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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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sabato 14 maggio 2016

CONTRO LA REPRESSIONE, PER IL PLURALISMO E IL RILANCIO DELL'OPPOSIZIONE DI CLASSE IN CGIL.

 

 

 

CONTRO LA REPRESSIONE, PER IL PLURALISMO E IL RILANCIO DELL'OPPOSIZIONE DI CLASSE IN CGIL.

RICOMPONIAMO LE LOTTE E RIPRENDIAMO LA MOBILITAZIONE GENERALE

 


Documento presentato all'assemblea nazionale sindacatoaltracosa-opposizioneCgil il 12 maggio 2016




Contro la repressione, per il pluralimo e il rilancio dell’opposizione di classe in Cgil. Ricomponiamo le lotte e riprendiamo la mobilitazione generale
In questi mesi ci siamo confrontati con il volto repressivo della FIOM e della CGIL.
Hanno tentato di colpire compagni e compagne in FCA, che in quest’ultimo anno hanno contrastato il modello Marchionne con ripetuti scioperi contro gli straordinari comandati. Un tentativo stupido (contro RSA e RLS riconosciute, che avevano dimostrato l’efficacia della lotta), vigliacco (in quanto rivolgendosi al Collegio Statutario ha negato ogni contraddittorio) e disonesto (pretendo di trasformare una presunta incompatibilità nel divieto di ricoprire ruoli dirigenti e di rappresentanza). Questo ha portato alla esclusione dei nostri compagni e delle nostre compagne dal CC e dall’Assemblea nazionale FIOM, con il rischio di subire intimidazioni e licenziamenti per la scomparsa di ogni copertura sindacale. Di fronte a questo abbiamo giustamente organizzato una campagna pubblica, pretendendo il rispetto del pluralismo e bloccando, sino ad oggi, ulteriori atti repressivi.
Abbiamo conosciuto la vendetta burocratica della segreteria Fiom: il “licenziamento” di Sergio Bellavita (l’improvvisa e ingiustificata revoca del suo distacco), in quanto coordinatore dell’area che ha organizzato la resistenza contro la capitolazione in FCA. Non riuscendo a colpire chi continuava a lottare, si è attaccato l’esponente più significativo di quella linea alternativa. Si vuole cioè impedirci di essere un’area programmatica, che non si limita ad esprimersi negli organismi dirigenti ma esplicita il suo punto di vista pubblicamente (anche nel rapporto con i lavoratori e le lavoratrici), pur nel rispetto dello Statuto e dell’unicità dell’organizzazione nel rapporto con le controparti. Si è quindi cercato di imporre un’inedita omogeneità in FIOM, un nuovo centralismo neanche democratico.
Un tentativo che non casualmente viene proposto nel contesto di un arretramento dei rapporti di forza tra le classi e di una ricomposizione della maggioranza CGIL su un nuovo patto dei produttori (accordo sulla contrattazione, gennaio 2016); mentre la FIOM rimuove il contrasto in fabbrica a Marchionne e Federmeccanica prova a cancellare i 2 livelli di contrattazione; mentre si tenta di consolidare una ritrovata unità con CISL e UIL e di applicare il TU del 10 gennaio, che vorrebbe imporre l’esigibilità padronale e la disciplina sindacale (cioè bloccare preventivamente ogni espressione dell’autonomia di classe).
In questo quadro, il sindacatoaltracosa-opposizioneCgil denuncia fermamente quanto è avvenuto e conferma l’impianto della sua battaglia: la ricostruzione di un sindacalismo di classe e il tentativo di tener aperto uno scontro tra una linea classista e una burocratica in CGIL; lo sviluppo di una critica della maggioranza e nel contempo di una linea alternativa, a partire da esperienze di autorganizzazione e di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo, di fronte all’attacco repressivo, intende proseguire una campagna per il pluralismo nella CGIL, per un sindacalismo democratico e classista, contro l’emarginazione