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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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giovedì 30 aprile 2015

PRIMO MAGGIO: INTERNAZIONALISTA E ANTICAPITALISTA





PRIMO MAGGIO: 
INTERNAZIONALISTA E ANTICAPITALISTA

Nella confusione generale delle coscienze politiche forse è il caso di ricordare che il primo maggio è la giornata in­ternazionale di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, sim­bolo ed espressione della battaglia delle classi lavoratrici contro un sistema economico e sociale di oppressione, ingiustizia, violenza e guerra: il capitalismo.
Forse è il caso di ricordare che il primo maggio è l’unità dei lavoratori contro le divisioni che il sistema costruisce per impedire le loro lotte e che l’internazionalismo vuole porre fine ad ogni sorta di frontiere per costruire la soli­darietà e la fratellanza dei popoli.
Solidarietà e sostegno si devono esprimere oggi in particolare al popolo greco, sottoposto al durissimo attacco dei governanti europei che vogliono soffocare sul nascere l’esperienza del governo di sinistra
Questo primo maggio in Italia avviene, come in tanti altri luoghi del mondo, sotto il segno delle politiche di austerità, repressive, razziste e delle operazioni speculative e finanziarie dei potenti, di cui l’Expo in­sieme al Tav e alle grandi opere è l’espressione.

sabato 25 aprile 2015

RIPRENDIAMOCI IL 25 APRILE, OGNI GIORNO di Antonio Moscato




RIPRENDIAMOCI IL 25 APRILE, OGNI GIORNO
di Antonio Moscato

Per molti anni il 25 aprile era diventata una scadenza rituale, poco attraente soprattutto per i giovani.
Il trasformismo che ha a lungo caratterizzato la politica italiana aveva reso difficile distinguere non solo tra la vera destra e una “sinistra” che la imitava e rinunciava al suo patrimonio ideale, ma anche tra i fascisti e certi “antifascisti” come Luciano Violante, prontissimi a cancellare le differenze originarie pur di ottenere i voti necessari per accedere a qualche alta carica dello Stato. Le molte forze di Polizia e i corpi militari speciali come i paracadutisti della Folgore o la San Marco venivano intanto impunemente educati nel culto nostalgico delle guerre coloniali e fasciste, e si vedevano riconosciuto il diritto all’impunità ogni volta che veniva documentato qualche loro “eccesso”, dalle mattanze del 2001 a Genova alla tortura in Somalia, dalle imprese dei marò sparatori agli assassini casuali di innocenti come Stefano Cucchi o Federico Aldovrandi.
Era un processo cominciato da tempo, che aveva logorato o ridotto a pura retorica la celebrazione della Resistenza cancellandone le caratteristiche rivoluzionarie e internazionaliste, e presentandola in chiave interclassista e bipartisan. C’era stato però un sussulto il 25 aprile del 1994, dopo lo shock della vittoria elettorale di un Berlusconi che sdoganava i capi fascisti e la schiuma del razzismo padano: come reazione quel giorno si vide di nuovo una straordinaria affollata e combattiva manifestazione sotto la pioggia a Milano in cui si ritrovarono insieme vecchi partigiani e giovanissimi militanti.

