MIA NIPOTE,BENIGNI E PINOCCHIO
di Angela Rizzica
Mia nipote, l’altra sera a cena, ha
detto di non aver rotto la Barbie della sorella salvo rendersi rea
confessa pochi minuti dopo, chiedendo perdono come solo una bambina di
quattro anni sa fare. La sera stessa, mettendola a letto, mi chiede di
leggerle una fiaba per farla addormentare. Memore dei miei giorni
d’infanzia, prendo il mio libro di racconti preferito e scelgo una
favola in particolare: “Pinocchio”, del sommo Collodi. Mi sembrava una
scelta dovuta, tenendo conto di quello che era successo a cena, tanto
per farle capire sin da piccola come le bugie abbiano le gambe corte e
l’incoerenza non venga mai premiata. Mi siedo accanto al suo lettino
tutto rosa con il copripiumino delle Principesse Disney, aggiusto la
voce e mi preparo a narrare questa meravigliosa storia a quegli occhioni
nocciola spalancati nell’attesa ed assetati di magia.
Comincio a leggere, salvo rendermi
subito conto che qualcosa non va: il burattino vivente non è più fatto
di legno ma di pelle ed ossa, non ha più abiti di carta bensì indossa
pantaloni e camicia, il suo nome è Roberto ed ad essere tradito non è
più Babbo Geppetto ma Mamma Costituzione. L’unica caratteristica ad
esser rimasta intatta è l’accento, ineluttabilmente toscano.
La storia
narra che il piccolo Roberto Benigni, nato a Castiglion Fiorentino
nell’autunno del 1952, fosse un attore, un regista ed uno sceneggiatore
di talento indiscusso, dedito all’arte della parola e dei sentimenti.
Numerosi erano i riconoscimenti che nella sua carriera aveva ricevuto ed
impossibili da contare i suoi ammiratori. Nel 2012 era poi entrato a
pieno titolo nell’olimpo dei più amati del Paese con uno show dalla
durata portentosa, in onda in prima serata sulle reti Rai.
I bambini
tutti del Paese dei Balocchi rimasero toccati dalle parole di
quell’uomo! Roberto aveva avuto il pregio di risvegliare l’amor patrio
in chiunque avesse udito la sua voce accorata; un miracolo, considerando
lo stato di apatia politica che vigeva sovrana. Il novello Ercole aveva
faticato per più di quattro ore di diretta disquisendo sulla
Costituzione del Paese dei Balocchi, il tutto alla modica cifra di 1,8
milioni di caramelle versate per la maggiore dai contribuenti.
In quel
periodo il terribile MangiaRuby, proprietario delle concorrenti reti
Mediaset e Premier ( perchè dovete sapere che nel Paese dei Balocchi il
conflitto di interessi non deve essere nominato, pena le orecchie da
asino per un anno), voleva cambiare la Carta Costituzionale tanto amata
dal nostro eroe, buttando l’intero Paese nello sconcerto e nel disastro:
il cattivo aveva principalmente proposto di abolire il bicameralismo
perfetto a favore di una Camera e di un Senato Federale, organo
rappresentante degli interessi delle comunità locali; aveva poi deciso
di tagliare il numero dei deputati e di ridurre i senatori a 252, eletti
in ciascuna Regione contestualmente ai consigli regionali.
Che onta,
che golpe! Il nostro Robertino, in ossequio ai Costituenti, non poteva
tollerare che una simile modifica potesse buttare alle ortiche quel
meraviglioso meccanismo ordito nel 1948 dalle nuove maggioranze
politiche per evitare un altro ventennio di dittatura. Ovviamente anche
quella enorme quantità di caramelle faceva gola al nostro paladino, ma
era un elemento del tutto secondario quando ci si doveva ergere a
protezione della democrazia costata lacrime e sangue ai nostri nonni e
bisnonni, quella democrazia che lui definì come “il faro acceso dai
nostri Costituenti per farci volare sulle macerie” del secondo conflitto
mondiale.