del dissenso. Ribadiamo il diritto di ogni area programmatica di autodeterminare i propri gruppi dirigenti, con il conseguente diritto di individuare i propri portavoce e esponenti, indipendentemente dal gradimento e dalla fiducia delle segreterie. Chiederemo persistentemente alla Cgil e alla Fiom di rispettare questo diritto politico e statutario, garantendo conseguentemente anche le relative agibilità e distacchi. Se continueranno a negarlo, se Sergio dovesse rientrare in fabbrica, lo denunceremo con forza, non rinunciando alla nostra autodeterminazione, con la ferma convinzione che il nostro portavoce non è soggetto al placet della maggioranza. Affronteremo quindi gli innegabili problemi organizzativi, denunciano la sempre maggior distanza della burocrazia dai luoghi di lavoro, ragione in più per considerarci in tutti i sensi “un’altra cosa”. Per questo intendiamo perseguire sino in fondo, anche nella prospettiva del prossimo congresso, la battaglia contro ogni tentativo di costruire un nuovo centralismo burocratico e autoritario, contro l’involuzione e la cislizzazione della CGIL. In questa prospettiva rinnoveremo nei prossimi mesi la nostra iniziativa, oltre alla campagna per la salvaguardia del pluralismo in CGIL, intorno a 3 interventi:
  1. la ricomposizione e la valorizzazione delle lotte: gli scioperi in FCA sono indicativi delle controtendenze e delle resistenze nel paese. Termoli e Melfi, l’Ilva di Genova e Taranto, il Petrolchimico di Gela, la SAME e la AZ Fiber di Treviglio, la Piaggio ed il suo indotto, UPS e Almaviva, la Bormioli a Piacenza, la GKN a Firenze, la Castelfrigo a Modena, in parte la Fincantieri e le tante scuole sui Comitati di Valutazione ed i bonus ai docenti. Questi sono soltanto alcuni esempi di lotte di resistenza, che, pur nell’assenza di un più generale movimento di massa e spesso ostacolate dalla stessa organizzazione sindacale, hanno saputo comunque mantenere radicalità e tenacia, sulla difesa del lavoro e delle condizioni di lavoro (ritmi, turni, straordinari, composizione del salario, ecc). Lotte talvolta riuscite, talvolta sconfitte, talvolta ancora in corso. Lotte che in alcuni casi hanno conosciuto grandi momenti di unità, in altri sono state segnate dall’aspra divisione fra settori, in altri ancora hanno espresso rabbia e disperazione. Lotte che rivelano l’attuale scomposizione del conflitto sociale, ma anche la forza che la contraddizione tra capitale e lavoro mantiene nel sistema capitalistico. Lotte cioè indicative di una persistenza dell’autonomia di classe, della soggettività delle lavoratrici e dei lavoratori che non si piegano alla crisi, alla riduzione dei salari, alla compressione dei diritti. Dobbiamo valorizzare e ricomporre queste esperienze di resistenza, che le burocrazie non sono state in grado di unificare e che anzi hanno quasi sempre osteggiato, come nel caso dei delegati e delle delegate di FCA – ma non soltanto. Dobbiamo farle conoscere, non solo per ridare parola ai protagonisti del conflitto tra capitale e lavoro, ma anche e soprattutto per metterle in rete e romperne l’isolamento. Dobbiamo difendere ognuna di queste esperienze e farle diventare punti di orientamento, metodo e esempio di una pratica sindacale dal basso, intransigente, coerente con i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici;
