Il
Trasloco di Napolitano by Luca Peruzzi
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NAPOLITANO:
I CITTADINI NON HANNO DI CHE VIVERE?
ASPETTINO LA CRESCITA
di Maurizio Zaffarano
E' cosa assai comune nella vecchiaia l'accentuarsi dei tratti
caratteriali tipici di una persona e l'incapacità di valutare il
mondo e le cose che accadono al di fuori di schemi consolidati e che
non si ha più la disponibilità a modificare.
Per giudicare oggi Napolitano bisogna anzitutto guardare alla sua
biografia: nei GUF (i gruppi universitari fascisti) con Mussolini al
potere, con l'Unione Sovietica quando reprimeva nel sangue la rivolta
ungherese del 1956, con Craxi contro Berlinguer e la sua denuncia
della questione morale, sempre più allineato all'atlantismo acritico
e al liberismo nei decenni in cui si afferma senza vincoli e ostacoli
il finanzcapitalismo, autore insieme a Livia Turco della legge che
istituisce i Centri di Identificazione ed Espulsione degli immigrati
irregolari, tollerante e accondiscendente verso Berlusconi e il
berlusconismo, garante per l'Italia del potere e degli interessi e
delle volontà della Troika (BCE, FMI, Commissione Europea) dopo
l'esplosione della crisi finanziaria del 2008. Una vita passata
riuscendo a stare in tanti momenti cruciali della storia dalla parte
sbagliata!
Se ha senso parlare della "casta" - le classi dirigenti
politiche ed economiche - l'orizzonte di Napolitano è stato tutto
interno ed è tutto interno ad essa. Al di fuori delle logiche
autoreferenziali e di mera sopravvivenza dei ceti dominanti nulla
esiste per Napolitano: i bisogni dei cittadini, la disoccupazione, la
povertà, il grido di dolore del popolo inquinato e delle mamme che
chiedono giustizia per i propri piccoli uccisi dai veleni versati su
tante povere vite sono solo degli incidenti di percorso, certo
condannabili a parole ma che non meritano di essere in cima
all'agenda politica.
In una prospettiva miope e misera che i fatti e la storia poi
provvedono inesorabilmente a condannare, ciò che conta è solo la
Ragion di Stato, è solo l'agibilità politica dei palazzi (questo
sono le "riforme" di cui parla!): e dunque i veri nemici
sono coloro che contestano il sistema, che ne denunciano
l'irriformabilità e che ne additano i responsabili facendo nomi e
cognomi, che praticano il conflitto come prospettiva necessaria della
propria azione politica e sociale.
Il tratto umano fondamentale che contraddistingue Napolitano è la
sua concezione del mondo aristocratica, elitaria, oligarchica e
perciò antidemocratica, antiegualitaria, antipopolare ed è davvero
bizzarro che quest'uomo abbia fatto parte per decenni del Partito
Comunista Italiana la cui missione era quella di raggiungere
l'uguaglianza sostanziale tra gli esseri umani.
Per questo Napolitano si autoassolve, per questo fa un bilancio
positivo del suo novennato nonostante le scelte fallimentari - per la
vita delle persone - effettuate (anzitutto quella di Monti), per
questo ha accettato due anni fa il prolungamento di un mandato
presidenziale che non avrebbe avuto, per ragioni anagrafiche,
l'energia e la lucidità politica per svolgere e completare ma che
doveva essere utile (e da questo punto di vista fin qui lo è stato)
solo alla sopravvivenza della "casta".
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