegno militare. 
Dal punto di vista della politica interna gli attacchi al mondo del lavoro sono diventati all’ordine del giorno come anche, per fortuna, la risposta operaia. Basti ricordare la dura contestazione dei lavoratori dell’Air France, il compatto sciopero degli autisti della RATP parigina, le lotte dei lavoratori della Renault questo solo per rammentare gli ultimi avvenimenti di scontri sindacali.
Dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi sono state varate da Hollande, e confermate subito dopo dal Parlamento francese, delle pericolose e dure leggi eccezionali le quali non hanno colpito i feroci terroristi dell’Isis ma solo duecento militanti comunisti che sono stati arrestati mentre stavano manifestando pacificamente.
La cittadinanza di questo paese vive profonde contraddizioni che non sono mai state risolte dai vari governi di destra o sinistra che si sono alternati alla guida del governo, non dobbiamo scordarci che gli autori delle stragi al “Charlie Hebdo” e del 13 novembre hanno tutti la cittadinanza francese o belga e sono una chiara espressione del profondo malessere delle banlieu parigine dove i francesi di origine maghrebina ed africana in generale sono stati messi ai margini della società
Il PS oltretutto è parte integrante del duro attacco che l’Unione Europea sta portando ai ceti medio-bassi della società e definirlo una forza di sinistra mi sembra un vero esempio di millantato credito.

Infatti il vero nemico da combattere sono le politiche liberiste dell’UE, ma non solo è anche l’Union Sacrée tra il PS e Les Republicaines i quali costituiscono due facce della stessa medaglia. E non è quindi un caso se il PS ha ritirato le sue liste in due regioni importanti come il Nord Calais e in Provenza–Alpi-Costa Azzurra creando veramente nei fatti una unica lista: la Sarkohollande.

Ed è proprio questa mancanza nel denunciare tutto questo che ha portato il Front de Gauche a raggiungere un misero 4% mentre nell’ultime elezioni presidenziali del 2012 aveva raggiunto l’11,1%.
Un 4% che ricorda i modesti, per non dire altro, risultati della nostra sinistra radicale.
Un 4% che come ricorda giustamente Fragiacomo porterà il suo residuo di credibilità “ben al di sotto di quest’infima percentuale,destinata a ridursi anno dopo anno, fino al raggiungimento dello zero assoluto”, insomma è la fine di un ciclo politico.
Il FdG nel dare indicazione di voto al PS in questa ultima tornata elettorale ha dimostrato tutta  la sua subordinazione alla politica neo liberista di Hollande.

Ma se stiamo assistendo al fallimento della politica del FdG non possiamo tacere di un altro fallimento: quello del Nouveau Parti Anticapitaliste.
Questa formazione nata dalle ceneri della storica sezione della IV Internazionale la Ligue Communiste Révolutionnaire prese subito un incoraggiante 5% di voti nelle elezioni europee del 2009, ma questo patrimonio è stato completamente perso già nelle elezioni del 2012  prendendo un misero 1,15% (Lutte Ouvriére prese allora quasi lo stesso risultato: lo 0,56%).
In questa tornata elettorale l’Npa rifiutandosi di entrare nel FdG ha dato indicazione di voto a LO la quale ha preso 320.054 voti pari all’1,5%. Insomma un ben misero risultato per l’Npa che quando nacque aveva ben altre ambizioni.
A mio avviso questo nasce da un profondo errore di analisi politica che mette in discussione lo stesso scopo della nascita del Npa.

E per completare questo deludente quadro si deve purtroppo anche registrare il dimezzamento dei voti della lista Europe écologie-Les Verts che ha dimezzato i suoi voti passando dal 12,8% al 6,8%.

A mio avviso l’errore strategico che colpisce la “gauche” è quella di vedere nel FN il principale nemico da battere. In tutta onestà non me la sento di condividere l’analisi di Pierre Rousset e François Sabado quando affermano che “un governo FN non è un governo UMP e ancor meno un governo PS. Il voto PS e il voto FN non sono la stessa cosa.”
Per fortuna Lutte Ouvriére non ha dato indicazione di voto al 2° turno al PS.

Senza assolutamente sottovalutare il FN si deve riconoscere che è invece l’Union Sacrée tra il PS e Les Republicaines (la vecchia UMP) che costituisce insieme all’Unione Europea il vero nemico, la quale con le sue politiche liberiste e selvagge sta letteralmente affamando i ceti medio-bassi delle società europee.
E' l’Union Sacrée che sta mandando i soldati francesi a difendere il proprio imperialismo.
E' questa Union Sacrée che appoggiando le politiche liberiste dell’UE sta violentemente attaccando i livelli di vita dei ceti medio-bassi.
La battaglia della “Gauche” deve essere perciò prima di tutto contro l’Union Sacrée e l’Unione Europea.

Ovviamente non ci facciamo nessuna illusione sul FN, ma se non si comprende chi è il vero avversario non si potrà mai vincere la nostra battaglia.




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