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martedì 31 marzo 2015

IL NODO GORDIANO DEI SOCIALISTI ITALIANI di Stefano Santarelli




IL NODO GORDIANO DEI SOCIALISTI ITALIANI
di Stefano Santarelli




Domenica 29 marzo si è tenuta l’Assemblea costituente del socialismo italiano, una assise molto attesa nel mondo socialista proprio perché frutto di un lavoro comune tra varie associazioni sia interne che esterne al Partito Socialista Italiano, una iniziativa estremamente interessante che verrà ripetuta tra tre mesi, il 27 giugno.
Indiscutibilmente ancora oggi il socialismo italiano non ha superato lo choc dello scandalo di tangentopoli del 1992 che provocò la decimazione del suo gruppo dirigente ed il suo tracollo elettorale che causò una diaspora che continua tutt'oggi. La sua successiva storia infatti si caratterizza per la disperata ricerca della sopravvivenza della sua gloriosa eredità storica.

Ma per sopravvivere invece di puntare ad una rifondazione autonoma e al conseguente rilancio di una prospettiva socialista per il nostro paese i socialisti hanno cercato invece in questi ultimi vent'anni tutta una serie di scorciatoie tramite varie alleanze politiche che non si sono rivelate fruttuose. Così nel 1995 si alleano con l'Alleanza Democratica di Mario Segni, nel 2005 con i Radicali nella lista “La Rosa nel pugno” ma con risultati francamente deludenti. Mentre nel 2008 nelle elezioni politiche i socialisti diretti da Enrico Boselli si presentarono da soli ottenendo un flop elettorale non raggiungendo neanche l'1% dei voti e senza ovviamente nessun eletto. Nel 2009 con la nuova segreteria di Riccardo Nencini insieme ai Verdi, a Sinistra Democratica e al Movimento per la Sinistra di Nichi Vendola presentano la lista “Sinistra e Libertà” alle elezioni europee che ottiene un incoraggiante 3,13% dei voti, ma senza nessun eletto.

Nel 2010 il PSI presenta alle elezioni regionali il suo simbolo in tre regioni (Lazio, Basilicata e Lombardia) mentre in altre quattro (Puglia, Veneto, Campania e Calabria) si presenta con SEL e in Toscana ed Emilia-Romagna i suoi candidati si trovano nella lista del Partito Democratico. Come si può vedere in questa tornata elettorale la linea (o meglio le linee) del PSI sono veramente oscillanti per non dire altro. Riesce comunque ad eleggere 14 consiglieri regionali, la metà dei quali nelle liste di SEL.
Nelle elezioni politiche del 2013 il PD inserisce nelle sue liste alcuni dirigenti socialisti, tra cui il segretario Nencini, che verranno eletti e che daranno la fiducia prima al Governo Letta per poi entrare direttamente nel successivo Governo Renzi.

Scusandomi per queste brevi note storiche che però sono indispensabili, specialmente per i più giovani, per comprendere l'attuale situazione devo confessare di essere deluso da questa Conferenza.
Infatti non si è sciolto il nodo ambiguo che ha contraddistinto molti partecipanti a questa assise, cioè quella della permanenza nel PSI nenciniano che è parte integrante del Governo Renzi. Un governo che non è un governo qualunque nella storia della nostra Repubblica è il governo che porta un attacco senza precedenti alla Costituzione e allo Statuto dei Lavoratori oltre che ad un attacco pesantissimo ai livelli di vita degli italiani che sta provocando una proletarizzazione dei ceti medio-bassi.
Un governo che sta riuscendo a fare rimpiangere lo stesso Governo Berlusconi, e ciò non era facile. E questo “cahiers de doléances” nei confronti del Governo Renzi potrebbe continuare.
Il socialismo italiano non può risorgere se non rompe il nodo gordiano della sua partecipazione al Governo Renzi. Non si può restare in un partito che di fatto appoggia tutte le manovre governative, figurarsi poi fare parte della sua Segreteria Nazionale.

La situazione del nostro paese è tragica, non si può più giocare con dei bizantinismi politici. Nella manifestazione di sabato (28 marzo) della FIOM un manifestante è stato (giustamente) rimproverato di avere portato la bandiera del PD. (http://video.repubblica.it/dossier/articolo-18/unions-con-la-bandiera-pd-in-piazza-contestato-militante-fiom/196240/195256).

E come non si possono portare bandiere del PD così non si possono più portare bandiere del PSI.

Sono convinto che i socialisti se non  romperanno questo nodo gordiano non potranno avere rapporti politici seri e costruttivi con le altre forze della sinistra che stanno lottando contro il Governo Renzi e che oggi vedono molte di esse organizzarsi nel progetto della Coalizione Sociale di Landini.  
Rompere questo nodo gordiano quindi è la conditio sine qua non per potere ricostruire una forza socialista altrimenti non potranno più fiorire garofani rossi nel nostro paese.



4 commenti:

Carlo Felici ha detto...

La lista alle europee del 2009 si chiamava Sinistra e Libertà, non ahimé...Socialismo e Libertà

Carlo Felici ha detto...

Quella che conta non è una etichetta ma una linea politica, nessun partecipante alla nostra assemblea ha espresso sostegno alla segreteria di Nencini o peggio al PD, prima di uscire da un partito bisogna uscire da certi schemi mentali, altrimenti, prima o poi, si finisce per fare la fine dei forchettoni rossi.

Stefano Santarelli ha detto...

La lista si chiamava effettivamente Sinistra e Libertà, ho immediatamente corretto il refuso frutto di un mio evidente "lapsus freudiano".

Stefano Santarelli ha detto...

Restare oggi nel PSI, specialmente se si è parte integrante della sua Segreteria Nazionale costituisce un serio problema politico specialmente se si vuole avere un rapporto con la Coalizione di Landini.
D'altronde se non si esce ora dal PSI, quando?

Cordialmente
Stefano Santarelli

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