GRECIA, ELEZIONI: E SE L'ANELLO DEBOLE SI SPEZZASSE?
di
Giancarlo D’Andrea
La
Grecia andrà al voto il prossimo 25 Gennaio, come ampiamente
prevedibile l’elezione a Presidente del tecnocrate Dimas è
fallita. Samaras ha fortemente deciso di drammatizzare lo scontro
per ribaltare i sondaggi elettorali che attualmente prevedono la
vittoria di Syriza,
con l’accordo della Troika , oppure qualcuno pensa che una tale
rischiosissima scommessa sia frutto del solo pupazzo alla guida della
martoriata Grecia ?
In
fondo il margine tra Syriza e Nea
Dimokratia
è assai limitato, Samaras, che sarà sostenuto come non mai
dall'Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale, pensa di
poter recuperare lo svantaggio che i sondaggi segnalano, la cosa è
possibile, e se alla fina vincesse Samaras sarebbe la legittimazione
dei sacrifici imposti dalla Troika
e si scatenerebbe una violenta offensiva neo-liberista sul
disgraziato popolo greco, con ripercussioni in tutta l’Europa del
sud.
Naturalmente
ci auguriamo, al contrario, che Syriza vinca
le elezioni e costituisca un governo di svolta l'unico modo per
invertire in Grecia i disastri e la macelleria sociale della Troika.
A
questo proposito ci piacerebbe pensare che Syriza non approfitti
della inevitabile polarizzazione che il passaggio elettorale
drammatico imporrà: appelli al “voto utile“ di veltroniana
memoria, potrebbero avere per conseguenza la desertificazione della
sinistra greca, la scomparsa delle altre forze di sinistra peserebbe
sulla possibilità di dar vita dopo le elezioni ad un governo di
emergenza delle forze popolari.
Così
come ci piacerebbe pensare che le altre forze della sinistra greca ,
in particolare il KKE, abbandonino una politica ultrasettaria e si
preparino unitariamente ad uno scontro che sarà senza esclusione di
colpi.
Ma
cosa accadrebbe se Syriza vincesse le elezioni (con il conseguente
premio di maggioranza di 50 parlamentari previsto dalla legge
elettorale)? E se Tsipras riuscisse a formare un governo di
emergenza popolare?
Innanzi
tutto bisognerà vedere se l'oligarchia tecnocratica e la Troika
accetteranno l’esito di elezioni democratiche in una Grecia così
vicina ai confini russi , con una tradizione autoritaria ancora forte
delle forze armate e dei corpi di polizia, e con una estrema destra
pericolosamente in ascesa? Gli ingredienti per una Maidan ellenica
ci sarebbero tutti …
Ma
ammettiamo che l’Europa accetti il verdetto delle urne, la Troika
si farebbe convincere dal governo Tsipras a valutare la possibilità
di una “trattativa” per l’attuazione del programma
di Syriza che
certo non
è il socialismo, ma che è il programma più avanzato di una
forza che ha buone possibilità di andare al governo di un paese
europeo?
Ve
lo immaginate il primo incontro a Bruxelles tra Tsipras , primo
ministro e La Merkel e Juncker? Come reagirebbe la Troika quando il
governo greco esporrà il suo programma?
«Aumento
immediato degli investimenti pubblici di almeno € 4 miliardi;
graduale inversione di tutte le ingiustizie del Memorandum; graduale
ripristino di stipendi e pensioni in modo da far aumentare i consumi
e la domanda; ricostruzione dello stato sociale»
, anche attraverso misure sociali quali “l'elettricità gratis per
le famiglie più povere, i sussidi pasto per chi è senza reddito, il
programma di garanzia abitativa, il ripristino della tredicesima,
l'assistenza sanitaria gratuita per i disoccupati privi di
assicurazione, un sistema fiscale più equo grazie ad una maggiore
progressività delle aliquote”…
«Cancellare
la maggior parte del valore nominale del debito pubblico in modo che
diventi sostenibile nel contesto di una "Conferenza europea del
debito"».
