Avevo uno zio anarchico, o meglio, era lo zio di mio padre, si chiamava Siro ed era stato esule in Francia e combattente in Spagna.
Di lui ogni tanto mi parlava mio padre, descrivendomelo come un tipo schietto, onesto, gentile, buono e soprattutto mai incline al compromesso, un uomo tutto d'un pezzo che, quando mio padre si sposò in chiesa, lo prese da parte e gli disse con molta tenerezza: “Non te ne avere a male, ti voglio un gran bene, ma lì, proprio non ci posso entrare.” E tirò fuori un sorriso disarmante con gli occhi che sfavillavano sotto le sopracciglia cispose.
L'Anarchia è sempre stato per me un nobile ideale, una utopia, di quelle che non vogliono dire che certi valori non stanno da nessuna parte, ma che il loro, non è un luogo preciso, già realizzato una volta per tutte, ma piuttosto da costruire, da realizzare sempre e da rinnovare con libertà, giustizia sociale e condivisione.
Ero piccolo quando scoppiò la bomba a piazza Fontana e accusarono per la prima volta gli anarchici come Valpreda e Pinelli di averla preparata e fatta esplodere; ci rimasi male, perché mi sembrava si stesse sporcando un sogno, una favola che mio padre che anarchico non era, mi raccontava da bambino riferendosi a suo zio, e che io, allora, immaginavo nella mia fantasia come un personaggio mitologico, una sorta di gigante buono in lotta contro tutti i mostri peggiori del mondo, una specie di Ercole alle dodici fatiche.
Poi vennero gli anni di piombo, quelli in cui si marciava nei corridoio del liceo gridando: “Valpreda libero!” E lo liberarono alla fine, con nemmeno tante scuse, ma non lo hanno mai lasciato in pace, neanche oggi che ritirano fuori film beceri e strampalati su quella realtà di allora e, non potendo fare a meno di negare ciò che in tutto questo tempo è venuto a galla dalle peggiori fogne della nostra storia, si inventano doppie piste, doppi mandanti, doppi esecutori, da perfetti doppiogiochisti, da mirabili interpreti della doppiezza assunta a verità rivelata.
Pinelli, no, non lo hanno potuto scagionare, lui lo fece da solo, se ne volò via da questo mondo infame attraverso la finestra di un commissariato, come un angelo maledetto, incapace di sopportare torture e menzogne costruite ad arte. Stendiamo un velo pietoso su come e perché finì per attraversare per sempre la soglia dell'eterno.
E' passato tanto tempo eppure siamo ancora lì, come se i fotogrammi di quel film fossero eternamente fissati su quel volo a mezz'aria, e da sotto, da dentro le finestre si gridasse ancora: “Infame! Non ci sfuggirai! Ti braccheremo anche all'inferno!”
Eh già, perché è sotto gli occhi di tutti la misera quanto meschina e approssimativa pagliacciata della sedicente Federazione Anarchica Informale, con acronimo sovrapposto alla FAI (Federazione Anarchica Italiana), il conseguente scatenamento dei media, delle gerarchie poliziesche che ovviamente devono distrarre non solo la gente dai veri pericoli che la portano ormai a suicidarsi in massa per perdita di lavoro, tasse insopportabili e precarietà endemica, ma persino i poliziotti da un destino di marginalizzazione e di stipendi ridotti e bloccati, ed hanno bisogno per questo di trovare un mostro su cui scatenare ogni rabbia e ogni paura.
Il mostro anarchico che spinga tutti, mediante il terrore nelle spire del vero Leviatano che ci sta strozzando di tasse, precarietà, disoccupazione e miseria, credendo piuttosto che sia un padre amorevole e rassicurante
Così ecco comparire l'idra tentacolare che estende le sue micidiali spire dalla Grecia all'Italia e che è pronta a colpire e ad uccidere senza riguardo per nessuno e senza alcuna pietà.
Strano che non abbiano attribuito la stessa strage di Brindisi a tale mostro in agguato, o non lo è solo perché abbiamo ancora dei magistrati e dei procuratori antimafia che sanno fare bene il loro mestiere, nonostante il budget della DIA sia stato ridotto da 20 milioni a 7, sì, avete capito bene..a meno della metà.
Queste sono cifre che lo stesso sindacato di polizia ha diramato di recente denunciando una situazione al limite dell'assurdo e che però, i media di regime si guardano bene dal diffondere.
A loro basta il solito vecchio e stranoto capro espiatorio, perché si sono talmente abituati alla mancanza di reattività del popolo e al collateralismo del potere anche delle grandi organizzazioni sindacali, che contano sempre e comunque che una panzana, più volte ripetuta, debba inevitabilmente diventare verità.