  1. il contrasto dell’impostazione contrattuale della maggioranza CGIL. Il modello contrattuale generale elaborato da CGIL CISL e UIL a gennaio, i rinnovi contrattuali di questi mesi, l’elaborazione delle linee contrattuali per i prossimi accordi in diversi settori, confermano l’assunzione generale da parte delle categorie e dell’organizzazione del patto dei produttori. Ancora prima che questo impianto sia accettato dal padronato, sono le diverse strutture sindacali che impostano le trattative rinunciando a contrastare il controllo dell’organizzazione del lavoro da parte del padronato o delle direzioni aziendali. Contro questa capitolazione preventiva, intendiamo sviluppare una critica puntuale delle piattaforme ed un battaglia coordinata su alcuni punti di resistenza (condizioni e orari di lavoro, straordinari, welfare contrattuale, composizione del salario, precarietà, salute e sicurezza ecc);
  1. la ricostruzione di un vasto fronte di mobilitazione contro il governo: di fronte alla durezza della crisi in corso, al precipitare dei conflitti, al plebiscito autoritario di autunno, ribadiamo la necessità di un immediata ripresa della mobilitazione generale, in primo luogo contro il Jobs act, per la difesa del diritto di sciopero e per la riconquista delle pensioni di anzianità, prima cancellate dalla Fornero e ora a rischio di un nuovo ridimensionamento con le ultime proposte di riforma. In questa direzione, lavoreremo con le nostre forze e nella consapevolezza dei nostri limiti, per sviluppare ogni possibile occasione di convergenza e di lotta comune, contro il governo – che con il plebiscito costituzionale del prossimo autunno cerca la legittimazione per una ulteriore torsione autoritaria – e soprattutto a difesa di lavoratori, lavoratrici e classi popolari, sull’esempio della lotta francese e greca di queste settimane. Resta un nostro obiettivo di fondo la netta e intransigente opposizione alle politiche di austerità dettate dall’Unione europea, dalle banche, dal padronato e dai suoi governi, contro la quale opporre l’unificazione delle tante lotte e delle vertenze contrattuali al fine di ricomporre il frammentato mondo del lavoro verso un vero sciopero generale anche in Italia.
L’assemblea nazionale, di conseguenza, chiama tutti i territori e le categorie a organizzare su questi assi riunioni, attivi e iniziative pubbliche nei prossimi due mesi; e si pone l’obiettivo di organizzazione una festa dell’area ed una nuova assemblea nazionale.
Eliana Como (cc centrale Fiom, cd Cgil)
Luca Scacchi (cd Flc)
Massimo Cappellini (rsu Fiom Piaggio)
Beppe Corrado (rsu Fiom indotto Piaggio)
Giorgio Mauro (rsu Fiom Same)
Andrea Paderno (rsu Fiom Same)
Simone Grisa (Fiom Bergamo)
Armando Morgia (rsu FP Comune di Roma)
Francesco Doro (cc Fiom)
Gabriele Severi (rsu Fiom Marcegaglia Forlì)
Renato Pomari (rsu Fiom IBM Monza-Brianza)
Serafino Biondo (rsu Fiom Fincantieri Palermo)
Federico Mugnari (rsu Sistemi Informativi – Filcams Roma-Lazio)
Nando Simeone (cd Filcams)
Franco Grisolia (comitato di Garanzia Nazionale)
Aurelio Macciò (cd Fp)
Francesco Durante (cd Fisac)
Francesco Santoro (Fiom Parma)
Cristian Mandara (rsu Fiom Fasmec Parma)
Enrico Pelligrini (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Alessandra Marchetti (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Donatella Ascoli (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Danilo Lollobrigida (cd Filctem Roma-Lazio)
Fabio Cerulli (cd Filctem Roma-Lazio)
Francesco Locantore (cd Flc)
Renato Caputo (rsu scuola, autoconvocati Roma)
Gianpaolo Rosato (rsu Farmacap)
Beppe Severgni (cd Cgil Bergamo)
Angelo Trovenzi (cd Fiom Bergamo)
Marina Carrara (cd Fiom Bergamo)
Giosino Vassollo (coordinamento Filctem)
Marco Di Pietrantonio (Cgil Abruzzo)
Mario Del Biondo (Cgil Abruzzo)
Savina Ragno (cd Filcams)
Marco Beccari (cd Flc Roma)
Andrea Ilari (cd Flc Roma Est)
Pasquale Vecchiarelli (Fp Roma)
Daniele Manzo (Fiom Roma)

Chi volesse sostenerlo e firmarlo può scrivere a eliana.como@alice.it o l.scacchi@univda.it



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