Non si distrugge l’idea socialista!
I
socialisti al fianco di Giacomo Matteotti
Alcuni
giorni fa dei vigliacchi senza nome hanno distrutto la lapide che ricorda
l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, posta a Roma
nell’ottantesimo anniversario della sua scomparsa ed a Fratta Polesine è stata
imbrattata con uno spray la locandina di un convegno a lui dedicato. Noi
socialisti diciamo tutti uniti VERGOGNA! e vogliamo ricordare il suo nome e il
suo sacrificio come è giusto fare, perché il suo esempio sia un monito per le
giovani generazioni ed un avvertimento a tutti coloro che pensano di poter
sottovalutare il ritorno del fascismo.
Nato a
Fratta Polesine il 25 maggio 1885, da
una famiglia di idee socialiste, nominato nel 1920 segretario della Camera del
Lavoro di Ferrara, Giacomo Matteotti
nel1921 è l’uomo che ha pubblicato l’"Inchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia", in
cui si denunciavano per la prima volta le violenze delle squadre d’azione
fasciste. Nel 1922 ha fondato, insieme a Filippo Turati e ad altri fuoriusciti
dal PSI, il Partito socialista unitario (PSU), di cui è nominato segretario.
Pubblicata a Londra, nel 1924, la traduzione del suo libro “Un anno di
dominazione fascista”, il 30 maggio 1924, ha coraggiosamente preso la
parola alla Camera dei deputati, contestando i risultati delle elezioni
tenutesi il 6 aprile e denunciando con chiarezza una serie di violenze,
illegalità ed abusi perpetrati dai fascisti. Quel discorso merita di essere
ricordato: Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della
maggioranza. [...] L'elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e
aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. [...] Per vostra
stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere
con la sua volontà... [...] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di
un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato
Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse.
Il 10 giugno 1924, uscendo di casa a piedi per andare a
Montecitorio, viene rapito da alcune persone (che poi si sapranno essere della
polizia politica fascista) e
barbaramente ucciso. Il suo corpo senza vita sarà abbandonato in un bosco nel
comune di Riano a 25 Km da Roma e ritrovato alcuni giorni dopo. Il 3 gennaio
1925 in un celebre discorso alla Camera, il capo del fascismo Benito Mussolini avrebbe,
di fatto giustificato anche quell’assassinio, dicendo: Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di
questa associazione a delinquere!
Giacomo Matteotti però non sarà mai dimenticato dai socialisti italiani e
diventerà anzi il simbolo della lotta contro il fascismo, la violenza ed ogni
forma di ingiustizia. Dopo Giuseppe Di Vagno, primo socialista ucciso dai
fascisti, ci sarà la violenta distruzione della sede dell’«Avanti!», il giornale
di riferimento del PSI e saranno in tanti i socialisti uccisi e incarcerati per
il coraggio delle loro idee: da Rodolfo Morandi a Giuseppe Saragat a Sandro
Pertini, solo per dire i più famosi tra quelli rinchiusi a lungo in carcere dal
regime, poi diventati i protagonisti della Resistenza. Lelio Basso e Lina
Merlin, Filippo Turati e Pietro Nenni saranno costretti a vivere confinati od a
trovare rifugio all’estero. Ma ne cadranno altri purtroppo sotto il fuoco
nemico: Eugenio Colorni, uno dei padridel manifesto di Ventotene che getterà in
quegli anni le basi dell’Europa unita ed il coraggioso sindacalista Bruno
Buozzi, sono ancora nei nostri cuori. Ma Giacomo Matteotti diventerà un simbolo
per tutti. Per questo, durante la dura Guerra di Liberazione dal nazifascismo,
le formazioni partigiane socialiste si sarebbero chiamateBrigate Matteotti in
suo onore.
Pietro
Nenni, che rimetterà in piedi il Partito socialista italiano e lo guiderà per
decenni con forza, creando negli anni ‘60 i governi di centro-sinistra, dirà di
lui: Chiunque
aveva avvicinato Matteotti e ne aveva scrutato il pensiero e l’anima, sapeva di
essere di fronte ad uno di quegli uomini che ponderano le parole e gli atti,
che procedono con metodo rigoroso alla indagine dei fatti politici e sociali,
ma che presa la loro via la percorrono fino in fondo, inflessibilmente. Questo
morto – al quale fu a lungo contesa una tomba – domina la scena politica
italiana.
