LONTANO, LONTANO DAL PD
di Giandiego Marigo
Lontano dal PD è ormai una necessità anche morale ed etica. Anche se non basta a definire l’esigenza di questo momento storico.
Per definire l’immagine d’un progressista, attento alle cose dello spirito ed all’evoluzione della morale condivisa.
Lontano da una logica interna fatta di competizione, di modelli verticistici, d’uno stalinismo in salsa clericale che tutto controlla e cristallizza, d’una meritocrazia malata endemicamente di un familismo clientelare, dove la corruzione, soprattutto morale è ritenuta cronica ed irrecuperabile, quindi accettabile.
Non sto parlando solo di coloro che si definiscono comunisti, anche se oggi tale precisazione diventa dogmatismo inutile, ma di tutti coloro che sentono in sé l’esigenza d’una maturazione spirituale e morale, nonché civile dell’Umanità, quale sia la sigla e l’avverbio con cui definiscono sé stessi. Quale che sia la bandierina che hanno scelto di sventolare.
Si badi questo è altro dal volare sopra ad un mondo descritto senza schieramenti. Profondamente diverso dal movimentismo strumentale in kit di montaggio proposto dai Guru in voga in questo momento, è posizione che si schiera e chiaramente dalla parte della civiltà, del progresso spirituale.
Non già la dichiarazione confusa ed improbabile d’un pragmatismo super partes che tutto ricomporrebbe, né di una moralizzazione superficiale che non tocchi la sostanza reale del sistema.
Lontano dal PD quindi ma anche dalle fascinazioni parolaie d’una impolitica fatti di finzione formale ed opposizione vuotamente verbale e inconcludente. Lontani dal mascheramento d’un qualunquismo strisciante ed egoista, che non critica il sistema, proponendone una generica ed insulsa moralizzazione.
Tutti costoro, che oggi si pongono il quesito su cosa sia e come si connoti un movimento di progresso, oggi non possono e non devono rimanere indifferenti di fronte ad un regresso che è morale ed etico, filosofico, oltre che banalmente e tristemente pragmatico.
Porsi il problema di come sia il mondo che si vede al di là dell’orizzonte, di quale sia la visione che lo sorregge, di cosa si voglia rispondere a livello evolutivo ed interiore all’avanzare d’una tecnologia sempre più totalizzante.
Di quale sia la risposta alla crisi morale ed etica, sistemica ed irreparabile del modello occidentale, imperiale e capitalistico.
Tutte queste non sono banalità sulle quali si possa soprassedere o tematiche rinviabili ad una successiva fase, ormai esse sono il tema all’ordine del giorno. Sono la domanda alla quale rispondere.
Anche se il tentativo di ricondurre a parametri 900centeschi , fondati, sulla mera analisi del materiale e dell’immanente è sempre presente. Una risposta solamente “sindacale” alle esigenze storiche di questo momento non è sufficiente , anzi finisce con l’essere perdente, purtroppo.
Ed allora da questa prospettiva limitata e limitante, le proposte di una unità meramente elettorale, situazionista e d’opportunità che sembrano essere l’unica strada praticabile in un mondo in cui la quadratura del cerchio diviene assoluta e concreta impossibilità.
Quello che appare necessario è, piuttosto, un salto quantistico non irridete, con un eccesso di faciloneria, il termine. Neologismo, certo, ma utile per rendere l’idea.
Un salto verso una nuova definizione del campo che superi le ristrettezze delle definizioni dogmatiche per conquistare il territorio dello spirito, della visione del sogno, dell’immaginario, ma con la concretezza di comportamenti altri e diversi da quelli sistemici.
Una proposta per la quale le definizioneìi dell’abitudine ed i simbolismi classici risultino insufficienti, obsoleti, parziali.
Che scomponga i modelli e si avventuri verso l’uomo nuovo ed un mondo altro. Accettando il rischio della definizione d’eresia e l’isolamento iniziale che sempre accompagna ciò che è realmente nuovo.
Sospettate sempre di quel che si afferma con troppa facilità, che critica i veicoli del potere ma li usa, che moralizza su qualche cosa che non è disposto a praticare. Diffidate dei guru troppo ricchi … di coloro che pontificano senza essere.
Il mondo nuovo è qui, che noi si voglia o meno, che noi lo si veda o meno, ma è diverso da quel che ci aspettiamo, altrimenti non sarebbe nuovo, ma la rifondazione di qualche cosa che s’è già visto, la riedizione di una cosa già fatta, e quindi vecchia, usata, stantia.
Come quasi tutto quello che la politica odierna ci propone.
Lontano dal PD, lontano da M5S, verso il nuovo, prendiamoci questo rischio, ne saremo ripagati. La moralità di chi pratica si ottiene praticando, non parlandone.
10 Luglio 2017
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