In un precedente intervento avevamo messo in risalto che l'elezione di Macron andava
seguita più con attenzione al suo programma che alle eventuali
critiche preconcette, ed oggi, che egli è presidente della
Repubblica Francese, ne verifichiamo alcune conseguenze concrete.
Quello che appare
dall'esordio di questo presidente è soprattutto più che il suo
presidenzialismo, il suo presenzialismo, la volontà cioè di
apparire sempre e comunque l'immagine di una Francia forte e protesa
al suo riscatto, specialmente dopo le conseguenze subite dalla sua
immagine in seguito ai recenti attentati.
Probabilmente questa
immagine ha bisogno di riscontri esteri per mettere in secondo piano
la difficoltà di misurarsi con i problemi sociali ed economici
interni.
Ecco dunque che Macron
alimenta la grandeur in campo internazionale e non esita a praticare
politiche che, in qualsiasi tempo e luogo, non si ha difficoltà ad
identificare come neocoloniali, e che sono soprattutto esercitare a
scapito dell'anello debole dei Paesi europei nel Mediterraneo,
dimostrando così di non avere affatto a cuore l'Unione Europea, ma
di volerla piuttosto piegare a politiche revansciste e nazionaliste
pro domo sua.
Ricordiamo in breve alcune
iniziative a scapito del nostro Paese
A Sharara è stato aperto
un pozzo di petrolio gestito dalla Total francese, dalla Repsol
spagnola, dalla Omv austriaca e da Stato compagnia norvegese, in
diretta concorrenza con la nostra Eni.
Mustafa Sanalla, che
dirige la National Oil Company e controlla gran parte della
produzione del greggio libico, l'ha incrementata, portandola ad un
milione di barili di greggio al giorno. Il livello più alto dal
2013.
Quest'ultimo gode della
fiducia della Francia, mentre noi continuiamo a fare affidamento su
Serraj, il quale un tempo si alleò con le milizie jihadiste di
Bengasi per strappare ad Haftar i terminali di Sidra e Ras Lanuf, ma
quest'ultimo, sempre su consiglio della Francia, aveva già
concordato con Sannalla e la sua compagnia la suddivisione del
ricavato dai sui terminali. E' del tutto evidente così un deciso
arretramento delle posizioni italiane in Libia nell'estrazione del
greggio.
Tutto questo non può che
aggiungersi alla posizione della Francia che ha negato ai migranti la
possibilità di sbarcare nei porti francesi e che, pur controllando
le rotte di passaggio dei medesimi attraverso il Niger, non fa nulla
per arrestarne il flusso, anzi, sotto certi aspetti lo incoraggia.
La Francia che ha aperto
il vaso di Pandora libico nel 2001, evidentemente sta dirottando
tutte le conseguenze nefaste della dissoluzione di quello stato
sull'Italia, sperando così di compensare, con i suoi successi
neocoloniali, la crisi economica e sociale che incalza anche nel suo
territorio.
Macron sa molto bene di
dover affrontare in campo interno problemi enormi, come il codice del
lavoro e la moralizzazione della vita pubblica, oltre che il rinforzo
della lotta al terrorismo e della sicurezza interna, e sicuramente
spera che i suoi successi in campo internazionale possano far
digerire ad una opinione pubblica francese che ha sempre amato
Napoleone e Luigi XIV più di Danton e Robespierre, alcune pillole
amare che dovrà necessariamente trangugiare.
Il quadro che emerge da
tutto ciò è desolante rispetto a quello che ci si potrebbe
aspettare dalla UE, e rivela piuttosto non solo la sua inconsistenza
e debolezza, ma, per l'ennesima volta, una sua insopportabile
struttura blindata con cui essa si fa forte con i deboli e debole con
i forti.
Per reagire a questa
nefasta tendenza, non resta che proseguire il rafforzamento della
nostra Sovranità Costituzionale, iniziata con la svolta del 4
dicembre scorso, senza agitare spauracchi, senza atteggiamenti
strumentali, ma con l'unico intento di recuperare quella dignità e
indipendenza che ha sempre accompagnato le stagioni migliori della
nostra storia e che tanto è costata in termini di sangue e
sacrifici.
In politica, specialmente
internazionale, vale sempre il detto che è cruciale anche in ambito
interpersonale: se non ti fai rispettare non vieni rispettato. Per
far questo, ricordiamo il sacrificio degli artefici della Repubblica
Romana del 1849, traditi da una Repubblica Francese che ritenevano
sorella, ricordiamo la loro tenacia, la loro strenua lotta e la
testimonianza che ci hanno lasciato, con una Costituzione madre
amorevole della nostra.
Perché per farsi
rispettare in Europa e dalla Francia, non basta strillare andiamo via
dall'euro e dalla UE, bisogna piuttosto dimostrare agli altri europei
di essere, pur nelle difficoltà, migliori di loro, creando le
condizioni per una sinergia politica che porti a dei risultati di
crescita importanti a beneficio di tutto il Paese.
Ci sono dei segnali,
riconosciuti anche in ambito internazionale, di ripresa, forse
dovuti ad un governo meno dedito al bullismo del precedente e più
concentrato su questioni pratiche.
Non crediamo che sia il
migliore possibile ma nemmeno il peggiore; se pensiamo davvero alla
sovranità, dobbiamo concentrarci in primo luogo su quella politica,
da cui derivano necessariamente tutte le altre. E oggi questa, date
le sfide a cui siamo sottoposti, non può che essere fondata sulla
libertà e sulla giustizia sociale, valori che da sempre appartengono
indissolubilmente alla storia e alla tradizione Socialista. Il nostro
compito è far sì che un futuro governo possa adottarli pienamente
facendone il fulcro del nuovo Risorgimento di un grande ideale e
contemporaneamente di un grande Paese.
da http://legaecosocialistaporelsur.blogspot.it/2017/07/napomacron.html
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