martedì 21 aprile 2015

CANALE DI SICILIA, I RESPONSABILI... di Gippò Mukendi Ngandu




CANALE DI SICILIA, I RESPONSABILI...
di Gippò Mukendi Ngandu


L’ennesima tragedia si è consumata sul Mediterraneo, nel canale di Sicilia, oramai tristemente noto per essere diventato la fossa comune dei “profughi ignoti”. Spesso i corpi che ci vengono restituiti dopo essere inghiottiti dal mare non hanno un nome, ma costituiscono un semplice numero che si aggiunge di giorno in giorno alla schiera dei disperati senza storia, di cui si avrà memoria giusto il tempo delle false dichiarazioni indignate di coloro che sono in realtà i principali responsabili della strage continua che avviene a largo delle nostre coste.
Ora il governo Renzi piange i morti del Canale di Sicilia. Invoca un piano europeo volto a fermare il traffico di migranti. L’Europa, che ha lasciato l’Italia da sola nel contrastare “i nuovi schiavisti del Ventunesimo secolo” dovrebbe assumersi le sue responsabilità. Le sue sono lacrime di coccodrillo.
La tragedia annunciata di ieri che ha provocato più di 900 morti non sarà purtroppo l’ultima. Sono già 1.600 i migranti morti negli ultimi quattro mesi. Gli scafisti additati come i principali colpevoli dal governo Renzi sono senza dubbio sempre più efferati, ma se ai tempi dello schiavismo, i criminali non erano solo i negrieri, ma coloro che traevano beneficio dal sistema schiavistico, oggi i principali criminali sono coloro che cercano di trarre beneficio da un sistema che considera i migranti o semplice manodopera di riserva ricattabile o come capro espiatorio da dare in pasto all’opinione pubblica e che per questo ha creato un sistema di regole che mal tollera l’accoglienza di chi sfugge dalla guerra e dalla miseria.

domenica 19 aprile 2015

IL DECLINO DEGLI USA E IL GINEPRAIO MEDIOORIENTALE di Roberto Sarti




IL DECLINO DEGLI USA E IL GINEPRAIO MEDIOORIENTALE
di Roberto Sarti


La crisi mediorientale ha aggiunto un nuovo tassello. Dal 30 marzo l'Arabia saudita, a capo di una coalizione di stati arabi, ha lanciato un attacco aereo contro i ribelli Houthi, di religione sciita. La missione che ha come obiettivo formale la protezione della popolazione yemenita, vede coinvolti oltre 100 jet da combattimento sauditi e 100mila uomini che si sono schierati a ridosso del confine settentrionale yemenita.
Le altre monarchie del Golfo, eccetto l'Oman, forniscono aerei mentre l'Egitto, pur dichiarando la sua adesione, non ha ancora partecipato attivamente agli attacchi.
“É una guerra per proteggere la popolazione dello Yemen e il suo governo legittimo contro un gruppo sostenuto dall'Iran e da Hezbollah” ha dichiarato l'ambasciatore saudita negli Usa. Dunque, un intervento per tutelare gli interessi di Riyadh nei confronti del suo rivale storico, l'Iran. Interessi a rischio dopo che sull'impatto delle rivoluzioni tunisina ed egiziana, nel 2011 le masse avevano rovesciato Saleh, dittatore fedele alleato della monarchia wahabita. 
I ribelli Houthi, con la loro propaganda antiimperialista e contro la povertà endemica nel paese si sono fatti largo in maniera piuttosto facile in mezzo alla corruzione dilagante portata avanti anche dal nuovo presidente, Hadi. La conquista della capitale Sana'a e la minaccia della presa di Aden, porto strategico per l'accesso al canale di Suez, era decisamente troppo. Tuttavia pensare che solo attraverso i bombardamenti aerei si potranno fermare i ribelli è una pia illusione. La necessità di un intervento di terra si imporrà, provocando ulteriori escalation del conflitto.
Quello che vediamo nella regione è un cambiamento epocale dei rapporti di forza e addirittura dei confini dei paesi stessi. La ragione fondamentale è il declino della forza dell'imperialismo Usa, che paga con gli interessi la sconfitta della sua politica interventista.

mercoledì 15 aprile 2015

DAL PRIVATO AL PRIVATO di Norberto Fragiacomo




DAL PRIVATO AL PRIVATO, OVVERO: 
una breve storia dei servizi pubblici locali in Italia
di
Norberto Fragiacomo




