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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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sabato 17 febbraio 2018

NOI E LORO? di Norberto Fragiacomo




NOI E LORO?
di
Norberto Fragiacomo


Stando ai quotidiani e a chi vi ha preso parte la recente manifestazione di Macerata è stata un evento pacifico, gioioso e partecipato: in sintesi, un notevole e confortante successo. Considerate le premesse, che tutto filasse liscio non era affatto scontato, e qualche marginale sgradevolezza - probabilmente enfatizzata, se non “creata” dai media - non basta a deturpare il quadro: è assurdo pretendere che una dimostrazione abbia i toni e la solennità di una messa cantata.

Detto questo, a lasciar perplesso chi scrive sono stati i contenuti, che si riducevano alla duplice condanna di «fascismo» e «razzismo»: il primo impersonato da forze politiche di cui viene denunciata la crescita spettacolare e che bisognerebbe invece mettere al bando, il secondo visto come una malattia contagiosa che sta rapidamente infettando la società italiana (e quelle europee). Stanno davvero così le cose? E’ lecito dubitarne, anche se le preoccupazioni non sono del tutto infondate. Esistono in Italia partiti apertamente fascisti, che annoverano tra le loro fila militanti (ovvero strizzano l’occhio a simpatizzanti) che, pur senza magari conoscere approfonditamente genesi e dottrine del movimento mussoliniano, da fascisti si comportano, e possono senz'altro costituire una minaccia oggettiva. Quantificarli è difficile, ma si tratta comunque di sparute minoranze, all'interno delle quali si annidano razzisti convinti e dichiarati. Attenzione: non parlo genericamente di xenofobi, ma specificamente di razzisti, cioè di persone convinte di appartenere a una razza superiore (quella bianca) che, come tale, ha pieno diritto di disporre a piacimento di quelle inferiori. Traini appartiene a questa categoria? Occorrerebbe chiederglielo; sono sicuro, d’altra parte, che non vi appartenga la stragrande maggioranza dei cittadini che si lamentano del numero crescente di stranieri in circolazione e delle loro “strane” o addirittura detestabili abitudini: alle radici di questa ripulsa (verbale) ci sono insofferenza e paura, non disprezzo razziale.

venerdì 16 febbraio 2018

CIAO MARCELLO









CIAO MARCELLO


Ieri sera abbiamo appreso con sgomento della improvvisa scomparsa del nostro caro amico e compagno Marcello Mapelli dirigente di Risorgimento Socialista e membro del nostro Comitato di Redazione.
Marcello è stato un compagno di grande spessore umano che lascia un vuoto profondo, per chi lo ha conosciuto ed apprezzato per la sua battaglia socialista, non facilmente colmabile.
Un uomo che era in grado di ricucire i rapporti alcune volte tesi (come è normale nella dialettica politica) tra i compagni che condividevano i suoi ideali socialisti semplicemente con la sua bontà e la sua profonda sensibilità.






giovedì 15 febbraio 2018

LA PROPOSTA ELETTORALE DI SINISTRA RIVOLUZIONARIA: INTERVISTA A CLAUDIO BELLOTTI di Maurizio Zaffarano


LA PROPOSTA ELETTORALE DI SINISTRA RIVOLUZIONARIA: INTERVISTA A CLAUDIO BELLOTTI 
di Maurizio Zaffarano


Claudio Bellotti, anzitutto grazie per la disponibilità a questa intervista. Cos'è Sinistra Rivoluzionaria? Da chi è composta e cosa si propone? In quali circoscrizioni elettorali sarà presente?

La lista è nata da una discussione che abbiamo promosso sin dalla scorsa estate, rivolgendoci a numerose organizzazioni e aree della sinistra proponendo una lista che avesse una chiara identità classista, anticapitalista, contrapposta a ogni ipotesi di coalizione di classe. Ne è nato questo fronte comune con i compagni del Pcl. Nonostante i tempi molto stretti per la raccolta di firme e le norme capestro della legge elettorale saremo presenti sulla maggior parte del territorio nazionale.

Tra i giovani che si incontrano, anche disoccupati e precari, anche abitanti delle periferie degradate, ciò che sembra prevalere è l'idea che questo sia l'unico mondo possibile e che sia impossibile trasformarlo nel senso dell'uguaglianza e della giustizia sociale. Se dovesse spiegare ad un giovane cos'è il Comunismo e cosa significa essere Comunista quali parole userebbe?

In realtà si tocca con mano una enorme rabbia e opposizione a questo sistema, anche se è vero che l’alternativa non è direttamente visibile. Del resto una protesta, o anche una rivoluzione, comincia quando le masse capiscono quello che non vogliono più, anche se magari non hanno ancora chiaro cosa vorrebbero.
Comunismo vuol dire molto semplicemente il potere in mano a chi oggi è oppresso e innanzitutto ai lavoratori. Il potere economico e politico, le grandi imprese, i grandi capitali, il potere statale. Spazzare via quella minoranza ristrettissima che accumula sempre più ricchezza e potere e usare quelle risorse nell’interesse della maggioranza.

