estratto da
Il fallimento della II Internazionale (cap. II)
di Vladimi Ilich Lenin
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Il vivace dibattito sulla rivoluzione Libia, in seguito agli articoli Dopo Gheddafi la barbarie? – Della Libia e di altre rivoluzioni – Risposta critica sulla Libia, come Redazione non può che farci piacere. Pubblichiamo questo estratto del grande Lenin per contribuire all’approfondimento dell’argomento.
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Per il marxista non v’è dubbio che la rivoluzione non sia possibile senza una situazione rivoluzionaria e che non tutte le situazioni rivoluzionarie sbocchino nella rivoluzione. Quali sono, in generale, i segni di una situazione rivoluzionaria? Siamo sicuri di non sbagliare a indicare questi tre segni come i segni principali:
1 – Le classi dominanti non riescono più a conservare il loro potere senza modificarne la forma; una crisi negli «strati superiori», una crisi nel sistema politico della classe dominante, che apre una fessura nella quale si incuneano il malcontento e l’indignazione delle classi oppresse. Per lo scoppio della rivoluzione non basta ordinariamente che «gli strati inferiori non vogliano più» continuare a vivere come prima, ma occorre anche che «gli strati superiori non possano più» vivere come per il passato.
2 – Un aggravamento, maggiore del solito, dell’oppressione e della miseria delle classi oppresse.
3 – In forza delle cause suddette, un rilevante aumento dell’attività delle masse, le quali in un periodo «pacifico» si lasciano depredare tranquillamente, ma in periodi burrascosi sono spinte, sia da tutto l’insieme della crisi, che dagli stessi «strati superiori», ad un’azione storica indipendente.
Senza questi cambiamenti oggettivi, indipendenti dalla volontà non soltanto di singoli gruppi e partiti, ma anche di singole classi, la rivoluzione – di regola – è impossibile. L’insieme di tutti questi cambiamenti oggettivi si chiama situazione rivoluzionaria. Una tale situazione si presentò nel 1905 in Russia e in tutte le epoche rivoluzionarie in Europa occidentale; ma essa si presentò anche nel 1860 in Germania e nel 1859-1861 e 1879-1880 in Russia, sebbene in questi casi non vi sia stata alcuna rivoluzione. Perché? Perché la rivoluzione non nasce da ogni situazione rivoluzionaria, ma solo nei casi in cui, alle trasformazioni oggettive sopra indicate, si aggiunge una trasformazione soggettiva, cioè la capacità della classe rivoluzionaria di compiere azioni rivoluzionarie di massa sufficientemente forti da spezzare (o almeno incrinare) il vecchio governo, il quale, anche in un periodo di crisi, non «cadrà» mai se non lo «si fa cadere».
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