1. Il concetto di servizio pubblico

In principio era il privato.
Nell’Europa dell’800 quelli che sarebbero diventati “servizi pubblici” erano gestiti da imprenditori e società private secondo la logica del profitto, e venivano forniti, di conseguenza, solo ai membri delle classi abbienti.
La lenta trasformazione dello Stato liberale “di diritto” in Stato sociale determina, verso la fine del secolo, una modifica dell’impostazione generale: l’ascesa delle forze socialiste e la presa di coscienza, da parte delle masse, dell’esistenza di diritti basilari costringono la politica ad un mutamento di rotta – dal privato al pubblico – che si traduce in leggi di riforma. In Italia, il primo intervento normativo è datato 1903: si tratta della c.d. Legge Giolitti (n. 103).
Prima di esaminarne per sommi capi il contenuto è però opportuno introdurre il concetto di servizio pubblico. Per espressa ammissione di generazioni di giuristi che si sono cimentati col tema non si tratta di impresa facile; lo stesso legislatore è sempre apparso restio ad introdurre definizioni generali, preferendo individuare singoli settori di intervento.

domenica 12 aprile 2015

SONO QUI di Giandiego Marigo





SONO QUI
di Giandiego Marigo




Sono qui, dopo giorni e giorni, non so se ci resterò, la mia pausa di riflessione non è ancora finita. Mi rendo conto e d'altra parte l'assoluta mancanza d'interesse per la mia assenza me lo ha dimostrato ulteriormente di come non conti affatto, se non in termini presenzialistici il pensiero che si “articola” on line, esso non incide realmente è solo “occupazione di spazio virtuale”, a meno che a svolgerlo non sia qualcuno già di suo famoso per essere passato ed essere frequentatore dei salotti televisivi.
L'idea, la parola, il concetto in sé vengono rarissimamente letti e quasi mai assorbiti, restano purissima testimonianza, auto-gratificazione.
Scelgo di postare questa riflessione, forse l'ultima, non lo so ancora ed ancora una volta, come spesso ho fatto, parto da me, ma il concetto che vorrei esprimere è ampio e mi travalica.

martedì 7 aprile 2015

KARL MARX AI GRANDI MAGAZZINI di Norberto Fragiacomo




KARL MARX AI GRANDI MAGAZZINI


Nel romanzo “Al Paradiso delle Signore”, del 1883, Emile Zola mescola Marx e gli utopisti, affermando la necessità storica del Socialismo

di
Norberto Fragiacomo



Émile Zola, francese di padre veneziano, va annoverato fra i romanzieri più socialmente impegnati della seconda metà dell’Ottocento.

Scrittore di straordinaria prolificità, mostra interesse per le condizioni di vita dei ceti umili che - impersonati da figure maschili e femminili (quasi sempre) psicologicamente riuscite - penano, lavorano e soffrono nell’universo/affresco dedicato ai Rougon-Macquart, un’immaginaria famiglia francese. Zola crede (finge di credere?) che l’essere umano sia determinato nei suoi comportamenti dal contesto sociale e – diremmo oggi – dalla genetica: la buona ed attiva Gervaise de L’Assommoir sarà tratta alla rovina dall’ambiente sfavorevole e, inevitabilmente, dalla tendenza all’alcoolismo ereditata dagli avi. L’osservatore imbevuto di positivismo non riesce, in verità, a celare la propria benevola simpatia nei confronti di creature più o meno sventurate: il progetto studiato a tavolino, fattosi pagina, si contamina con la vita reale, con le aspirazioni e la passione civile dell’autore.

