L'ULTIMA CARTA CONTRO LA BARBARIE
Introduzione di Stefano Santarelli
Il saggio di Norberto
Fragiacomo “L'ultima carta contro la barbarie” che il
lettore ha fra le mani rappresenta una straordinaria anomalia nel
quadro di una sinistra italiana che purtroppo si sta caratterizzando
per una mediocrità politica e teorica senza precedenti, tradendo
cosi la generosità e l'abnegazione dei suoi militanti e degli ideali
politici di cui dovrebbe essere espressione.
In questo saggio
Fragiacomo ci offre una interessante chiave di lettura sulla attuale
crisi del capitalismo sorta a partire dalla cosiddetta finanza
creativa di Wall Street nel 2007 con i “mutui spazzatura”. Una
crisi totalmente sovrastrutturale che ha portato intere nazioni come
la Grecia alle soglie del fallimento colpendo mortalmente tutto il
sistema del Welfare europeo - questa crisi fatalmente sta investendo
anche il nostro paese colpendo diritti elementari come quello della
pensione o di una decente assistenza sanitaria.
E come se non bastasse
questa crisi economica paragonabile (se non superiore) a quella del
1929, stiamo assistendo ad un preoccupante progetto in corso di
negoziato tra l'Unione Europea e gli USA denominato TTIP
(Transatlantic trade and investiment partenership) (1) che ha
lo scopo ufficiale di ridurre i dazi doganali omologando gli standard
applicati ai prodotti e le regole sanitarie.
E mentre “gli standard
UE si fondano sul principio di precauzione, che impone cautela in
caso di decisioni politiche ed economiche su questioni
scientificamente controverse; in base a tale principio, di fronte a
minacce di danno serio o irreversibile, si adottano misure di
prevenzione anche in assenza di certezze scientifiche. Se questo
principio venisse superato sfumerebbe gran parte del sistema
normativo europeo sulla sostenibilita ambientale.(...) Il sistema UE
di sicurezza alimentare si basa sull’etichettatura dei cibi,
comprendente tutto il flusso di informazioni raccolte lungo la
filiera; secondo il principio “dall’azienda agricola alla
forchetta” (farm to fork) ogni passaggio della produzione e
monitorato e tracciabile.
Gli USA, invece,
garantiscono la sicurezza alimentare a valle, testando il prodotto
finale, che può essere vietato solo quando matura un consenso
scientifico unanime sulla sua pericolosità e tossicità.
In assenza della prova
della sua tossicità (naturalmente a carico della vittima) l’alimento
resta in commercio. E’ chiaro però che si può dimostrare che un
prodotto è nocivo solo dopo un numero elevato di intossicazioni
anche mortali, confermate dall’esito di procedimenti giudiziari nei
quali le multinazionali sono certamente avvantaggiate, o da ricerche
troppo spesso finanziate da chi ha interesse a condizionarle. Ecco
che, per fare un esempio, un pollo allevato senza controlli viene
reso commestibile lavandolo con dei composti clorinati; questa
pratica, al momento vietata in Europa perché tossica, e molto
utilizzata negli USA in ragione dei suoi costi molto ridotti. (…)
Il TTIP inoltre, in linea
con la deriva neoliberista che ci sta distruggendo, spoglia
rovinosamente gli stati della loro sovranità. Prevede infatti la
creazione di un istituto arbitrale, cioè un tribunale “privato”
gestito da avvocati commerciali internazionali, al quale le
multinazionali potranno ricorrere ogni volta che leggi o
provvedimenti democraticamente assunti dagli stati danneggino i loro
interessi, in modo tale da cancellarli. Gli stati non potranno più
neanche legiferare a favore della sicurezza dei cittadini, perche
rischierebbero di essere pesantemente sanzionati.” (2)
Mi sono dilungato molto
sulla questione del TTIP, riprendendo parte di un interessante
articolo di Giuliana Nerla, poiché questo progetto di trattato
purtroppo è poco conosciuto non solo dal cosiddetto popolo della
sinistra ma anche dal resto dei cittadini italiani il quale viene
“distratto” a mio avviso da battaglie non centrali come quello
delle Unioni Civili o della liberalizzazione della Cannabis.
Nel saggio di Fragiacomo
vi è tra l'altro anche una interessante riflessione
sull'automatizzazione del lavoro che potrebbe offrire
indiscutibilmente una migliore qualità della vita, ma l'autore
esprime un pessimismo di fondo, estremamente condivisibile, sulla
volontà del capitalismo nell'incamminarsi su questa strada: “La
tecnologia è attualmente in grado di moltiplicare a dismisura la
ricchezza disponibile, ma le scelte sul come distribuirla toccano
agli esseri umani – e finché permarrà questo stato di cose essa
non potrà che essere penalizzante per la stragrande maggioranza di
noi.”
Ed è per questo che
tutte le riforme pensionistiche che si stanno attuando in tutti i
paesi europei sono peggiorative rispetto al passato proprio perché
vi è un aumento dell'età media della popolazione dovuta ai
progressi della medicina e ai cambiamenti degli stili di vita.
Uno dei nodi centrali di
questo lavoro riguarda il futuro dell'Unione Europea scosso adesso
anche dall'uscita del Regno Unito. Insieme all'autore anch'io
condivido non solo l'analisi sul declino dell'UE, ma anche la sua
totale irriformabilità e tutto questo non potrà essere risolto
neanche con l'uscita dall'Euro come propugnano demagogicamente forze
che vanno dai Sovranisti fino al M5S e il Front National francese. In
fondo la moneta (qualsiasi essa sia) è soltanto la forma fenomenica
del Capitale e la nostra battaglia invece è contro il Capitalismo
tout court.
Tutto questo però non
toglie il fatto che esiste oramai una coscienza dell'essere europei e
la necessita quindi di dotarsi di una istituzione politica. Ma ciò
non può essere rappresentato da questa UE nata soltanto per
difendere le istituzioni capitaliste e che non rappresenta quindi gli
interessi dei cittadini europei.
Questi sono soltanto
alcuni dei punti sollevati dal saggio di Fragiacomo il quale però in
modo molto concreto si pone il problema del “che fare?”, ma non
vogliamo togliere al lettore di scoprire il resto della sua analisi.
Un dato appare comunque chiaro: la necessità della vittoria del NO
al Referendum contro le modifiche alla Costituzione della Repubblica
Italiana proposte dal Governo Renzi..
E non dobbiamo quindi mai
dimenticare che la nostra battaglia, come sottolineava con forza il
grande rivoluzionario italiano Errico Malatesta, ha lo scopo non di
abbattere un governo borghese per sostituirlo con un altro governo
borghese ma al contrario: “Noi vogliamo dunque abolire radicalmente
la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo; noi vogliamo
che gli uomini, affratellati da una solidarietà cosciente e voluta,
cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo
che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli
esseri umani i mezzi per raggiungere il medesimo benessere possibile,
il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per
tutti pane, libertà, amore, scienza.“
30 Agosto 2016
Note
- Anche se attualmente la Germania attraverso il suo ministro per l'Economia, Sigmar Gabriel, ha recentemente dichiarato che “"i colloqui con gli Stati Uniti sono di fatto falliti perche noi europei, naturalmente, non dobbiamo soccombere alle richieste americane: nulla si sta muovendo in avanti”
- TTIP, pericoloso mostro del pensiero unico liberista di Giuliana Nerla (Bandiera Rossa in Movimento) 11 dic. 2014
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