LA GAUCHE PERDUE
di Stefano
Santarelli
L’articolo
indiscutibilmente provocatorio, ma certamente stimolante del nostro compagno
Norberto Fragiacomo “Con Sarkhollande vince solo la UE” ha scandalizzato alcuni compagni, in verità pochi ce ne
aspettavamo di più, in ogni caso una eventualità prevista sia dall’autore che
dal sottoscritto che dirige questo sito.
Le
provocazioni hanno anche e soprattutto lo scopo di fare riflettere e di mettere
in luce le incongruenze di avvenimenti straordinari. Ed in questa categoria
rientrano sicuramente i risultati elettorali delle ultime elezioni regionali
francesi che hanno rappresentato non solo una ulteriore sconfitta per la
sinistra, ma anche un pericoloso campanello d’allarme per tutti i paesi europei
e principalmente anche del nostro.
Il
Front National è diventato il primo partito francese con il suo 27,3% con 6 milioni
di elettori al primo turno che sono diventati 6,7 milioni al secondo turno,
mentre in alcune regioni il FN ha sfiorato punte di quasi il 41% (Provenza
–Alpi-Costa Azzurra e Nord Calais-Piccardia) e al secondo turno di ballottaggio
Marion Le Pen è riuscita ad ottenere ben il 45,22%.
Risultati
che non possono essere giustificati solo dall’astensionismo che se vedeva al
primo turno solo il 49% dei votanti al
secondo turno invece raggiungeva il 58,5%.
Questi risultati si commentano da soli e
dimostrano che nonostante il FN non sia riuscito a prendere neanche la
presidenza di una regione grazie alla
alleanza tra Hollande e Sarkozy rimane comunque il vero vincitore di queste
elezioni a maggior ragione se si pensa che le prossime saranno le presidenziali
nel 2017 dove il FN si presenterà senza il fardello delle responsabilità
politiche e amministrative.
La
campagna elettorale del Front National è riuscita a coniugare proposte
“gauchiste” di tipo quasi keynesiano
(pensione a 60 anni, redistribuzione dei redditi per via fiscale con l'aumento
fortemente progressivo della tassazione, ecc.) e una politica fortemente
avversa all'Unione Europea unite con una vergognosa posizione razzista contro
gli immigrati e la religione islamica. A mio avviso ha ragione Aldo Giannuli
che parla riferendosi al partito della Le Pen come di "un fascismo sui generis per un richiamo genealogico e la
persistenza di alcuni temi ideologici di quella origine, ma anche con molte
differenze, ad iniziare dal rapporto con la violenza ed il totalitarismo (non
mi risulta che il FN abbia una prassi squadristica, né che punti a sciogliere
gli altri partiti ed abolire le libere elezioni.)”.
Anche due importanti dirigenti del Npa come
Pierre Rousset e François Sabado sono costretti a riconoscere che “il FN non è
un partito fascista come negli anni Trenta perché non siamo negli anni Trenta.
L’origine della sua direzione è fascista, i suoi temi nazional-socialisti
riprendono le classiche tematiche dell’estrema destra, la priorità nazionale,
il razzismo anti-immigrato soprattutto anti-mussulmano, restano al centro della
sua politica. Non è un partito fascista classico, ma non è un partito borghese
come gli altri”.
Non si può che non essere preoccupati del forte
consenso elettorale che il FN ha raccolto in settori della classe operaia e dei
lavoratori in genere. Insomma sono consapevole di dire una cosa scandalosa per le orecchie
delicate di alcuni compagni, ma obiettivamente il Front National non è Alba
Dorada. Tanto è vero che all’interno della formazione guidata dall’ex
Presidente Sarkozy, Les Republicaines”, vi è una profonda spaccatura dopo
questo secondo turno nonostante abbiano ottenuto la Presidenza di 7 regioni su
13 compresa quella più prestigiosa cioè Parigi. Non credo che sia da scartare
l’ipotesi di un accordo prima o poi tra Les Republicaines e il FN.
Il
vero sconfitto risulta essere tutta la sinistra francese a partire dal Partito
socialista anche se in verità non credo che si possa definire più tale. Infatti
Hollande ha perseguito una politica imperialistica che non ha fatto rimpiangere
il suo predecessore: praticamente tutto l’esercito francese è schierato in
Africa dalla Mauritania al Sudan per difendere i propri interessi economici e
politici mentre i recenti bombardamenti in Siria costituiscono in realtà più un
aspetto dimostrativo che una vero impegno militare.
Dal punto di vista della
politica interna gli attacchi al mondo del lavoro sono diventati all’ordine del
giorno come anche, per fortuna, la risposta operaia. Basti ricordare la dura
contestazione dei lavoratori dell’Air France, il compatto sciopero degli
autisti della RATP parigina, le lotte dei lavoratori della Renault questo solo
per rammentare gli ultimi avvenimenti di scontri sindacali.
