di Lorenzo Mortara
Rsu Fiom Rete28Aprile
Come
volevasi dimostrare, l’inciucio già
preventivato,
è infine arrivato e nel peggiore dei modi.
Nessuno,
nemmeno noi, poteva prevedere un simile epilogo. Grigio è il ramo
della teoria, ma sempre verde è l’albero della vita diceva
pressapoco Goethe e con ragione. Quel che conta, comunque, non è
aver previsto i dettagli della situazione – questo è impossibile –
ma aver diagnosticato con sufficiente precisione la dinamica generale
degli avvenimenti. Non ci voleva granché per la verità, comunque
visto che c’è anche chi non è in grado di prevedere l’ovvio noi
segniamo un punto a nostro favore. Non si tratta di passare per
indovini, non abbiamo la sfera di cristallo, ma un metodo, quello
marxista, che è ancora il migliore, per non dire l’unico, per
orientarsi nelle vicende sociali senza perdere la bussola.
Personalmente
mi aspettavo D’Alema o il ritorno di Marini per sfinimento alla
ventesima votazione, invece la crisi ha accelerato gli eventi senza
per altro cambiarne la direzione di marcia. Quella è rimasta sempre
la stessa e ben delineata dall’inizio alla fine, e non ha derogato
di un solo grado.
King
George farà il suo secondo mandato, magari non tutto, visto che
già si vocifera di un mandato temporaneo, giusto il tempo di
rifilarci Amato Premier e dar fiato a PD-PDL, ma anche se in sé e
per sé, per questioni di dettaglio, peggio di Napolitano poteva
esserci solo il suo secondo mandato, Marini o Prodi non avrebbero
cambiato nulla. Chiunque avesse vinto, al Quirinale sarebbe salito
sempre il Capitale. Rodotà non poteva essere eletto
per la semplice ragione che non l’avrebbe rappresentato al meglio,
cioè in tutta la sua sconcezza, come la borghesia voleva. Tutto qua.
Non
starò qua a riempire il foglio di indignazione, l’hanno già fatto
in tanti in queste prime ore del secondo mandato e, alcuni, pure in
maniera egregia. Inoltre, per noi non son la morale e l’etica a
determinare il corso degli avvenimenti, ma la lotta delle classi. E
se c’è un sentimento da provare in questo momento, per chi scrive
non è l’indignazione, ma l’ammirazione per l’ennesima lezione
che la borghesia ha saputo impartire ai suoi avversari, se solo
questi, specialmente a sinistra sapessero imparare qualcosa dai loro
errori.
In
questi due mesi, la borghesia ha provato a blandire il M5S
offrendogli tutto ciò che non serve a nulla per risolvere i problemi
dei lavoratori, dal taglio dei parlamentari all’eliminazione delle
province eccetera, non scoprendosi un millimetro sul salario e sui
suoi derivati, non facendo parola se non al vento sul reddito di
cittadinanza e sulla fine della Legge Biagi. Per lei, il Governo
PD-M5S era la soluzione ideale, quella che avrebbe consentito di
continuare come prima, gettando negli occhi del popolo il fumo della
lotta alla corruzione, neutralizzando sul nascere la protesta di un
Movimento appena nato e subito integrato all’interno dei suoi
ingranaggi. Solo dopo aver costatato sul campo l’impossibilità di
stravincere, annettendosi anche il M5S, la borghesia ha ripiegato
sulla seconda carta, l’alleanza tra i suoi due maggiori partiti che
le consegnano pur sempre, insieme con il terzo, quello di Monti,
circa tre quarti di Parlamento. Da un punto di vista teorico la
borghesia s’è mossa bene (come sempre). Prima di accettare di
governare con solo il 75% del Parlamento, ha sondato la possibilità
di farlo addirittura con il 100%. Ma quando ha preso atto di non aver
alcuna possibilità di tirar dentro alla sua greppia il M5S, pur in
mezzo a tutte le divisioni e le spaccature che ha al suo interno, è
riuscita lo stesso a ricompattarsi sulle cose essenziali e a eleggere
per prima cosa il suo Presidente, premessa necessaria per eleggere, a
breve, anche il suo Governo. E questo se non altro dimostra che i
polli di Renzi e le altre galline del Partito Democratico che si
azzuffano sono solo fatti secondari rispetto alla saldezza del suo
campo. Di fronte all’interesse supremo, il profitto, tutti i galli
del pollaio devono in un modo o nell’altro abbassare la cresta. Non
solo, questo dimostra anche che la borghesia nei momenti di grande
difficoltà, riesce ugualmente a tenere la testa sul collo. Infatti,
chi non credeva all’inciucio perché sarebbe stato un suicidio che
avrebbe spianato la strada al M5S è stato smentito un’altra volta
perché antepone la morale alla lotta reale delle forze in campo. Un
suicidio per la borghesia sarebbe stata un’alleanza col M5S
nell’interesse di Grillo e non suo. Fallita quindi l’alleanza col
M5S nell’interesse borghese, il suicidio sarebbe diventato lasciare
vacante il potere nonostante i numeri comunque favorevoli per
avercelo, solo per salvare una delle due ali, quella sinistra, che
può benissimo essere sacrificata rafforzando l’altra, quella
destra, tra l’altro meglio attrezzata per il solito volo rasoterra.