Un’opera, in particolare, sembra contraddire gli intenti programmatici, stravolgere gli schemi: alludo a Au Bonheur des Dames (Al Paradiso delle Signore, del 1883), che precede di due anni il più celebre Germinal. Si tratta qui di grandi magazzini, anzi dell’inarrestabile espansione di uno di essi che, guidato da un imprenditore geniale, ambiziosissimo e cinico (ma neanche troppo, a paragone di certi campioni della categoria!) riduce sul lastrico tutti i dettaglianti del quartiere. Parlavo di schemi stravolti, di eccezione ad una regola peraltro non sempre seguita: qui abbiamo un lieto fine ed una protagonista – la bionda, angelica Denise – che, benché arrivata a Parigi senza un soldo e con due fratelli da accudire, si farà strada nella vita senza mai tradire i suoi saldi principi ed una serena, commovente onestà. Sarà premiata, e farà del bene a chi le sta intorno – nella buona e nella cattiva sorte.

martedì 31 marzo 2015

IL NODO GORDIANO DEI SOCIALISTI ITALIANI di Stefano Santarelli




IL NODO GORDIANO DEI SOCIALISTI ITALIANI
di Stefano Santarelli




Domenica 29 marzo si è tenuta l’Assemblea costituente del socialismo italiano, una assise molto attesa nel mondo socialista proprio perché frutto di un lavoro comune tra varie associazioni sia interne che esterne al Partito Socialista Italiano, una iniziativa estremamente interessante che verrà ripetuta tra tre mesi, il 27 giugno.
Indiscutibilmente ancora oggi il socialismo italiano non ha superato lo choc dello scandalo di tangentopoli del 1992 che provocò la decimazione del suo gruppo dirigente ed il suo tracollo elettorale che causò una diaspora che continua tutt'oggi. La sua successiva storia infatti si caratterizza per la disperata ricerca della sopravvivenza della sua gloriosa eredità storica.

Ma per sopravvivere invece di puntare ad una rifondazione autonoma e al conseguente rilancio di una prospettiva socialista per il nostro paese i socialisti hanno cercato invece in questi ultimi vent'anni tutta una serie di scorciatoie tramite varie alleanze politiche che non si sono rivelate fruttuose. Così nel 1995 si alleano con l'Alleanza Democratica di Mario Segni, nel 2005 con i Radicali nella lista “La Rosa nel pugno” ma con risultati francamente deludenti. Mentre nel 2008 nelle elezioni politiche i socialisti diretti da Enrico Boselli si presentarono da soli ottenendo un flop elettorale non raggiungendo neanche l'1% dei voti e senza ovviamente nessun eletto. Nel 2009 con la nuova segreteria di Riccardo Nencini insieme ai Verdi, a Sinistra Democratica e al Movimento per la Sinistra di Nichi Vendola presentano la lista “Sinistra e Libertà” alle elezioni europee che ottiene un incoraggiante 3,13% dei voti, ma senza nessun eletto.

Nel 2010 il PSI presenta alle elezioni regionali il suo simbolo in tre regioni (Lazio, Basilicata e Lombardia) mentre in altre quattro (Puglia, Veneto, Campania e Calabria) si presenta con SEL e in Toscana ed Emilia-Romagna i suoi candidati si trovano nella lista del Partito Democratico. Come si può vedere in questa tornata elettorale la linea (o meglio le linee) del PSI sono veramente oscillanti per non dire altro. Riesce comunque ad eleggere 14 consiglieri regionali, la metà dei quali nelle liste di SEL.
Nelle elezioni politiche del 2013 il PD inserisce nelle sue liste alcuni dirigenti socialisti, tra cui il segretario Nencini, che verranno eletti e che daranno la fiducia prima al Governo Letta per poi entrare direttamente nel successivo Governo Renzi.

sabato 28 marzo 2015

CARO COMPAGNO VIALE, CARI COMPAGNI IPERCRITICI ... IO INVECE HO FIRMATO TUTTO di Giandiego Marigo




CARO COMPAGNO VIALE, CARI COMPAGNI IPERCRITICI ... IO INVECE HO FIRMATO TUTTO
di Giandiego Marigo


Ho sottoscritto il documento Revelli, ed  a suo tempo si da Bologna quello di NOI-l'Altra Europa, ho compilato ed inviato con ricevuta di ritorno la mia adesione cartacea e non solo la mia!
Perché l'ho fatto Compagno Viale e compagni iper-critici?
Forse io sono un idiota che non vede i problemi, forse ero e sono cieco? Non vedevo quando i “senatori a vita” garantivano sé stessi non vedevo e non li vedo forzare e sgomitare per acquisire posizioni, non li visti, forse, temporeggiare e restare sul vago per garantirsi la possibilità di giocare su tutti i tavoli, oppure essere onnipresenti in qualsiasi percorso?

