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domenica 11 ottobre 2015

MARINO E RENZI: IL LIBERISTA PASTICCIONE E IL LIBERISTA FEROCE di Maurizio Zaffarano






MARINO E RENZI: 
IL LIBERISTA PASTICCIONE E IL LIBERISTA FEROCE
di 
Maurizio Zaffarano



Che a Sinistra, che ha nel proprio DNA lo stare dalla parte dei perdenti e dei deboli, ci sia qualcuno che simpatizzi per Ignazio Marino può essere comprensibile. Che lo si elevi a baluardo dell'onestà e del bene dei cittadini contro i poteri forti (i padroni capitalisti), romani e non, mi sembra francamente ridicolo.

La Sinistra non è (semplicemente) empatia caritatevole, la Sinistra è la volontà – lucida e razionale – di costruire una Società fondata sulla giustizia sociale e la liberazione dal bisogno: Marino ha forse mai dimostrato, con i propri atti, di agire per affermare valori popolari socialisti e comunisti e di contrastare il dominio capitalista del profitto?
L'onestà è una indispensabile condizione pre-politica ma non esprime in sé un programma di governo e di amministrazione della cosa pubblica finalizzata al bene comune.

Cerchiamo di capirci: se siamo tra chi considera Renzi il male assoluto - per la rottamazione della Costituzione, dei diritti dei lavoratori, dello Stato sociale - non possiamo nemmeno stare dalla parte di chi, come Marino, dipende per la propria sopravvivenza e ruolo politico da Renzi.
Ignazio Marino è senza alcun dubbio nemmeno lontanamente paragonabile ad Alemanno e al suo coinvolgimento nel malaffare politico, ma mi auguro che sia ormai passato il tempo, per chi è convinto della necessità di costruire un'Alternativa di Sistema, della resa alla logica della scelta del (presunto e meramente consolatorio) male minore: Marino contro Alemanno (o alle prossime elezioni Marchini), ieri Prodi contro Berlusconi, domani Renzi contro Salvini.
E poi, se Marino ha (fino ad oggi) la fedina penale pulita l'onestà e la coerenza politica sono altre cose.

Non sei onesto politicamente se ti candidi per il PD e con il PD, cioè il partito dei poteri forti e dei palazzinari, e poi lamenti di essere fatto fuori da questi.
Non sei onesto politicamente o quantomeno sei un inetto se ti fai eleggere (senza rendertene conto?) anche con i voti dei maneggioni di mafia capitale e scopri che sono largamente infiltrati nella tua amministrazione e nel tuo partito solo dopo l'intervento della magistratura.
Non sei onesto politicamente se neghi che mafie e corruzione non si diffondono solo per colpa di qualche mascalzone ma grazie ad un sistema fondato sulla dittatura del profitto e che trovano terreno fertile in esternalizzazioni e privatizzazioni.

Non sei onesto politicamente se vuoi far credere di poter governare un'amministrazione comunale perseguendo il bene dei cittadini in un regime di austerità liberista. Vale per tutti i paesi e tutte le città e tanto più per una città come Roma: capitale di due Stati, tre milioni di abitanti oltre a qualche milione di pendolari dall'hinterland ogni giorno, il centro della vita politica e sociale del Paese (il che significa che legittimamente è la sede naturale delle grandi manifestazioni di piazza), il più grande centro storico del mondo, una superficie comunale tra le più grandi d'Europa.

Non sei onesto politicamente se addossi ai lavoratori l'inefficienza dei servizi pubblici e persegui il pareggio di bilancio sforbiciandone le retribuzioni e peggiorandone, senza contropartite, le condizioni di lavoro. E' sufficiente riascoltare i vigliacchi interventi di Marino contro gli autisti dell'ATAC o contro gli addetti del Colosseo in assemblea. Certamente tra i dipendenti comunali e delle aziende municipalizzate esisteranno fannulloni e corrotti ma gli autobus non passano, le strade sono sporche e le buche non vengono riparate, mancano i servizi sociali, non vi è sufficiente disponibilità di case popolari non per responsabilità dei lavoratori ma perché mancano risorse ed investimenti ed i vertici dell'amministrazione sono inadeguati o corrotti.

Non sei onesto politicamente se ti ergi a grande moralizzatore ma poi l'87 per cento degli appalti vengono assegnati dalla tua amministrazione senza una gara pubblica.
Non sei onesto politicamente e non hai nemmeno dignità se accetti, senza ribellarti e negando persino l'evidenza dei fatti, di farti commissariare da Renzi per il Giubileo e di imbarcare nel rimpasto della tua giunta un magistrato (Sabella con ruoli operativi ed organizzativi nel G8 di Genova 2001) quale mera foglia di fico contro la corruzione ed un misero personaggio come il pasdaran pro-Tav Esposito ai Trasporti. Potendo contare solo sul fatto che a Renzi non convenivano nuove elezioni a Roma. 
Nessuno può incolpare ovviamente Marino dei grandi mali di Roma ma è mancata completamente la capacità e la volontà di proporre una strada alternativa: si pensi alla bocciatura senza appello delle quattro delibere di iniziativa popolare che riguardavano acqua, scuola, finanza pubblica e patrimonio.

Sui social network gira un lungo elenco delle mirabolanti realizzazioni dell'amministrazione Marino: se così fosse basterebbe che si ripresentasse alle prossime elezioni per ricevere un consenso plebiscitario da parte dei cittadini. Ma evidentemente sono proprio i cittadini (e se siamo in democrazia sono costoro i giudici inappellabili) a non essersi accorti del buon governo di Marino.

Il liberista Marino è stato fatto fuori dal Vaticano e dai poteri forti romani e dall'implacabile e feroce liberista Renzi non perché ha difeso gli interessi popolari, non perché si è opposto alle privatizzazioni, non perché ha preteso ad alta voce più risorse per Roma ma perché inefficace e inaffidabile dal loro punto di vista e, contemporaneamente, indifendibile e impresentabile sul piano del consenso popolare.

E' palese che le storie delle multe della panda, gli scontrini fasulli, le gaffes a ripetizione sono fatti risibili (eppure sintomatici della superficialità e della inadeguatezza del personaggio che, uniti ad un inguaribile narcisismo, lo rendono inesorabilmente ridicolo) rispetto all'enorme massa di risorse sottratte alla collettività dal capitalismo criminale ma le dimissioni di Marino sono un fatto tutto interno ad un ben identificato sistema di potere.
Non ha alcun senso che la Sinistra si stracci le vesti per Marino, la Sinistra deve lavorare per costruire un'Alternativa. Anzi avrebbe dovuto lavorare per Roma già da tempo se solo nella Sinistra radicale esistesse un po' di buon senso e di intelligenza politica e non ci si riducesse masochisticamente ad annullarsi di volta in volta in iniziative che hanno il solo scopo di recuperare una poltroncina a qualche dirigente politico senza futuro, perdendo il contatto con la realtà italiana e con i sentimenti e i bisogni delle persone.

A meno di miracoli l'unica cosa che oggi si può sperare è che il Movimento 5 Stelle, cioè la sola alternativa democratica alla continuità del potere sul Comune di Roma delle destre renziane e/o leghiste-neofasciste-berlusconiane (entrambe prone a Vaticano, palazzinari e speculatori), si decida a candidare non un oscuro militante dei meet up, sconosciuto ai cittadini e senza alcuna esperienza della complessa macchina amministrativa che dovrebbe andare a guidare, ma un personaggio di provata esperienza e competenza, capace di suscitare l'entusiasmo e la mobilitazione popolare anche del popolo della Sinistra.



La vignetta è dell'Istituto LUPE



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