Dopo l'intervista a 4 , nella quale Fratoianni, Montanari, Civati
e Speranza hanno rassicurato le strutture neo-liberiste su una loro
acritica adesione al modello euro, oggi la scena si ripete. I
negrian/libertari del Manifesto invitano nella loro redazione Anna
Falcone, Massimo D'Alema, Nicola Fratoianni, Maurizio Acerbo e
addirittura l'illustrissimo Professor Asor Rosa. Ebbene il tema, neanche
a dirlo, era l'unità della sinistra (sulla sua inutilità mi sono
ampiamente espresso in altri
post/articoli).
L'obiettivo: superare il 10%. Per far questo si paventa
(Asor Rosa in prima linea) il pericolo incombente delle destre. Ecco a
voi (non mi prendo meriti, e non ho intenzione di prendermene in futuro,
anche se sono cose che avevo previsto già un anno fa) la prosecuzione
dell'idea di una sinistra guardiana degli interessi del grande capitale.
Da un lato la sinistra ordo-liberista che ha retto l'impalcatura a
servizio delle politiche liberiste (e di conseguenza della seconda
repubblica), dall'altro quella sinistra
libertaria/soggettivista/post-lavorista/civica, che ideologicamente
promuove la stessa società di individui che il capitale ha costruito.
Nessuna riflessione sulla UE, su una rottura in chiave populista con il
neo-liberismo, sul nesso tra comunità nazionale/Costituzione/Sovranità
popolare e socialismo , che, necessariamente, pone il tema della
radicalizzazione delle istanze social-democratiche e la loro
trasposizione all'interno del conflitto sociale.
La natura
ministerialista e post-democratica della sinistra è ampiamente
confermata dalle schermaglie di questi giorni che rappresentano la
tattica che precede il fine: la lista unica, che confermerà il ruolo
storico della sinistra post-ideologica: quella di essere al servizio dei
nuovi dispositivi di Potere - così come lo è stata per 25 anni - e con
l'intento, quasi dichiarato, di impedire la nascita, in Italia, di un
blocco politico realmente di rottura, così come è avvenuto in Francia,
Spagna, in Inghilterra con Corbyn a finanche in America con Sanders.
Ecco questo è un tentativo che non riuscirà, dato che la sommatoria
della sinistra, porterà al massimo all'elezione di qualche parlamentare
che si troverà integrato, alla perfezione, nei meccanismi di gestione
dell'ordo-liberismo. Sono tentativi furbi e puerili di canalizzare il
dissenso e portarlo ad una mera critica al Governo Renzi senza
affrontare i nodi decisivi per arrivare ad una ricostruzione di un
blocco popolare e di opposizione che rovesci i paradigmi dello sviluppo
globale e incontrollato del capitale.
La strada è lunga e difficile e sarà lenta, e non ha bisogno di questa sinistra.
La strada è lunga e difficile e sarà lenta, e non ha bisogno di questa sinistra.
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