giovedì 26 marzo 2015

GUERRA ALLA CORRUZIONE? TUTTALPIU’ LA SOLITA PARATA di Norberto Fragiacomo





GUERRA ALLA CORRUZIONE? TUTTALPIU’ LA SOLITA PARATA
di
Norberto Fragiacomo




Dopo averne ascoltate tante, per giorni e giorni, anche il cuore più arido può farsi vincere dal desiderio (dal capriccio?) di narrare una storia.

Magari una favola nera, tutt’altro che a lieto fine: quella della corruzione in Italia. Capiamoci: il fenomeno esiste, è anzi diffusissimo e allarmante – ma il fatto che tutti ne parlino complica le cose, lo rende vago, indistinto, impalpabile. Manca una definizione che si imponga alla babele di voci dissonanti, non di rado prezzolate.

Quando frequentavo l’università, nel secolo scorso, per corruzione si intendeva un delitto - anzi, una coppia di delitti - contro la pubblica amministrazione: corruzione propria, se il patto delittuoso tra funzionario e privato aveva ad oggetto la violazione di un dovere d’ufficio, impropria se l’indebito compenso remunerava il compimento di atti dovuti (es. del dipendente che accetta del denaro per velocizzare una pratica).

Troppo semplice, ci fu confidato in seguito: la corruzione è ormai assurta a costume, a pratica dai contorni sfumati – è “fenomeno politico-amministrativo-sistemico”, scandì all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013 il Presidente della Corte dei conti Giampaolino. Potremmo descriverla come un’alterazione fraudolenta delle regole del gioco, un intralcio alla concorrenza che, per i tecnocrati della UE, rappresenta il primo comandamento, e anche l’ultimo.

martedì 24 marzo 2015

IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA di Giandiego Marigo




IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA

di Giandiego Marigo



Sono assolutamente in disaccordo, con chi, anche da sinistra definisce, esaltandoli, i discorsi Papa Francesco anti-capitalisti ed occhieggia ad un'alleanza … quasi .. con lui.
Francesco I (perchè di Re si tratta) è la chiesa, il Vaticano , il potere ed il sistema in uno dei suoi più riusciti, tenaci ed ingannevoli travestimenti.
Se esiste una esaltazione spirituale del capitalismo, dell'attuale stato delle cose, della filosofia che le sorregge … Lui li rappresenta e li sintetizza.
Cadere nell'inganno della sua paciosità, del suo ecumenismo e della sua difesa del popolo e dei popoli è assolutamente ingenuo ed impolitico. Degno del catto-comunismo all'italiana. Definirlo poi “Anticapitalista”  poi è capolavoro della miglior Fantasy.
Un Anticapitalista (non parliamo poi di un comunista o un libertario) dovrebbe almeno riuscire ad individuare il proprio antagonista, al minimo, prima di riempirsi la bocca del proprio antagonismo non allearsi con lui. 
Non voglio dar lezioni, non ne ho i numeri e ancor meno gli attestati, le abilitazioni ed i riconoscimenti sociali, ma ricordo, che il Vaticano è allo stato, cioè adesso, in questo momento e qui, con Papa Francesco regnante il maggiora azionista mondiale delle industrie d'armi tramite le sue banche, oltre ad essere socio di maggioranza di innumerevoli multinazionali e banche d'affari.
Ricordo, pur nella mia inenarrabile ignoranza ed impreparazione che Francesco molto blatera, ma i suoi vescovi molto di più assolvono e convivono con estrema grazia, esattamente con quegli stessi mafiosi che lui a parole condanna.