E così, proprio per questo, la borghesia non si è suicidata. Ma
questo accelera l’ascesa del M5S,
insisterà la capra che fino all’altro ieri dava i “grilli” in
caduta libera non capendo nulla dei processi di radicalizzazione, del
loro rapido e continuo saliscendi. Sì, il M5S dopo un mese di salita
sull’onda del successo elettorale, un mese di discesa sul riflusso
delle illusioni dei suoi elettori arretrati sulla linea del PD,
tornerà a salire e più rapidamente di prima sull’onda nuova del
vecchio inciucio. Il bello è che la borghesia lo sa ma non ci può
fare niente. Ha provato infatti ad evitarlo ma alla fine non ha
potuto farlo per la prova egregia offerta fin qui dal M5S. Chi parla
di suicidio non capisce le leggi più elementari del conflitto di
classe perché antepone un futuro tutto da scrivere e indefinito al
momento presente e concreto. E al momento presente la borghesia sa
che i numeri sono dalla sua parte, e di conseguenza non è disposta a
cedere una sola goccia del suo potere. Se questo determinerà nel
futuro la crescita di un avversario ancora più imponente, la
borghesia lo affronterà avendo sfruttato tutte le sue carte
precedenti. Oggi, sembra dire
il Capitale, finché avrò forza comanderò solo io, domani
poi vedremo come affrontare chi vorrà togliermi lo scettro. Il
ragionamento non fa una grinza perché ragiona sempre bene la
borghesia quando non ragiona affatto e segue il suo infallibile
intinto materialistico. È chi ragiona con la sua testa idealistica
che pretendendo che la borghesia col 75% dei consensi divida il
potere con chi ne ha appena il 25%, non fa altro che chiedere una
cosa assurda che non si verificherà mai e che infatti non si è
verificata.
Fin
qui la borghesia, ma il nostro campo come si è mosso? Nel nostro
campo al momento non c’è nessuno, c’è però un M5S che in
qualche modo, pur in maniera distorta, ne fa le veci. Per la verità
al momento delle votazioni è spuntata fuori anche SEL. Ma Vendola
può ingannare tutti tranne noi. Per noi marxisti lo stalinismo è un
libro aperto, anche se sopra non c’è scritto nulla da ottant’anni
a questa parte. Vendola ha votato contro perché non contava niente,
in perfetto stile vecchio PC. Quando sarà decisivo non farà mancare
il suo appoggio, sempre che nel frattempo non si stacchi dal PD allo
sfascio, naturalmente per questioni di poltrona, mai di classe. Ma
quand’anche avesse votato contro per convinzione e non per calcolo,
per noi farebbe schifo lo stesso come tutti quelli che vogliono farci
credere di essere alternativi sempre dalla parte sbagliata. Nessuno
fa più schifo di chi vota contro da dentro una coalizione che è a
favore. Se i franchi tiratori sono traditori, Vendola è doppiamente
traditore e da parte nostra non merita rispetto alcuno per i suoi
doppi e tripli giochi di eterno trafficone parlamentare. E del
resto c’è poco da discutere. Infatti, mentre prepara per l’8
Maggio un’assemblea per un possibile nuovo partito, alla domanda se
il voto per Rodotà possa considerarsi una definitiva rottura col Pd,
risponde così dalle colonne dell’Unità: «non
abbiamo nessuna intenzione di tornare indietro, di resuscitare la
Sinistra Arcobaleno o di relegarci in un minoritarismo testimoniale».
Insomma, come si vede, ora che è nel maggioritarismo testimoniale
tanto quanto e più di prima, Vendola risponde sempre allo stesso
modo. È sempre il solito, quello che tiene il piede in tutte le
staffe perché non si sa mai, e che ora che il Pd è allo sfascio, è
impegnato a «ricostruire,
ricostruire ricostruire» sempre e solo la sua sinistra poltrona.
Chiusa
la parentesi su Vendola, come si è mosso il M5S? In questi due mesi
i grilli si sono mossi sostanzialmente bene, con poche sbavature e
nessun sostanziale errore. Ma la borghesia non ha fatto né errori né
sbavature e se il M5S non vorrà perdere la partita dovrà esserne
all’altezza e rasentare la sua perfezione. Le sbavature sono il
voto di una decina di rappresentanti per Grasso che li ha subito
ripagati mandando un pregiudicato mafioso a rappresentare l’Italia
in Europa, e l’invito al PD a votare Rodotà per dare inizio a un
possibile Governo del cambiamento. Non si sa se questa apertura sia
stata fatta per calcolo o per il timore di perdere consensi dopo i
primi sondaggi dal successo elettorale. È certo però che il M5S
deve stare calmo, non deve aver fretta e soprattutto non deve
spaventarsi di fronte all’isolamento. La sua sopravvivenza
dipenderà dalla fedeltà alla missione storica che si è dato:
mandarli a casa tutti. Deroghi per un presunto buon senso e sarà
spacciato. Aprendo al PD con Rodotà ha rischiato grosso, perché in
un’altra circostanza, magari più avanti, la borghesia potrebbe
accettare l’offerta e metterlo nel sacco. È questa illusione di
poter recuperare il PD che ha fatto gridare al golpe Grillo e tutti
quelli come lui che non comprendono fino in fondo la lotta di classe.