E se dovesse spiegare cos'è il trotskismo a cui si ispirano entrambe le componenti di Sinistra Rivoluzionaria, il Partito Comunista dei Lavoratori e Sinistra Classe e Rivoluzione?

Per noi il troskismo è la continuazione del marxismo rivoluzionario. Vuol dire innanzitutto che il socialismo non sarà una caserma burocratica come era la vecchia Urss dai tempi di Stalin in avanti, in cui l’economia era nazionalizzata e pianificata ma il potere politico era in mano alla burocrazia e non certo alla classe operaia. Socialismo significherà autogoverno dei lavoratori sull’economia e lo Stato.

venerdì 9 febbraio 2018

LO SPAURACCHIO DEL RAZZISMO ALLE PORTE di Norberto Fragiacomo





LO SPAURACCHIO DEL RAZZISMO ALLE PORTE
di
Norberto Fragiacomo




Un’avvertenza: questa riflessione volante non riguarda adepti del PD e “progressisti” stile Boldrini, né tantomeno l’ultradestra liberista che, con brutale franchezza, ha assunto il nome d’arte di “+Europa”.
Mi riferisco invece a quella sinistra che i media sistemici si compiacciono di definire “estrema” per via dell’ostinato (od ostentato?) attaccamento alle proprie radici. A commento del gravissimo episodio di Macerata si succedono a tamburo battente dichiarazioni allarmate di esponenti di quest’area, il cui minimo comune denominatore è il seguente: l’Italia è diventata un Paese razzista, e questo razzismo ormai generalizzato è il maggior pericolo per la democrazia (domanda oziosa: esiste ancora?). L’informe e ubiquo movimento “nero” avrebbe le sue avanguardie armate (il pistolero di Macerata si presta assai meglio dell’attaccabrighe di Fermo a impersonare il ruolo, anche se pure le gesta di quest’ultimo furono prese a pretesto per criminalizzare un’intera città!) e le sue masse di manovra, formate da comuni cittadini che non esprimono in atti clamorosi il loro “odio” verso gli stranieri. Un esempio? L’autista del bus finito sul giornale per aver dato dei tumbani ad alcuni passeggeri di colore – e pazienza se l’epiteto ha in triestino una chiara intonazione scherzosa (ricordo un vecchio professore di chimica che lo adoperava nei confronti dei suoi studenti): in quanto espressione di “razzismo” la condotta va severamente stigmatizzata e punita.

martedì 6 febbraio 2018

PARLIAMO DI LAVORO? OPPURE È SOLO SCHIAVITÙ di Giandiego Marigo





PARLIAMO DI LAVORO? OPPURE È SOLO SCHIAVITÙ
di Giandiego Marigo 



Confesso, anche se a voi interesserà forse poco, che faccio molta fatica a scrivere, in questo periodo. L’ostinata dissennatezza dei media, impegnati nella minuta e pressante descrizione delle vicende elettorali di questo paese, mi sta sinceramente nauseando e consegnando l’impressione dell’inutilità dello scrivere d’altro. 

 Tutto acquisisce una chiave elettoralistica, il mondo sembra orbitare attorno a questo inutile avvenimento che non modificherà alcunché negli equilibri del vero potere visto che manca la forza di un antagonista reale a questo sistema e che il potere vero non risiede certo nel parlamento, non più, da molto tempo, forse mai. 

 In questi tempi di scarso ascolto io voglio parlarvi di lavoro. Già un argomento molto strumentalizzato, appunto dai portatori di vessilli, i leader inventati delle compagini in campo in questa tenzone. Ed esattamente vorrei parlare del braccialetto di Amazon o meglio partendo da quello scandaloso e disumano braccialetto. 

domenica 4 febbraio 2018

L'UTOPIA "MINIMALISTA"

di Norberto Fragiacomo

  
Fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo i governi europei provano ad alleviare la condizione miserevole della classe lavoratrice, creando un primo embrione di Stato sociale: in Italia Giolitti fa propri i risultati ottenuti dal c.d. socialismo municipale dando impulso ai servizi pubblici locali, mentre si affermano forme primitive di previdenza e assistenza agli “ultimi”.
Nel ventennio fra le due guerre si fanno passi avanti (e locali dietrofront) a livello continentale, ma è nei “trenta gloriosi” che il modello giunge a maturazione, assicurando ai lavoratori e alle loro famiglie un tenore di vita accettabile, diritti adeguati e – assieme ad essi – una cittadinanza non soltanto sulla carta. Le ragioni di questa evoluzione sono molteplici, e la geopolitica gioca un ruolo centrale; tuttavia l’attivismo e il consenso raccolto fra le masse dalle formazioni d’ispirazione marxista sono potenti fattori di trasformazione socio-economica tanto nella prima quanto nella seconda metà del secolo.

sabato 3 febbraio 2018

LA CRESCITA GIOIOSA DELL’ASTENSIONE


di Lorenzo Mortara


Preoccupa l’astensione. Preoccupa come sempre i borghesi e i loro reggicoda, i giornalisti del Corriere, come ad esempio Massimo Franco oggi in L’astensione può creare una democrazia senza popolo.

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