lunedì 23 marzo 2015

MILLE E PIU' PER FARE RINASCERE IL SOCIALISMO DI SINISTRA di Carlo Patrignani





MILLE E PIU' PER FARE RINASCERE IL SOCIALISMO DI SINISTRA
di Carlo Patrignani


Mille e più audaci vogliono, sulla scia di Syriza e Podemos evocati dalla coalizione sociale del leader della Fiom, Maurizio Landini, far rinascere il socialismo, togliendolo dall’annullamento operato dal Pd, ed in particolare il socialismo di sinistra, diretta emanazione del ben più notosocialismo rivoluzionario che nel ’69 appassionò l’intellettuale francese Gilles Martinet tanto che ne fece l’oggetto principale del fortunatissimo best seller La Conquista dei poteri.
L’appuntamento del rassemblement socialista per riunificare, dice il documento preparatorio, in una sola soggettività organizzata, tutto l’universo delle associazioni socialiste interne e esterne al Psi che vogliono contrastare ogni forma di annullamento del Socialismo italiano nelle file del Pd e che intendono partecipare autonomamente, con la propria identità, al progetto della costruzione di una nuova Forza della Sinistra italiana, è in programma il 29 marzo all’Auditorium della Cgil nella storica via dei Frentani a Roma.

domenica 22 marzo 2015

TAFAZZISMO INFINITO di Giandiego Marigo




TAFAZZISMO INFINITO
di Giandiego Marigo


Premetto che scrivo questo post come posizione personale, da uomo libero da appartenenze, disinteressato alla difesa di alcuna rendita di posizione. Individuale, così come è stata la decisione di partecipare al percorso dell'Altra Europa.Immagine in linea 1
Assisto, con sommo dispiacere ed anche da questo Blog ad un attacco nei confronti dell'Altra Europa, sancendone anzi tempo, cioè ben prima della conclusione del suo primissimo percorso e della sua stessa Assemblea Costitutiva, la prematura morte.
Forse in nome della Cosa di Landini? Che è, però e resta cosa diversa.
Va riconosciuto che questa fase iniziale sia stata piuttosto lunga e con lunghe momenti di stagnazione, ma forse i nervosismi e le deprecazioni nascono , anche da una scarsa comprensione del percorso stesso.
Oltre ... e va detto ... che da una superficialità endemica alla sinistra che sin troppo spesso inizia cose che non porta sino in fondo, per innamorarsi della novità e del nuovo leader carismatico.

A PROPOSITO DELL'INIZIATIVA PER LA "COALIZIONE SOCIALE" di Franco Turigliatto






A PROPOSITO DELL'INIZIATIVA PER LA "COALIZIONE SOCIALE"

di Franco Turigliatto


Già da alcuni giorni le prime pagine dei giornali, si occupano della “coalizione sociale” a cui stanno lavorando Maurizio Landini e il gruppo dirigente della Fiom.
Gran parte della stampa, ben consapevole del vuoto abissale che esiste alla sinistra del PD e contemporaneamente dello spazio potenziale che lì è aperto, ricama maliziosamente sulle ambizioni politiche del leader dei metalmeccanici Cgil. E, altrettanto consapevole del fatto che le lavoratrici e i lavoratori, la Fiom e l’intero movimento sindacale hanno subito nel corso degli ultimi anni pesanti sconfitte, culminate nel varo del Jobs Act, insinua il desiderio di Landini di defilarsi da un troppo impegnativo incarico sindacale per “buttarsi” in politica.
Landini, nega ogni velleità partitica, e ancor meno istituzionale, ma non chiarisce del tutto la natura del suo progetto.

