SULLE ELEZIONI PORTOGHESI
di Lucio Garofalo
Purtroppo, in Portogallo hanno vinto le elezioni politiche i partiti dell'austerity, un dato allarmante da non sottovalutare, ma sono confortanti i risultati del PCP, il Partito Comunista Portoghese, e del Bloco d'Esquerda.
Insieme, hanno eletto ben 36 deputati, che faranno un'opposizione seria e dura.
L'aspetto inquietante, invece, è che i media hanno oscurato ogni notizia in merito a tali elezioni. Forse dipenderà dal fatto che sia il Partito Comunista Portoghese che l'Esquerda sono due partiti credibili e rispettabili di fronte al panorama politico, fin troppo deprimente, della "sinistra europea".
Il Bloco esprime posizioni più morbide sull'Euro rispetto al PCP, ma è una forza di ispirazione marxista cosciente, che propugna il superamento dei partiti nazionali, in quanto anacronistici, e la costruzione di un'alleanza internazionalista, ma più aggiornata e adeguata alle esigenze odierne.
Come ho puntualizzato in altri post precedenti, il Bloco dell'Esquerda sorse dalla confluenza di vari filoni politici della sinistra portoghese, incluse pure frazioni trotskiste, ma non è paragonabile ad esperienze politiche ormai in via di estinzione o fallimentari, quali Rifondazione Comunista e SEL.
La differenza più sostanziale risiede prevalentemente in un passaggio del Manifesto del Bloco d'Esquerda, in cui si paventa e si auspica il superamento dei partiti nazionali, ritenuti obsoleti ed inadeguati al quadro odierno della globalizzazione capitalistica, per favorire la nascita di una nuova Internazionale, che non sia una replica caricaturale della IV Internazionale trotskista.
Credo che sia la strada da percorrere per contrastare l'aggressività del capitalismo a livello planetario, sempre più agguerrito e spietato. È da rilevare l'originalità di entrambe le formazioni presenti nella sinistra portoghese, tanto del Partito Comunista, non dogmatico, né stalinista, quanto dell'Esquerda, dove confluirono in origine tre grandi filoni della sinistra portoghese: i comunisti dell'Unione Popolare Democratica, i trotskisti ed infine i socialisti di Politica XXI. Pertanto, il Bloco non è una forza di tendenza solo trotskista, bensì molto eterogenea, la cui originalità di fronte ad altri partiti della sinistra europea, è fin troppo palese.
Ma l'intero quadro della sinistra portoghese è diverso, non solo per le caratteristiche del Bloco, quanto soprattutto per il profilo anti-dogmatico e per niente settario (come il KKE greco, ad esempio) del Partito Comunista Portoghese. Dunque, si configura una situazione assai propizia che incoraggia un dialogo a sinistra con l'Esquerda per stringere un sodalizio strategico-politico assai proficuo.
2 commenti:
Come si può dire che abbiano vinto i partiti filo-auserity? Socialdemocratici ed alleati sono passati da oltre il 50% dei voti al 38,3%, da 2 milioni e quattrocentomila voti a poco più di due milioni. Non hanno più la maggioranza assoluta dei seggi, da 129 passano a 104 e non sono in grado di formare un governo. I socialisti guadagnano 4,5% e quattrocentomila voti; il Blocco guadagna 5% e radddopia i suoi voti; Comunisti e verdi (CDU) guadagnano meno, ma guadagnano in voti, seggi e percentuale. Per la prima volta da decenni, a fronte dei risultati si riapre un dialogo tra socialisti e comunisti. Che la stampa borghese di casa nostra dica che hanno vinto i servi della troika è comprensibile, meno comprensibile trovarlo scritto qui.
La puntualizzazione è corretta. I partiti filo-austerity sono stati ridimensionati. Ma il dato non cambia e non pregiudica il senso della mia analisi... e mi pare che io abbia sottolineato soprattutto il risultato positivo dei partiti della sinistra portoghese, PCP e Bloco, e la possibilità di un dialogo proficuo tra tali forze politiche...
Lucio Garofalo
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