Ed ancora: «Includere
una "clausola di crescita" nel rimborso della parte
restante in modo che tale rimborso sia finanziato con la crescita e
non attraverso leggi di bilancio».
Ed infine: «Includere
un periodo significativo di grazia ("moratoria") del
pagamento del debito per recuperare i fondi per la crescita».
E’
meglio che ci fermiamo qui! La contraddizione tra il programma di
Tsipras e la dinamica in atto in Europa è solare ! O qualcuno pensa
che Schulz e l’intera “socialdemocrazia “ si converta sulla via
di Atene ed abbracci la prospettiva di un “ New Deal Europea “?
Proprio
questo suscita fortissime perplessità e preoccupazioni, dice il
programma di Syriza: «Siamo
pronti a negoziare e stiamo lavorando per costruire le più ampie
alleanze possibili in Europa. L’attuale governo Samaras è di nuovo
pronto ad accettare le decisioni dei creditori. L’unica alleanza
che si preoccupa di costruire è con il governo tedesco. Questa è la
differenza tra di noi e questo è, alla fine, il dilemma:
negoziazione europea di un governo di Syriza, o accettazione dei
termini dei creditori sulla Grecia da parte del governo Samaras.
Negoziazione o non-negoziazione. Crescita o austerità. Syriza o
Nuova Democrazia».
Per
negoziare veramente bisogna essere in due, ci domandiamo: l'Europa
vuol davvero negoziare con un governo greco di sinistra ? E perché
dovrebbe fare concessioni che fin’ora non ha fatto a nessuno dei
governi europei , nemmeno a nessuno dei fedeli lacchè della Troika?
Sono
convinto che tutti stiamo dando le stesse risposte a questi
interrogativi, perché in fondo tutti pensiamo che il “sistema di
dominanza” della finanza globale, il “sistema di dominio
eurista”, in particolare, sia incompatibile con l’ipotesi di
“trattare” con un governo che voglia applicare non solo un
programma articolato , come nel caso di Syriza, ma anche su singole
misure socialmente avanzate perché si aprirebbe un immenso problema
politico :
altri
paesi e altri governi potrebbero seguire la via di Atene,determinando
un rompete le righe che metterebbe fine alla moneta unica e al
sistema di dominio su di essa costruito .
Ora
chi scrive ha l’intelligenza media di un militante di Syriza,
qualcuno forse crede che nell’imminenza della battaglia elettorale
decisiva, i militanti di Syriza non si pongano gli stessi nostri
interrogativi? Non sarebbe stato meglio aprire per tempo un grande
dibattito popolare su questi interrogativi dicendo la verità anche
se piena di incognite?
Il
rischio delle conseguenze di una delusione delle masse popolari
greche è enorme e facilmente intuibile!
Ma
ormai ci siamo,la cosa più importante ora è il processo politico
che potrebbe svilupparsi col successo di Syriza, in fondo la partita
è tutta da giocare. Ora dobbiamo batterci , proprio come fossimo in
Grecia, perchè Syriza vinca le elezioni e Tsipras possa essere il
prossimo capo del governo.
Il
27 Settembre 2014, poco più di tre mesi fa, scrivevo proprio su
Bandiera Rossa a proposito della possibilità di elezioni
anticipate: ”..a quel punto la mobilitazione popolare e ,
internazionale , mi permetto di aggiungere, saranno fattori decisivi,
senza una forte mobilitazione popolare e per di più concentrata nei
primi 100 giorni di un ipotetico governo popolare, Tsipras non potrà
farcela e allora tutto sarebbe possibile.
La
catena dell’Europa dei padroni oligarchici e turbo liberisti, ha la
forza pari a quella del suo anello più debole perché ne è il punto
di rottura: la Grecia è vicina.“
E
chissà che le elezioni del 25 gennaio non preludano a quell’
”Aprile“ che aspettiamo in Grecia, in Italia e nel Sud Europa!
Nessun commento:
Posta un commento