sabato 21 marzo 2015

LA RESISTIBILE ASCESA DI MATTEO SALVINI di Piero Acquilino




LA RESISTIBILE ASCESA DI MATTEO SALVINI
di Piero Acquilino



Avviato sul viale del tramonto, per cause politiche e naturali, il Cavaliere di Arcore, Matteo Salvini si candida al ruolo di Mosé per guidare il popolo di centro destra nella traversata del deserto renziano. E, anche se l’impresa di sconfiggere l’altro Matteo, tenendo insieme, come a suo tempo fece Berlusconi, il padroncino bresciano con il dipendente della Regione Sicilia, sembra oggi impossibile, tutti i sondaggi danno la Lega Nord in crescita elettorale. Apparentemente un miracolo, se si tiene conto delle pietose condizioni in cui l’ultima fase della gestione Bossi aveva lasciato questo partito e i vani tentativi di Maroni di riciclare i resti in un’improbabile versione confindustriale “perbene”.

Ma i sondaggi elettorali, rischiano di mascherare una realtà politica e sociale molto più complessa.

Partiamo proprio dal dato elettorale. I partiti, e i media che a essi si accodano, tendono a presentare i dati sempre sotto la forma di percentuale dei voti validi. Ciò risponde alla comprensibile esigenza di mascherare il catastrofico calo di consensi che colpisce tutte le formazioni politiche presenti in parlamento e che ha portato in pochi anni l’astensione a essere il primo partito in un paese dalle forti tradizioni elettoralistiche. Ma, se si considerano i voti realmente espressi, confronto possibile visto che le dimensioni del corpo elettorale sono abbastanza stabili, si vede che la Lega Nord ha perso, tra le elezioni politiche del 2008 e quelle del 2013, quasi 1.640.000 voti, cioè il 54% del suo elettorato.

mercoledì 18 marzo 2015

VINCE L'INTOLLERANZA, VINCE LA GUERRA di Giandiego Marigo




VINCE L'INTOLLERANZA, VINCE LA GUERRA
di Giandiego Marigo


Netanyahu ha vinto le elezioni, pessima notizia!
Durante la sua campagna elettorale il suo slogan è stato “Se vincerò non ci sarà mai uno stato palestinese” il che è tutto dire delle sue intenzioni e del futuro cupo della gente della martoriata striscia di Gaza.
Vince l’intolleranza e la propensione alla guerra, vince il sionismo della peggiore lega, il razzismo palesato e manifesto.
C’è pochissimo da aggiungere, quello che vedremo da qui in avanti sarà il massacro metodico della gente di Palestina, nel silenzio del mondo succube ed alleato del mostro sionista.

martedì 17 marzo 2015

LANDINI CIOE' di Michele Castaldo








LANDINI CIOE' 
di Michele Castaldo



Facciamo subito una necessaria premessa: di fronte al canagliume di destra, di centro e di “sinistra”, sociale, politico, sindacale, giornalistico, porta borsistico ecc., Maurizio Landini si erge come una colonna d’Ercole su di un cumulo di putrida immondizia; non fosse altro perché pone al centro delle questioni il lavoro e i lavoratori di fronte a un attacco senza precedenti nella storia del modo di produzione capitalistico. Poi passiamo ad analizzare le luci e le ombre, le illusioni e la pochezza della sua analisi, l’impotenza delle sue proposte, ma innanzitutto le difficoltà per una ripresa generalizzata di lotte del proletariato a cui il più brillante dei rivoluzionari non potrebbe né saprebbe cosa dire.