Oggi che la sua lapide
è stata vigliaccamente frantumata in tanti pezzi, che i suoi cocci sono stati
lasciati in terra per sfregio, nel cuore di Roma, in una strada di grande
traffico, senza che nessuno, ovviamente, abbia visto nulla, noi socialisti ci
chiediamo stupiti: ma come è stato possibile e dove stiamo andando a finire? La
scomparsa dei Partiti che hanno abbattuto il fascismo e creato la Repubblica e
la democrazia produce anche questo. La cosa è gravissima e ci preoccupa molto,
anche perché solo qualche giornale riporta l'appartenenza socialista del
deputato Matteotti trucidato dal regime. Stiamo cadendo sempre più in basso.
Per questo ci rivolgiamo
alla società civile, ai mezzi d’informazione e a tutti voi cittadini gridando:
Non si
attacca la democrazia e non si distrugge l’idea socialista!
I compagni socialisti di
Roma,la sezione PSI di Roma Centro “Rodolfo Morandi”, la sezione PSI XIV
Municipio di Roma,il Circolo socialista “Andrea Costa” di Ostia Antica, il
Circolo culturale “Giacomo Brodolini”Roma Nord, l’Associazione Culturale
“Giacomo Matteotti” di Rovigo, i socialisti della federazione provinciale PSI di
Trieste, l’Associazione “Il Socialista” di Milano, il Movimento Base Italia, Iniziativa
socialista e inoltre hanno aderito numerosi altri
compagni socialisti e semplici cittadini.
Firma convinto Giorgio Benvenuto presidente della Fondazione Pietro Nenni e
della Fondazione Bruno Buozzi, Condividono
l’iniziativa e firmano convinti Giuseppe Ciccarone ed Enzo Bartocci
rispettivamente presidente e presidente onorario della Fondazione Giacomo
Brodolini,“La Fondazione Lelio e Lilsli Basso si associa alla denuncia
ed esprime la sua indignazione" Elena Paciotti, presidente della Fondazione Lelio e Lisli
Basso – ISSOCO; “La Fondazione Di Vagno si associa allo
sdegno dei socialisti e dei democratici: Matteotti, come Di Vagno e tutti i
Martiri del fascismo e della ideologia della violenza come strumento di lotta
politica, sono patrimonio inviolabile del Paese intero”Gianvito Mastroleo presidente della Fondazione
Giuseppe Di Vagno; “Apprezziamo e condividiamo la vostra iniziativa.
Auspichiamo che la lapide venga ricomposta lasciando evidenti i segni dell'atto
vandalico per non dimenticare l'ultimo oltraggio alla memoria di un uomo
politico che, in tempi drammatici per la democrazia nel nostro paese, ebbe sempre il coraggio di manifestare le proprie idee assumendosene la piena
responsabilità verso i lavoratori e le istituzioni” Walter Galbusera presidente della Fondazione Anna
Kuliscioff; “La figura di Matteotti dovrebbe stare a cuore non
soltanto ai socialisti di ogni orientamento, ma a tutti coloro che credono
nelle idee di democrazia e libertà, e che riconoscono il valore supremo dei
principi di legalità e di difesa dello stato di diritto, di cui Matteotti fu
uno strenuo propugnatore, e per i quali venne brutalmente assassinato per mano
di sicari fascisti strettamente legati al nascente regime mussoliniano. Per
questo l'attacco di chiaro segno fascista compiuto contro la lapide
commemorativa di Matteotti, nel luogo in cui si consumò l'agguato omicida,
costituisce un fatto grave, e non certo derubricabile a mero atto vandalico
compiuto da qualche mentecatto sconsiderato. ll Circolo Carlo Rosselli di Milano
si unisce allo sdegno ed alla denuncia di quanto accaduto, alla richiesta che
la lapide venga prontamente ripristinata, all'invito ad una vigile attenzione
verso questi inquietanti episodi, ed alla esortazione a che si proceda in modo
non distratto all'individuazione dei responsabili” Francesco
Somaini presidente del Circolo Rosselli di Milano;“Il ripugnante atto di vandalismo
politico sulla lapide che ricorda uno dei più grandi martiri della
democrazia italiana mi induce a ribadire la necessità storica della
ripresa della lotta per gli ideali del socialismo, senza di cui la barbarie, in
tanti modi declinata nei tempi odierni, rischia di non avere più avversari”
Guido De Martino, aderiscono il Circolo ANPI don Pietro Pappagallo di Roma e il Circolo
ANPI Monterotondo Edmondo Riva, sottoscrive Antonella Guarnieri storica
e responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara.
Nessun commento:
Posta un commento