Insomma, che belle parole, che magnifici concetti, che puri
ideali!
Dopo quello spettacolo, il nostro Robertino decise di riposarsi,
di riprendersi dal mastodontico sforzo e dal rischio mediatico corso.
Nel Paese dei Balocchi intanto l’aria cominciava a cambiare e la
politica ne mutava le correnti: MangiaRuby invecchiò ritirandosi a vita
privata lasciando il posto al Grillo Urlante con il suo Movimento
5Balocchi, finché non prese il potere un bambino proveniente dalle
stesse zone del nostro salvatore, tale Matteo detto “Lucignolo”.
Lucignolo era un enfant prodige, un nuovo leader che voleva
rottamare tutti i politici che c’erano stati prima, del PD e non. Matteo
spesso arse i giornali con parole di fuoco contro MangiaRuby, spesso si
schierò dalla parte degli abitanti del Paese dei Balocchi e, per
convincerli di quanto fosse importante studiare, fece anche il Decreto
Buona Scuola attualmente legge. A lui si accompagnava una bellissima
fata dai capelli biondi che pure lei non conosceva il conflitto
d’interessi, la Fata dei Boschi.
Nel 2016 Lucignolo e la Fata dei Boschi
hanno deciso di essere diventati grandi, grandi tanto da poter
modificare la Costituzione. Questa volta però niente paura! Loro non
sono come MangiaRuby, loro tengono ai diritti degli elettori loro
connazionali. Difatti propongono solo la scomparsa, non la fine, del
bicameralismo perfetto: il Parlamento questa volta si compone della
Camera e del Senato delle autonomie (non del terribile Senato Federale),
elemento di raccordo tra lo Stato centrale e gli enti territoriali
(regioni e comuni); i deputati restano 630 (che fortuna, altro che
MangiaRuby), i senatori scendono invece a 95 (21 sindaci e 74
consiglieri-senatori) eletti dai consigli regionali su indicazione
popolare – non con le elezioni politiche – più altri cinque per nomina
del Presidente della Repubblica, i quali resteranno in carica solo per 7
anni. Insomma, una riforma completamente diversa da quella di prima.
Anche nella versione originale Pinocchio si lascia influenzare da
Lucignolo, così pure il nostro Roberto decide di mettere da parte tutte
le sue paure di qualche anno prima: il bicameralismo perfetto non è poi
così importante ed anzi muoverci verso una Repubblica Presidenziale
mandando in malora non solo l’art. 79 Cost. ma anche tutto l’impianto su
cui si regge la nostra Carta, non può che essere una prospera novità.
Così, sotto l’incantesimo della Fata dei Boschi, il nostro beniamino
decide di andare in onda il 2 Giugno 2016 per sei minuti, filmando un
prologo alla replica dello show di qualche tempo prima. Certo è che il
nostro Robertino si è ormai dichiarato pubblicamente a favore del Sì per
il referendum costituzionale del 4 Dicembre corrente anno, e quindi
quel prologo ha un marcato orientamento politico per quanto,
all’apparenza, possa non destare sospetti.
Questa volta poi Benigni ha
percepito solo 200.000 caramelle in totale, 33.000 caramelle al minuto
per le stime diffuse da “Il Fatto Quotidiano”, ma non possiamo dubitare
che anche in questo caso il principale scopo del nostro
burattino/bambino sia molto più alto del semplice guadagno.
Ormai stanca, chiudo il libro tenendo il
segno e spengo la luce. Quando sto per uscire dalla stanza, sento la
voce assonnata di mia nipote chiedermi: “Zia, ma questo nuovo Pinocchio
non ha detto un po’ troppe bugie senza essersi mai pentito?”
Ci rifletto su qualche secondo per poi
risponderle: “Infatti ha il naso lungo perché a dire le bugie cresce il
naso. Ora però dormi amore, tanto era solo una fiaba.”
30 Settembre 2016
dal sito http://www.iurisprudentes.it/
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