Dopo
gli attentati del 13 novembre a Parigi sono state varate da Hollande, e
confermate subito dopo dal Parlamento francese, delle pericolose e dure leggi
eccezionali le quali non hanno colpito i feroci terroristi dell’Isis ma solo
duecento militanti comunisti che sono stati arrestati mentre stavano
manifestando pacificamente.
La
cittadinanza di questo paese vive profonde contraddizioni che non sono mai
state risolte dai vari governi di destra o sinistra che si sono alternati alla guida
del governo, non dobbiamo scordarci che gli autori delle stragi al “Charlie
Hebdo” e del 13 novembre hanno tutti la cittadinanza francese o belga e sono
una chiara espressione del profondo malessere delle banlieu parigine dove i francesi
di origine maghrebina ed africana in generale sono stati messi ai margini della
società
Il
PS oltretutto è parte integrante del
duro attacco che l’Unione Europea sta portando ai ceti medio-bassi della
società e definirlo una forza di sinistra mi sembra un vero esempio di
millantato credito.
Infatti il vero nemico da combattere sono le
politiche liberiste dell’UE, ma non solo è anche l’Union Sacrée tra il PS e Les
Republicaines i quali costituiscono due facce della stessa medaglia. E non è
quindi un caso se il PS ha ritirato le sue liste in due regioni importanti come il Nord Calais e in Provenza–Alpi-Costa Azzurra creando veramente nei fatti una unica lista: la
Sarkohollande.
Ed è proprio questa mancanza nel denunciare tutto
questo che ha portato il Front de Gauche a raggiungere un misero 4% mentre
nell’ultime elezioni presidenziali del 2012 aveva raggiunto l’11,1%.
Un 4% che ricorda i modesti, per non dire altro,
risultati della nostra sinistra radicale.
Un 4% che come ricorda giustamente Fragiacomo
porterà il suo residuo di credibilità “ben al di sotto di quest’infima
percentuale,destinata a ridursi anno dopo anno, fino al raggiungimento dello zero
assoluto”, insomma è la fine di un ciclo politico.
Il FdG nel dare indicazione di voto al PS in
questa ultima tornata elettorale ha dimostrato tutta la sua
subordinazione alla politica neo liberista di Hollande.
Ma se stiamo assistendo al fallimento della
politica del FdG non possiamo tacere di un altro fallimento: quello del Nouveau
Parti Anticapitaliste.
Questa formazione nata dalle ceneri della storica
sezione della IV Internazionale la Ligue Communiste Révolutionnaire prese
subito un incoraggiante 5% di voti nelle elezioni europee del 2009, ma questo
patrimonio è stato completamente perso già nelle elezioni del 2012 prendendo un misero 1,15% (Lutte Ouvriére
prese allora quasi lo stesso risultato: lo 0,56%).
In questa tornata elettorale l’Npa rifiutandosi
di entrare nel FdG ha dato indicazione di voto a LO la quale ha preso 320.054
voti pari all’1,5%. Insomma un ben misero risultato per l’Npa che quando nacque
aveva ben altre ambizioni.
A mio avviso questo nasce da un profondo errore
di analisi politica che mette in discussione lo stesso scopo della nascita del
Npa.
E per completare questo deludente quadro si deve
purtroppo anche registrare il dimezzamento dei voti della lista Europe
écologie-Les Verts che ha dimezzato i suoi voti passando dal 12,8% al 6,8%.
A mio avviso l’errore strategico che colpisce la
“gauche” è quella di vedere nel FN il principale nemico da battere. In tutta
onestà non me la sento di condividere l’analisi di Pierre Rousset e François
Sabado quando affermano che “un governo FN non è un governo UMP e ancor meno un
governo PS. Il voto PS e il voto FN non sono la stessa cosa.”
Per fortuna Lutte Ouvriére non ha dato indicazione di voto al 2° turno al PS.
Senza assolutamente sottovalutare il FN si deve
riconoscere che è invece l’Union Sacrée tra il PS e Les Republicaines (la
vecchia UMP) che costituisce insieme all’Unione Europea il vero nemico, la
quale con le sue politiche liberiste e selvagge sta letteralmente affamando i
ceti medio-bassi delle società europee.
E' l’Union Sacrée che sta mandando i soldati
francesi a difendere il proprio imperialismo.
E' questa Union Sacrée che appoggiando le
politiche liberiste dell’UE sta violentemente attaccando i livelli di vita dei
ceti medio-bassi.
La battaglia della “Gauche” deve essere perciò prima
di tutto contro l’Union Sacrée e l’Unione Europea.
Ovviamente non ci facciamo nessuna illusione sul
FN, ma se non si comprende chi è il vero avversario non si potrà mai vincere la
nostra battaglia.
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