Perché l'ignoranza dilagante già è il suo sicario migliore e già è sguinzagliato da tempo a colpirci, fin dalla più tenera età. Imparate ad essere sbandati da piccoli, se non potete pagarvi una scuola di signori, sbattuti da un'aula all'altra e, da grandi apprendete rapidamente quel terrore che vi insegue anche sul portone di scuola.
Si sono sempre accusati gli anarchici di essere insurrezionalisti, di essere violenti, ma la vera violenza che sta dilagando, mietendo vittime nel silenzio dell'abbandono e dell'indifferenza, su coloro che la subiscono insieme alla perdita di quella dignità che è stampata nel primo articolo di una Costituzione che è ormai diventato il principale tiro a segno su cui allenarsi alla conquista del potere autoritario, tecnocratico e liberticida, quella violenza che si impone su chi non ha nemmeno più una voce per urlare, perché non ne ha la forza, ebbene non si giustifica, ma piuttosto la si legalizza, come una offerta sacrificale al Leviatano che ci sta inghiottendo tutti, ed è ovunque intorno a noi.
Perché è violenza abbandonare i giovani ad un destino infinito di precarietà, è violenza massacrare qualcuno di botte in carcere senza che alcuno lo possa difendere, è violenza costringere un esodato a non avere né stipendio né pensione, è violenza tagliare pensioni e bloccare stipendi, è violenza mantenere intatti privilegi indegni, è violenza chiudere gli ospedali, limitare i trasporti e farli pagare di più, rendere esose cure essenziali, lasciare i disabili nella disperazione e nell'abbandono, è violenza aggredire la scuola pubblica privandola di risorse indispensabili, è violenza discriminare una coppia eterosessuale da una omossessuale, è violenza spendere soldi per armi, bombardieri e guerre in cui si vanno ad ammazzare anche i bambini, è violenza tagliare risorse preziose ai magistrati e ai poliziotti che combattono la criminalità di ogni genere..è violenza un sistema fondato sulla violenta indifferenza del potere per la sorte della maggioranza della popolazione.
Tutto questo è molto di più di un gesto violento, perché significa incatenare la vita di tanti esseri umani alla schiavitù della violenza.
Bakunin diceva che “Quando si sta portando una rivoluzione per la liberazione dell’umanità, bisogna avere rispetto della vita di ogni uomo e di ogni donna… Il terrorismo viola la libertà degli individui e perciò non può essere utilizzato per costruire una società anarchica”.
E quindi basta solo un briciolo di cultura per smascherare tanta boria strumentale, per fare un pernacchione al baubau che si sta agitando con un'arte alquanto arraffazzonata anche sintatticamente, viste pure le condordanze lessicali sgangherate dei volantini che vengono messi in giro da Olga. Devono essere a corto di laureati nella truppa di infiltrazione.
Allora, chi sarà mai questa sedicente "cellula Olga" che, con tutto il rispetto per la vera Olga Economidou, l’anarchica greca in carcere, in questo caso, da noi ci appare piuttosto come il nome accattivante di una esperta escort?
Una che quasi di sicuro “fa il suo prezzo” per la sua “prestazione”.
E un prezzo “si fa” sempre a chi “paga”.
Sappiamo tutto delle stragi di stato, ma non abbiamo mai saputo niente dei veri colpevoli e di come avrebbero potuto essere puniti e invece sono tuttora in giro, magari a fare da “consulenti” come fecero i nazisti durante la guerra fredda.
Sappiamo che oggi tali remake sono dettati dalla disperazione di un potere che non sa più cosa inventarsi per restare abbarbicato ai suoi privilegi, quando la terra che ha intorno brucia e il deserto avanza fino alle sue stanze.
Non c'è infatti altro motivo che la disperazione come causa di tali idiozie. Cosa può infatti far riproporre una strategia già messa in campo in passato, pedissequamente, con le stesse modalità di sempre, con la stessa terminologia da gruppo di fuoco avanguardista che conduce il popolo alla lotta armata, in contraddizione con ogni valore anarchico partecipativo e libertario, se non la disperazione di sentirsi assediati e di non avere più nulla da inventare per respingere il pericolo crescente di una caduta verticale dei consensi?
Già avvenuta per altro nelle recenti elezioni, e nonostante la reiterata tecnica stragista e terrorista.
Questo paese si addormenta facilmente davanti alla TV, ma in genere si ricorda fin troppo bene dei film già visti e stravisti.
Questa volta cambierà canale, anzi, sta già spegnendo lo schermo che pare resti nero, il suo colore unico e più congeniale.
C.F.
C.F.
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