Ma non c’è nessun golpe come non c’era alcun golpe al
momento del Governo Tecnico di Monti. Perché la borghesia ha sempre
governato sia prima che dopo i due “colpi di stato” che in
definitiva il Capitale avrebbe fatto contro sé stesso! Non c’è
bisogno di spiegare col golpe una situazione fin troppo chiara.
L’inciucio tra PD e PDL per la seconda elezione di Napolitano è la
logica conseguenza di due partiti che vanno sostanzialmente d’accordo
perché rappresentano gli stessi interessi e si fanno la guerra solo
per finta. Di conseguenza, il presunto “golpe” è la logica
conseguenza di chi si è illuso che rappresentando altri interessi,
potesse accordarsi con una delle due rappresentanze parlamentari che
li negano. Ora Grillo si sente solo, ma non lo è affatto se non si
farà imbrigliare dalla logica parlamentare. Ha un 25% di “cittadini”
destinati a crescere e che saranno molto più forti del resto del
Parlamento se saranno mobilitati nelle piazze. Ma non dovranno essere
mobilitati contro un presunto golpe che gli ottunderà la coscienza,
facendogli credere che tutto passi attraverso il Parlamento. Al
contrario dovranno essere mobilitati perché prendano sempre più
coscienza del fatto che dal Parlamento non passa quasi niente. È
allora che si accorgeranno che in fondo è un bene che il PD non
abbia votato Rodotà, un Presidente che tutto sommato va meglio per
la casta che per il M5S. Infatti, il neo trombato, appena saputo
della possibile Marcia su Roma, invece di provare ad aprire
gli occhi a un Movimento ancora debole e ingenuo, ha subito tentanto
di reincanalare la protesta nella stalla parlamentare, segno che
oltre il cretinismo parlamentare, Presidente o meno, non sarebbe
andato. Perciò sarebbe stato sempre più dei loro che del M5S. Il
M5S deve invece essere delle piazze e delle strade, è lì che avrà
i numeri per piegare come un grissino tutte le maggioranze borghesi,
specie se punterà sempre più sui lavoratori e meno sulla piccola
borghesia. E in Parlamento? In Parlamento ci resti per fare quello
che per ora ha i numeri per poter fare: l’opposizione. Altro
non può fare e per ora la sta facendo bene. Non sprechi, dunque,
quel molto di buono fatto finora gridando al lupo perché non l’hanno
invitato a spartirsi la torta. Non c’è niente da spartire con lor
Signori. Il M5S continui a fare l’opposizione come la sta
facendo e vada avanti fino alla perfezione in maniera ancora più
intransigente, dura e pura ed eliminando tutte le sbavature. Lasci
alla rodente critica borghese i suoi saggi consigli. Contro tutto e
tutti, da solo, il M5S vincerà e sarà un trionfo. Non può vincere
in nessun’altra maniera. Può vincere, cioè, solo alla nostra, se
solo noi ci fossimo e non dovessimo, in attesa del nostro ritorno,
demandare per quanto possibile ai grilli di supplire alla nostra
assenza.
Stazione dei Celti
Domenica 21 Aprile 2013
1 commento:
Sono sostanzialmente d'accordo sull'analisi complessiva, Molto meno sul giudizio di natura e di prospettiva del M5S. La strategia delmovimento , per me è stata completamente sbagliata ed ha fatto esattamente quello che la borghesia piu reattiva voleva che facesse. Ora è stata messa nell'angolo , nelrecinto di una opposizione perlamentare sterire e parolaia. Altro il M5S non potrà fare , non sa fare. Le sue capacità fuori dal Palazzo, nelle piazze non vanno al di là di un comizio, di uno show di una arringa e poi tutti a casa. E lo ha dimostrato ieri dove non è riuscito ad andare al di la di una passeggiata fino al Colosseo. E la deficienza dei dirigenti(?) di quel movimento è oltre tutto, estremamente pericolosoa. In quel budello di piazza , chiusa da ogni lato, persino l'ingresso era transennata stipati come sardine senza microfoni, senza uno straccio di pedana da cui poter essere punto di riferimento sarebbe bastata un petardo, non una bomba carta, ma un sol petardo per scatenare il panico e la tragedia. Questo dimostra come sarà, fuori dal recinto di un cretinismo parlamentarista vuoto e sterile e da un ruolo di opposizione necessaria per dimostrare la "democraticità" di quel palazzo e che tutto avvenga all'interno di un quadro costituzionale, come sarà impossibile per quel movimento , oltre per incapacità dei suoi dirigenti, per cultura e per composizione di classe di quel movimento, essere punto si svolta nelle piazze e che il suo ruolo sarà sempre piu nel chiuso di quel recinto assegnatagli dalla borghesia.
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