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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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domenica 10 novembre 2013

UN POST AL VETRIOLO di Lucio Garofalo





UN POST AL VETRIOLO 
di Lucio Garofalo

Ho scritto un post al vetriolo sulle modalità con cui vengono formate (o deformate) le classi nella scuola in cui (ahimè) insegno. 
Brevemente, visto che l'argomento si potrebbe trattare per ore, l'unico criterio ad essere sistematicamente applicato in queste cruciali e delicate funzioni, vale a dire la composizione delle classi/sezioni, è senza ombra di dubbio la malafede, ossia la disonestà intellettuale da parte di chi è chiamato ad assolvere a simili adempimenti. Che non sono affatto burocratici o formali, bensì trattasi di questioni sostanziali estremamente importanti, nella misura in cui rischiano di condizionare e di compromettere il prosieguo negli studi e, quindi, determinare il "destino", e cioè il percorso psicologico, mentale, morale, culturale ed esistenziale di un'intera generazione di studenti e, di conseguenza, della comunità a cui essi appartengono. 
Dall'alto asseriscono di risolvere le questioni in maniera molto corretta, ma mentono spudoratamente sapendo di mentire. Affermano di adottare una serie di criteri all'insegna del "buon senso" e della "trasparenza", ma in realtà agiscono senza alcun criterio, giusto, logico o razionale che sia, né tanto meno di buon senso; inoltre, la trasparenza non sanno nemmeno dove stia di casa. Per ciò che concerne il sistema dei sorteggi, non ho mai avuto il "piacere" di assistire personalmente ad una operazione di sorteggio aperta al pubblico, dunque trasparente, sia in qualità di insegnante della scuola, sia nell'altra mia veste, ossia di genitore. 

È chiaro che sono solo capaci di mentire ed offendere l'intelligenza altrui, calpestando la dignità delle persone, a cominciare da quella dei bambini. I sorteggi, oltretutto, non si dovrebbero adottare in tutte le circostanze. Ad esempio, in casi particolari conviene evitare nel modo più assoluto di far ricorso alla sorte. Come quando si configurano due o più elementi difficili e problematici, o per motivi caratteriali e relativi al comportamento, o per ragioni riconducibili all'apprendimento, non si dovrebbe mai effettuare un sorteggio, proprio per evitare che essi possano capitare nello stesso gruppo-classe. Come accade puntualmente nella scuola in cui ho la sventura di insegnare. 

I numerosi riscontri empirici e le verifiche concrete che ho avuto modo di raccogliere e di registrare mi hanno convinto a denunciare un simile malcostume che porta a discriminare, in malafede, gli alunni e gli insegnanti, per cui si costituiscono classi di "serie A" che comprendono tutti quegli alunni opportunamente raccomandati, ovvero segnalati, e classi di "serie B", ossia "differenziate", in quanto riuniscono e ricevono gli elementi peggiori, trattati come "scarti". 
Le prime sono affidate (senza alcun sorteggio, bensì in modo arbitrario e discrezionale, in evidente malafede) ad insegnanti di "serie A", che in genere sono coloro che fanno parte della cricca che annovera i soggetti più privilegiati, ovverosia la cerchia delle cortigiane e delle favorite che gravitano nell'orbita del dirigente e di chi ne fa le veci. Le seconde, le "classi-scarto", sono assegnate a quei colleghi poco apprezzati e mal considerati, se non addirittura penalizzati, nella misura in cui non godono dei favori elargiti dalla cosiddetta "autorità scolastica" e, quindi, non appartengono al clan che ruota attorno alla figura centrale del preside. 
Altro che "meritocrazia"! I soliti tipi raccomandati, arrivisti, venali, cinici e mediocri, servi e leccapiedi sono quelli che riescono ad emergere e a "farsi strada" nel mondo della scuola. 

Mi fermo qua, per il momento. Il seguito, se ci sarà, lo rimando al prossimo post...


1 commento:

Lorenzo ha detto...

Il post risponde a verità, ma la situazione è da valutare in modo positivo.

Siccome il regime egualitario si rifiuta di istituzionalizzare percorsi formativi di serie A e di serie B, e siccome insegnare in classi estremamente composite non solo è quasi impossibile ma rappresenta uno spreco gigantesco di risorse umane e didattiche, le scuole pensano a riprodurre in proprio maccanismi volti a scremare i capaci dalla feccia.

E' vero che ciò dà luogo a un sottobosco di piccoli privilegi e raccomandazioni, ma questo è il risultato inevitabile della mancata ufficializzazione di una discriminazione basata sul merito.

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