La Camusso prende le distanze da Landini!, strombazza "La Repubblica" di Scalfari. Lo crediamo bene, quando la nave affonda il grido d’allarme del comandante, il capitalismo, è: si salvi chi può! Se c’è chi si pone il compito di salvare gli ultimi per salvare con la nave anche i primi, è un irresponsabile. Veniamo al ‘che fare?’ di Landini di fronte al fatto – vero – che la nave tende ad affondare.

lunedì 16 marzo 2015

LE INCOGNITE DELLA "COALIZIONE SOCIALE" DI LANDINI




LE INCOGNITE DELLA "COALIZIONE SOCIALE" DI LANDINI

Nei giorni scorsi la stampa ha dato ampio spazio all’incontro promosso dalla FIOM per discutere la creazione di una ‘coalizione sociale’ tra il sindacato dei metalmeccanici della CGIL e un vasto arcipelago di associazioni per contrastare austerità, cancellazione dei diritti e deriva autoritaria e più in generale per colmare il vuoto di rappresentanza politica del mondo del lavoro lasciato aperto dall’implosione dei partiti di sinistra e dalla definitiva rottura tra PD e sindacato. Landini ha precisato per l’ennesima volta che non ha in mente un partito e neppure l’ingresso della FIOM in politica, ma un’alleanza per sottrarre la politica al monopolio dei partiti e unire i settori sociali che il Governo sta cercando di dividere e colpire a uno a uno. Dunque il sindacato non "entra" in politica, ma sceglie di "farla", confrontandosi alla pari coi soggetti tradizionalmente titolari di tale prerogativa.

E’ un tentativo di reagire all’isolamento politico e sindacale in cui la FIOM si trova da anni e anche a una stagione di lotte coraggiose, ma segnata da pesanti sconfitte (contratto, FIAT, rappresentanza, Jobs Act), e di sparigliare le carte trovando alleati fuori dal Parlamento. Landini individua il problema – manca una rappresentanza politica di chi lavora – e cerca una soluzione sperimentale, evitando di infognarsi nell’ennesimo tentativo di unire una sinistra che non c’è. 
L’ipotesi è interessante, ma si scontra in particolare con due contraddizioni oggettive. 

La prima è che la FIOM è e rimane – Landini non si stanca di ribadirlo – un sindacato e dunque non può assumersi da sola l’onere di riempire il vuoto politico a sinistra. Mentre gli altri soggetti riunitisi sabato a Roma non sono in grado di rappresentare significativi pezzi di società, tantomeno di mondo del lavoro. 

La seconda riguarda il "che fare". Se l’obiettivo – giustamente – non è il ‘partito della FIOM’, non rimane che il "gruppo di pressione" sulla politica, una politica che tuttavia è un vero e proprio muro di gomma per qualsiasi istanza che non provenga da Bruxelles, dalle istituzioni finanziarie e da Confindustria (l’articolo 18 insegna). Oppure – come ventilato nei giorni scorsi da Landini – lo spazio per una nuova battaglia referendaria, che, in questo contesto, finirebbe verosimilmente come quella di qualche anno fa su acqua e privatizzazioni.

La FIOM ci prova, almeno, forte della credibilità che si è conquistata sul campo in questi anni, pressoché unica sopravvivenza della disastrata sinistra italiana, e merita di essere sostenuta. L’obiettivo è giusto. La strada appare più lunga e complicata di quanto possa sembrare.

dal sito ControCorrente


venerdì 13 marzo 2015

L'IMPERATORE FARLOCCO di Giandiego Marigo




 L'IMPERATORE FARLOCCO
di Giandiego Marigo



Sembra si debba parlarne, non mi piace farlo, perchè ormai da troppi anni il parlare male di lui è valvola di sfogo e giustificazione di una sinistra impotente ed ininfluente.
Spesso questo teatrino ha assunto toni grotteschi ed ha per troppo tempo sostituito una proposta di alternativa reale.
Ha accomunato in un generico anti-berlusconismo aree e voci totalmente diverse in una caricatura di CNL malriuscito. Che ha contribuito, di fatto, all’affossamento dei comportamenti e delle filosofie alternativi in questo paese, per  poi farci risvegliare nel mondo dell’unico pensiero, dell’unica cultura … dell’unico mondo possibile.
Perchè stupirsi … di cosadi una assoluzione ampiamente prevista?

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